A Orvieto non c’è più il FAI. Perché?

Riceviamo e pubblichiamo a firma di Franco Raimondo Barbabella (per CoM, Comunità in Movimento)

Oggi e domani si svolgono in tutt’Italia le Giornate di Primavera del FAI, l’associazione nata con la missione di far conoscere l’ambiente storico e artistico che ci circonda e che solo con la partecipazione attiva dei cittadini può essere difeso, curato e valorizzato. Più di mille siti saranno aperti per essere visitati con la guida spesso di giovani ciceroni.

In Umbria si potranno visitare una cinquantina di luoghi, concentrati soprattutto a Perugia e a Terni. Vicino a noi ci sarà Bolsena: sarà aperta ai tesserati l’isola Bisentina. Non ci sarà Orvieto. Non so perché. A gennaio si è saputo che la Direzione Regionale FAI Umbria aveva deciso di chiudere il Gruppo FAI di Orvieto. I giovani protestarono.

I motivi credo non siano stati resi noti. Sarebbe il caso di farlo. È successo qualcosa che giustifica la chiusura? O è un atto che ha logiche centralistiche? Perché non si è avuta una reazione della città? Il FAI è importante, non si può né mettersi fuori né essere messi fuori con facilità. Non vorremmo che fosse un ulteriore segnale di emarginazione della nostra città o peggio di autoemarginazione. È indispensabile sapere. Chiedo di sapere.

 

 

 

 

 

 

 

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