Confartigianato Terni, “bisogna investire nella sanità dell’Umbria del Sud assolutamente”

L’Umbria sta affrontando l’emergenza Covid-19 nel sostanziale diffuso rispetto delle prescrizioni, con notevole impegno da parte delle imprese, dei cittadini e delle istituzioni, ma non senza difficoltà connesse a problemi pregressi e criticità della pubblica amministrazione locale e della sanità in particolare.  Le operazioni di vaccinazione infatti stanno procedendo troppo lentamente e le imprese non riescono più a fronteggiare i danni che si accumulano per le chiusure.   Il livello dei servizi sanitari e la sua aderenza e adeguatezza alle esigenze e alle opportunità del territorio sono essenziali per la qualità della vita e per il normale svolgimento delle attività civili ed economiche e mai come nell’attuale emergenza questo è apparso chiaramente anche all’opinione pubblica.

Per questi motivi Confartigianato Terni ritiene irricevibile l’ipotesi dell’azienda ospedaliera unica richiamata dall’Assessore Coletto. Al contrario riteniamo che le strutture sanitarie dell’Umbria meridionale vadano valorizzate e potenziate nelle loro caratteristiche territoriali e livelli qualitativi per rilanciare la sanità umbra nel suo complesso e recuperare il ruolo di attrazione di pazienti da altre regioni che l’Umbria sta perdendo. Per fare questo non è possibile prescindere dalla ricostruzione dell’ospedale di Terni, realizzazione che deve essere inserita, come da noi proposto, nella stesura finale del piano dell’Umbria per il recovery fund. Occorre anche evitare polemiche inutili e datate come quella sull’opportunità o meno di cliniche private autorizzate e accreditate, quando i benefici della collaborazione pubblico-privata nel campo della salute sono un dato pacifico in tutti i territori, inclusa l’Umbria settentrionale che ne ha ben 5 (4 a Perugia e 1 a Foligno).   Riteniamo pertanto che sia urgente procedere nella direzione del rilancio delle strutture sanitarie dell’Umbria meridionale con concretezza e senza diversivi o polemiche inutili e inaccettabili per i territori.

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