BPBari smentisce tutte le indiscrezioni, “cariOrvieto non si vende. Apriamo un dialogo con la Fondazione per il rilancio della banca”

BANCA POPOLARE DI BARI BPB

Banca Popolare di Bari taglia la testa alle indiscrezioni di questi giorni, che in alcuni casi sembravano “suggerite”.  Il consiglio di amministrazione del gruppo bancario pugliese ha infatti deliberato nella giornata del 25 novembre, di mantenere inalterata la partecipazione nella Cassa di Risparmio di Orvieto attualmente pari al 73,5% del capitale”.  Poche parole per mettere la parola fine alle ipotesi in campo.  Sempre nel comunicato viene spiegato che “quanto deciso è in coerenza con il piano industriale e con il progetto di rilancio che la banca sta portando avanti nell’ambito del gruppo bancario MCC”.  Era proprio questo il punto dirimente che in questi giorni abbiamo provato a far emergere e cioè che oggi per Bari e Orvieto la situazione è totalmente cambiata.

Sulla tolda ci comando non c’è più una famiglia ma un gruppo bancario controllato totalmente dallo Stato, con tutti i pro e i contro che ciò comporta.  Soprattutto i vantaggi contano, perché l’azionista è forte, non ha problemi ad investire ulteriormente e deve portare risultati per l’azionista Stato e, a cascata, per la Fondazione.  Il contro riguarda i rapporti di forza in particolare.  Se, come lasciano intuire alcune indiscrezioni, si dovesse arrivare alla fusione per incorporazione allora sarebbe complicato per la Fondazione mettersi contro il MEF.  Ma qui si torna alle ipotesi e già ne sono state avanzate troppe.   La realtà odierna è che l’amministratore delegato Giampiero Bergami ha avuto mandato dal cda di “intraprendere al più presto di concerto con la capogruppo, iniziative nei confronti dell’azionista di minoranza Fondazione CRO, per concordare le leve di azioni per il rilancio di cariOrvieto”.

Qui si ferma la cronaca, per le ipotesi avremo tempo e modo di discuterne.

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