Confindustria critica la scelta della Regione di dirottare 31 milioni di euro dai fondi europei all’emergenza coronavirus

La Regione dell’Umbria ha deciso di mettere in campo 31 milioni per fronteggiare l’emergenza legata al coronavirus.  Sono risorse spostate da capitoli di bilancio e infatti ecco arrivare la critica forte di Confindustria che in un lungo comunicato spiega di non condividere “le recenti decisioni della giunta di rimodulare il piano finanziario del POR-FESR 2014-20”.  Nello specifico i 31 milioni arrivano “da una rimodulazione dei fondi europei per un valore di 21 milioni e rivedendo il Piano di Sviluppo Rurale per ulteriori 10 milioni”.  L’organizzazione guidata da Antonio Alunni sottolinea che “per effetto della revisione dell’utilizzo dei fondi europei si andranno a ridurre le risorse destinate alle imprese per progetti in materia di ricerca e innovazione, per un valore di circa 17 milioni, e per quelli in materia di energia sostenibile per un valore di circa 4 milioni.  E’ del tutto evidente che si tratta di risorse indispensabili e strategiche per il rilancio dello sviluppo economico dell’Umbria soprattutto in una fase di crescente tensione finanziaria”.  Secondo Confindustria poi, le effettive risorse destinate alle imprese del settore sono piuttosto limitate mentre la fetta più grande è destinata “ad enti pubblici per promozione e interventi su beni culturali per un totale complessivo di 14 milioni di euro”.

In particolare, quindi, l’associazione di categoria che raggruppa le principali imprese umbre, ritiene che la strada scelta per l’emergenza potrebbe rivelare dannosa per il tessuto imprenditoriale regionale bloccando quegli investimenti che in assenza di finanziamenti europei verrebbero rallentati ma soprattutto il dirottamento di fondi rischia di compromettere uno sviluppo armonico dei comparti produttivi.

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