Come cambia la vita ai tempi del covid19 a Orvieto

L’Umbria è praticamente esente, ad ora, da contagi diretti da coronavirus ma è duramente colpita dalla crisi perché il settore portante, il turismo soffre e tanto.  Un operatore dello spoletino ha dichiarato in un’intervista ad un giornale locale di aver ricevuto il 100% di disdette fino ad aprile, mente ad Orvieto un operatore ci ha fatto sapere di aver sfiorato i 20 mila euro di cancellazioni al 2 marzo.  E’ psicosi, inutile allarme?

A Parigi da due giorni è chiuso il Louvre, il GP di motociclismo ha già visto il rinvio delle prime due gare e molti Paesi hanno bloccato i voli da e per l’Italia, ultima della lista la Repubblica Ceca.  La IATA, l’organizzazione che raggruppa quasi tutte le compagnie aeree del mondo, ha comunicato che una loro affiliata ha ricevuto cancellazioni da e per l’Italia pari al 108%, che se non fosse un dramma si potrebbe commentare con la battuta molto inglese “overbooking di cancellazioni”.  Luis Sepulveda e consorte sono ricoverati perché affetti da coronavirus, e positivo anche un assessore lombardo.  Il coronavirus, come tutti i virus, è trasversale, colpisce ricchi e poveri, giovani e anziani, donne e uomini, insomma non fa distinzioni di sorta.  Ma Orvieto è cambiata?

In pochi giorni i cambiamenti sono tangibili.  I gruppi di orientali, per la gran parte coreani, non si vedono più in giro fin dal primo mattino, i ristoranti etnici sono semi-vuoti, quelli nostrani segnano il passo e anche qui arrivano le cancellazioni per le prenotazioni di gruppi e famiglie che avevano programmati di soggiornare in città.  Il cinema resiste, ancora, ma gli spettatori languono anche perché mancano le novità tanto che il ministro Franceschini ha aperto un tavolo nazionale per confrontarsi con gli operatori del settore.  Resta confermata l’uscita del film che vede protagonista Elio Germano fresco di vittoria dell’Orso d’Argento a Berlino per il 4 marzo, ma tanti hanno deciso di rinviare, come Verdone a tempi migliori.  Alla Cassa di Risparmio del centro storico la novità per i clienti ad inizio settimana è stata quella dell’ingresso contingentato, non più di tre per volta, mentre resta tutto normale per bar, negozi, scuole, palestre e chiese.  La nota positiva, andandola a cercare, arriva dalla finanza con Vetrya che in Borsa sale perché considerato un titolo anticiclico e legato allo sviluppo della tecnologia anche nel campo del lavoro a distanza e non solo.

L’ospedale di Orvieto ha attrezzato con un container un’area apposita dove ricevere eventuali malati ritenuti a rischio Covid19 e gli uffici pubblici sono stati adeguati con vetri divisori e altre accorgimenti per far lavorare in sicurezza i propri dipendenti e per offrire sicurezza agli utenti.  Regna un’apparente calma tra gli studenti americani che continuano a passeggiare per le vie del centro anche se ora dopo ora si fa sempre più stretto il controllo sull’Italia da parte del governo USA.

Orvieto cerca comunque di resistere con il Comune che ha confermato le serate del mini-cartellone del teatro Mancinelli, con le manifestazioni per l’8 marzo, lo sport è tornato con le partite a porte aperte.  Insomma c’è il tentativo di rimanere nella normalità ma basta poco per destabilizzare l’equilibrio precario che ancora a Orvieto c’è.  Un colpo di tosse di troppo e gli sguardi si concentrano sul colpevole, mentre nei supermercati si fa fatica a riempire gli scaffali che si svuotano con molta frequenza.  Orvieto è un’isola felice e almeno chi ci abita dovrebbe continuare a comportarsi di conseguenza senza rinunce ma solo rispettando le norme igieniche di buon senso che prevengono il contagio di ogni tipo di virus, meno pericoloso e più conosciuto ma sempre virus.

 

 

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