20 luglio, appuntamento del M5S alla sala Corsica per discutere dei tanti problemi della sanità ad Orvieto

I cittadini di Orvieto hanno lanciato numerosi richiami alle amministrazioni ed alla politica rimanendo però inascoltati. Solo nelle ultime settimane i casi dei ritardi e delle attese al pronto soccorso, quello dell’anziano in preda ad una crisi depressiva che riesce a lanciarsi nel vuoto da un’area dell’ospedale priva di quei presidi di sicurezza che in questi casi sarebbero necessari, la questione dei defibrillatori e quella, annosa, delle liste d’attesa infinite. Insomma una situazione seria in cui ci vuole la responsabilità politica di metterci la faccia e, pur dall’opposizione, provare  a risolvere le criticità principali. I portavoce del M5S in Regione lo fanno regolarmente nelle comunità umbre dove sono continuamente presenti per parlare con i cittadini e conoscere, grazie anche alle loro testimonianze dirette, quali sono i problemi concreti e quotidiani della sanità locale.

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Come M5S dell’orvietano abbiamo lavorato molto sull’argomento anche se, purtroppo, tutti gli atti che abbiamo prodotto nel tempo, con le tante soluzioni prospettate, sono state chiuse nei cassetti delle maggioranze regionali, provinciali e del nostro Comune da quegli stessi che sulla sanità e sulle liste d’attesa avevano fatto la campagna elettorale nel 2014. Adesso non ci sono più scuse e giovedì 20 Luglio, con i portavoce pentastellati in Regione Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari assieme alla capogruppo del M5S Orvieto Lucia Vergaglia, ci incontreremo nella sala Corsica del ‘Grand Hotel Italia’ ad Orvieto in Piazza del Popolo dalle ore 21 per aprire un confronto, aperto a tutti, che sarà una fase di ascolto delle istanze di chi si trova ogni giorno a subire i disservizi della sanità pubblica, a cui cercheremo di dare risposte concrete portando gli elementi del dibattito all’attenzione delle istituzioni con atti e proposte condivise dai cittadini.

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“Molti concittadini ricordano quel volantino di propaganda dell’allora candidato sindaco Germani che era un facsimile della ricetta medica. Diceva che in caso di liste d’attesa troppo lunghe ci si doveva rivolgere al “dottor Germani” che avrebbe risolto il problema. Gli orvietani sanno come è andata a finire con le attese che sono aumentate ancora e con una Commissione di studio i cui risultati il Sindaco ha ritenuto di non includere nelle nuove linee programmatiche nonostante gli impegni presi in Consiglio nemmeno come richieste da portare alle autorità superiori e questo è davvero incredibile. E’ una materia importante quella della Sanità, è un diritto dei cittadini avere i servizi efficienti invece che vedere il primo cittadino fare melina o, peggio, rimpallare le responsabilità. Ad Orvieto è scandalosa la questione delle liste d’attesa, delle farmacie di turno non sempre raggiungibili con i mezzi pubblici, che non ci sia più una farmacia comunale, che persino la questione manutenzione dei defibrillatori non sia gestita, che manchi il siero antivipera nonostante i nostri 280 e passa chilometri quadrati di campagne. E’ una follia che gli operatori socio sanitari siano in perenne deficit, che la sicurezza passiva dell’ospedale, cioè protezioni e segnaletica, siano dimenticati e che non ci siano reti di protezione ai bordi degli affacci del pronto soccorso e che la H dell’area eliporto sia quasi invisibile lasciando che la superficie possa essere scambiata per un parcheggio causando difficoltà ai mezzi di soccorso. Abbiamo portato decine di atti, e ci siamo confrontati con le categorie, con gli operatori medici e del soccorso, incontrato le associazioni ed elaborato proposte e soluzioni. Questa amministrazione non ha ascoltato, non ha voluto capire ed ha intanto lasciato che i problemi crescessero senza fare alcun intervento concreto.

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A questo punto dobbiamo rivolgerci ai cittadini, informarli, a lasciare che traggano le loro valutazioni. Noi intanto cercheremo di passare per la Regione nel tentativo di dare il via a quel processo virtuoso che rafforzi la sanità orvietana nella sua centralità, evitando che persino l’ospedale nuovo diventi una struttura secondaria come troppe voci hanno lasciato intendere che possa succedere”.

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