BPB, si continua a lavorare per il rafforzamento, il resto sono solo chiacchiere

Intorno alla BPB continua l’attenzione in particolare dei media.  In queste ore è stata presentata un’interrogazione da parte del sen. Bottici (M5S) a risposta scritta che chiede di conoscere la situazione del gruppo pugliese.  Insomma continuano le criticità che Marco Fratini, caporedattore economia di La7, durante la trasmissione  Omnibus ha sottolineato come siano “criticità d’immagine” e non altro.  D’altronde i documenti ufficiali non presentano criticità oltre il normale tanto che proprio sulle sofferenze la BPB sta continuando a lavorare. 

In questi giorni ha concluso un importante accordo con Cerved che prevede lo sviluppo di una vera e propria partnership industriale per la gestione dei crediti in sofferenza di gruppo. L’amministratore delegato di BPB, Giorgio Papa, ha spiegato che la partnership con Cerved e parte integrante del piano industriale che “in materia di NPL, da un lato prevede un programma di dismissione attraverso cartolarizzazioni dotate di rating con GACS; dall’altro la specializzazione dei presidi interni per la gestione delle posizioni a maggiore complessità e di importo superiore a 1,5 milioni di euro e una partnership con un primario operatore del settore per le posizioni inferiori a tale cifra”.  Per quanto riguarda le cartolarizzazioni  Popolare di Bari ne ha chiusa una da 480 milioni nel 2016 mentre entro fine anno ne verrà conclusa un’altra del valore di 340 milioni.  Per quanto riguarda invece l’accordo con Cerved si dovrebbe concretizzare il tutto entro l’anno con l’acquisto per 18 milioni di euro del capitale di una newco che poi si occuperà proprio della gestione degli NPL.  All’inizio la newco dovrebbe gestire NPL per 1,1 miliardi poi nel tempo verranno aggiunti il 75% dei futuri flussi di sofferenze e il 55% di inadempienze probabili che saranno generati da tutto il gruppo BPB.  Per chiudere sempre durante la trasmissione Omnibus è stata seccamente smentita anche l’indiscrezione che circolava di un possibile commissariamento del gruppo bancario. 

La banca continua dunque nella sua forte opera di alleggerimento dei crediti in sofferenza anche per rafforzarsi patrimonialmente sempre in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge di riforma delle popolari.  A fine 2016, infatti, era attesa la trasformazione in SpA delle popolari oltre una certa dimensione.  Le ultime che avevano in programma tale operazione erano Sondrio e Bari.  Nel frattempo è intervenuto il blocco dei tribunali e poi la richiesta di pronunciamento della Corte Costituzionale.  La sentenza sarebbe dovuta arrivare da tempo ma molto probabilmente la delicatezza del problema e le condizioni ancora critiche dell’intero settore bancarie hanno consigliato i giudici a utilizzare la massima cautela anche se i rumors continuano a prediligere la bocciatura della riforma voluta dal governo Renzi.

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2 Commenti

  1. Mi perdoni Direttore, ma dire “si lavora per il rafforzamento, il resto sono solo chiacchiere” rischia di essere poco generoso nei confronti di chi, ad oggi, non riesce a riavere i propri soldi investiti in azioni della Banca Popolare di Bari. E Le garantisco che sono parecchi ed in buona parte disperati. Forse sarebbe più corretto dire “si lavora per il rafforzamento, il resto sono TUTT’ALTRO CHE che chiacchiere!”.
    Cordialità

  2. Mi scusi, direttore, ma vorrei un chiarimento su quella che, a me, appare una enorme contraddizione rispetto a quello che lei ha riportato nell’articolo. Lei parla di alleggerimento dei crediti in sofferenza per rafforzarsi patrimonialmente. E, fin qui, pur con delle precisazioni, posso concordare (le precisazioni le può valutare qui http://phastidio.net/2017/07/14/sofferenze-bancarie-dal-produttore-al-contribuente). Ma come si può conciliare il rafforzamento patrimoniale con l’ipotesi di dover pagare il recesso dei soci, nel caso in cui la Consulta dovesse dichiarare l’illegittimità costituzionale di quella parte della riforma? Lei assume che la riforma delle banche popolari possa venire bocciata dalla Consulta. A me risulta invece che la riforma sia in vigore, cioè la Bari e la Sondrio dovranno trasformarsi in SPA, ma che sia sospesa solo nella parte in cui prevede che la banca possa decidere di limitare in tutto o in parte il diritto di recesso del socio assente o dissenziente. Sei rumors di cui lei parla sono veramente fondati, la riforma verrà bocciata solo in questa sua parte e le banche ex popolari (quelle trasformate e quelle trasformande) potrebbero dover sborsare bei milioncini, utilizzando, se del caso, anche le riserve disponibili (ai sensi del codice civile). Come potrebbe conciliarsi quindi il rafforzamento patrimoniale con questa eventualità? E invece con l’eventualità, che si sta vivendo in questo periodo, del prezzo delle azioni che cala di un 12%, bimestre dopo bimestre?

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