Consiglio Comunale ribadisce il NO a qualsiasi ampliamento del secondo calanco della discarica

Consiglio Comunale conferma parere negativo a qualsiasi ampliamento del secondo calanco discarica “Le Crete”. Unanimità alla mozione del Sindaco 
Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Sindaco di Orvieto. 
Il documento impegna il Sindaco e la Giunta a confermare il parere espresso nella delibera consiliare n. 107 del 17 novembre 2014, in cui si esprime un parere negativo rispetto a qualsiasi ampliamento inerente il secondo calanco della discarica “Le Crete”. 
Con lo stesso esito di voto, il Consiglio ha approvato la risoluzione presentata da Lucia Vergaglia (Capogruppo M5s) che impegna il Sindaco e la Giunta a: 
– confermare la volontà di superare le discariche e ridurre progressivamente i conferimenti di rifiuti dalle industrie e dai cittadini e al tempo stesso di scoraggiare e/o ridurre le occasioni di arrivo sul territorio di masse di rifiuti destinati alla discarica “Le Crete” lavorando per il ripristino ambientale, la gestione del post discarica e per progetti integrati di gestione negli ambiti dell’economia circolare;
– predisporre con l’attuale gestore, verificata la necessità di affrontare il posto mortem del primo calanco, una piattaforma progettuale in ordine a tale ‘post mortem’ da inserire nei progetti d’investimento per l’economia circolare e nel piano rifiuti regionale;
– verificare mediante istruttoria tecnica la reale fattibilità dell’annunciato progetto di impianti per il recupero della materia ad investimento privato e del relativo ritorno in termini occupazionali e di sviluppo ed a relazionare di questo in Consiglio;
– migliorare la comunicazione in ordine a tali tematiche per ben tutela l’immagine del nostro territorio e delle nostre produzioni.
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La mozione è stata illustrata dallo stesso Sindaco, Giuseppe Germani il quale ha ripercorso le fasi salienti della vicenda, dal rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nell’agosto 2011 da parte della Provincia di Terni quale ‘autorità competente’, alla società S.A.O. s.p.a. per il “revamping dell’impianto di trattamento rifiuti ed ampliamento della discarica per i rifiuti non pericolosi” cosiddetto secondo calanco, fino all’accoglimento il 27 aprile 2017 da parte del Consiglio di Stato dell’appello proposto dal Comune di Orvieto per l’annullamento della sentenza del Tar Umbria 25/2015.
Ha poi ricordato che “il Consiglio Comunale con delibera n. 107 del 17 novembre 2014 ha impegnato il Sindaco e la Giunta a porre in atto tutte le misure ed atti necessari a scongiurare ogni e qualsiasi ulteriore ipotesi di ampliamento della discarica esistente in località Le Crete, incluso il cosiddetto ‘terzo calanco’”; e che “con delibera n. 86 del 30 luglio 2015 ha dato mandato al Sindaco di intervenire presso gli organi competenti regionali affinché si proceda alla sospensione del procedimento di VIA relativo al progetto di ampliamento delle discarica ‘Le Crete” presentato da S.A.O. s.r.l..
Inoltre, con deliberazione n. 221 del 06 marzo 2017 la Giunta Regionale ha considerato non superabile il dissenso espresso dal Comune di Orvieto in sede di conferenza di V.I.A. e il parere negativo sul progetto espresso dal Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e, conseguentemente, non approvabile il progetto di adeguamento morfologico del sito ed ottimizzazione dei volumi e del capping sommitale presentato il 1° ottobre 2014.
La stessa Giunta Regionale con proprio atto del 23 ottobre 2017 inerente il progetto di adeguamento morfologico del sito ed ottimizzazione dei volumi e del capping sommitale della discarica di Orvieto (cosiddetto secondo calanco) proposto da ACEA Ambiente, ha ritenuto positiva la verifica preliminare alla fattibilità di una modifica sostanziale al progetto a suo tempo presentato dalla soc. S.A.O., aprendo la strada ad una rivalutazione con riesame dell’iniziativa.
Quindi, nell’incontro del 29 Dicembre 2017 è stato preso atto del documento preliminare di indirizzo per la redazione delle nuove linee del piano di ambito per la gestione dei rifiuti urbani, di competenza della Regione Umbria che ha riaperto la nuova procedura di VIA. Di qui la mozione con la quale il Consiglio Comunale dà mandato al Sindaco e alla Giunta a confermare il parere espresso nella delibera consigliare n. 107 del 17 novembre 2014, con la quale si esprimeva un parere negativo rispetto a qualsiasi ampliamento inerente il secondo calanco”. 
“Il nuovo progetto – ha aggiunto – prevede la riduzione da circa 880 mila metri cubi ai circa 400 mila metri cubi, il che comporterebbe l’ampliamento del faldone per circa due metri di altezza. Non  si prevedono nuovi prodotti ma gli stessi prodotti di cui alla coltivazione della discarica. Rispetto alla data di approvazione all’unanimità della mozione del Consiglio Comunale, è intervenuto l’Auri che sta lavorando al nuovo Piano Regionale dei Rifiuti. 
L’Auri ha prodotto un documento attualmente in fase di osservazioni delle Amministrazioni Locali dell’Umbria. Il documento inquadra la pianificazione, la strategia e le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di diminuire i conferimenti in discarica fino al superamento secondo le prescrizioni europee: nel 2030 il 70% dei rifiuti prodotti deve essere recuperato e rigenerato. Il ternano ha raggiunto la percentuale più elevata di Raccolta Differenziata e servono impianti diversi. 
Questo è l’obiettivo della Regione Umbria, idem per il recupero della cosiddette frazione secca. L’obiettivo è quello di creare il piano d’ambito e l’ottimizzazione della materia. 
La mozione che ho presentato è motivata dal fatto che, in questa fase, stante la diversa situazione degli scenari in Umbria, dove ci sono almeno 20 i gestori del sistema rifiuti, in sede di nuova VIA va ribadito il parere espresso dal Consiglio Comunale di Orvieto sul primo progetto”.
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Dibattito:
Lucia Vergaglia (M5s): “nell’illustrare la risoluzione definisco opportuno il riepilogo dei vari passaggi fatto dal Sindaco ed trovo giusto dire NO a qualsiasi ampliamento della discarica, ma accorre esser pragmatici. Il fatto di ribadirlo dice abbastanza che la strada è ancora tortuosa e che molti sono ancora gli ostacoli. In riferimento al provvedimento varato dal governo Gentiloni alcuni giorni fa, rispetto al quale alcune aree boschive potrebbero diventare riserva di legname, ci rafforzi per quanto da tutti noi sostenuto per quella zona. Dovremmo poter sostenere la fattibilità con gli altri ambiti della pianificazione attivando un rapporto con i vari gestori, al fine di andare al recupero delle frazioni attuando un programma di economia circolare con un ritorno occupazionale sul territorio. Riflettiamo bene su quali sono le nostre potenzialità. Il Sindaco ha un ampio mandato ma vorrei sapere perché siamo arrivati ad oggi a dover rafforzare tale mandato”. 
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “quando già ci esprimemmo nel 2014 contro l’ampliamento della discarica sia in senso verticale, sia in senso orizzontale, il Sindaco aveva già il nostro pieno mandato. Quindi il Sindaco non ce la racconta giusta rispetto al progetto, quando a settembre 2017 espresse una certa attenzione sulla compatibilità di quel progetto e che oggi, invece, diventa contrarietà. Oggi è imbarazzante il cambiamento di opinione del Sindaco. Già allora poteva esprimere la totale contrarietà del Comune di Orvieto in forza proprio del mandato ricevuto dal Consiglio Comunale. L’Auri esiste da tre anni e siamo ancora alle bozze preliminari del Piano dei Rifiuti. L’economia circolare è una mera citazione, perché in realtà sui rifiuti in Umbria non funziona nulla e i report sono ancora basati sui rifiuti in discarica”. 
Alessandro Vignoli (Per andare avanti): “in parte condivido quanto affermato da Sacripanti, laddove la Regione non ha dato avvio al ben che minimo processo di rinnovamento dell’impiantistica, né esiste un progetto che dia sicurezza ai cittadini dell’Umbria e a quelli orvietani in particolare, i quali hanno la paura concreta che la città divenga la discarica dell’Umbria. Il Consiglio Comunale si è fatto portatore e latore di una volontà comune e cioè: Orvieto la discarica non la vuole più! Per superarla andava iniziato, da anni, un processo di rinnovamento nello spirito delle direttive europee. La Regione come intende superare questa situazione? Non posso accettare che questo meccanismo passi. Di quì la mia contrarietà all’ampliamento della discarica. Poi è arrivato il nuovo progetto che tenta di salvare il salvabile. Oggi, penso che nemmeno dovremmo stare a discutere una riconferma del mandato già espresso, ma lo facciamo perché ci crediamo. Mi chiedo anche quale è il tornaconto avuto da Orvieto per avere una discarica vicinissima, visto che abbiamo sempre avuto la tariffa dei rifiuti al massimo. Orvieto ha fatto abbondantemente la sua parte nel sistema regionale dello smaltimento dei rifiuti, quindi quanto ci vuole per fare questo progetto di economia circolare? E’ necessario che a livello regionale venga presentato il progetto per l’impiantistica. Il Sindaco deve ottenere questo risultato”.
Roberta Tardani (Forza Italia): “temo che quello che tutti non vogliamo avverrà molto presto, cioè l’ampliamento della discarica; perché il piano di ambito fa tremare i polsi e certifica la impossibilità di governare correttamente il sistema regionale dei rifiuti. Si è solo perso tempo! Se 4 anni fa i Sindaci si fossero impegnati per definire il piano per l’impiantistica non saremmo a questo punto. Sono stati fatti accordi perché il PRR è completamente fallito e i Sindaci in Auri hanno cercano di coprire le mancanze della Regione a cui è sfuggita completamente di mano la gestione dei rifiuti. 
Il documento preliminare formula solo delle ipotesi. La Regione ha avuto un atteggiamento di soli rinvii, rimandi, accordi interregionali. La miriade di gestori fa il resto. Il top del piano che fa capire quanto siamo lontani dal raggiungere l’equilibrio del sistema con risultati catastrofici è che la riserva strategica con carattere di priorità verrebbe raggiunta con l’ampliamento che le discariche preesistenti possono garantire, tradotto: quella di orvieto. Oggi dunque ci stiamo prendendo in giro sul fatto che l’ampliamento delle discarica verrà, comunque, attuato ed imposto dalla Regione Umbria che non ha saputo gestire il Piano. Voteremo ovviamente il NO ma da quattro anni a questa parte cosa è stato fatto?”. 
Roberto Meffi (Forza Italia): “l’argomento complesso e l’economia circolare più volte citata, la domanda è una: esiste o no un progetto per questo territorio? La Regione potrebbe superare il nostro NO, quindi mi chiedo quali sono stati i passaggi fatti per capire l’orientamento della Regione? Se la regione dovesse decidere di andare avanti e quali sono le nostre contromisure? Temo che ci siamo infilati in un vicolo cieco e che la pezza sia peggiore del buco!”.
Martina Mescolini (PD): “accogliamo la proposta del Sindaco di confermare il precedente pronunciamento del Consiglio Comunale. Quanto al contesto catastrofico di cui ha parlato Tardani, nel 2020 le discariche andranno ad esaurimento. Vorrei ricordare che nel 2011 all’interno di un piano d’ambito, tanto criticato, fu approvato un progetto di ampliamento della discarica per circa 1 mln di metri cubi e venne dato il consenso per 80 mila tonnellate di organico.  L’Ati 4 mise un tetto di diminuzione all’ingresso di tonnellate. 
Le scelte politiche che si fanno si pagano perché per tre anni la vecchia Amministrazione non è stata in grado di far partire la Raccolta Differenziata, tanto è vero che poi in 6 mesi, l’attuale Amministrazione ha dovuto spingere la RD che ci ha portato al raggiungimento del 70% di minor conferimento in discarica. La vera battaglia allora è oggi che dobbiamo battere i pugni per avere un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, e dobbiamo trovare delle soluzioni a partire dal contributo che il Sindaco di Orvieto ha fatto nel contesto del documento preliminare. La sentenza del Consiglio di Stato sul terzo calanco è importantissima perché riconosce al Comune l’esercizio del proprio potere di pianificazione, quindi il provvedimento Gentiloni non può essere assolutamente paragonato alla sentenza del Consiglio di Stato”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “è doverosa una precisazione: la Raccolta Differenziata è partita a febbraio 2011. L’ex Assessore all’ambiente dell’Amministrazione Mocio non ci aveva messo i soldi, poi ci fu una trasformazione in seno a Cosp. Inoltre, tra il 2007/2008, il Comune di fatto hanno svenduto la discarica al soggetto privato. 
La Regione Umbria è il responsabile politico della mancata evoluzione del PRR. Il piano di adeguamento del PRR è fermo dal 2009 e noi stiamo subendo i danni da questo derivanti, sia per la discarica sia per la mancanza di impiantistica, rispetto al quale neppure il documento preliminare dell’Auri prevede nulla. Intendiamoci, la colpa non è solo del Sindaco Germani con i suoi comportamenti ondivaghi, ma dei livelli regionali. Questo è il problema vero della sudditanza che abbiamo nei confronti di un sistema di potere ormai ingessato. L’iter amministrativo che ha portato alla sentenza del Consiglio di Stato parte da questo Consiglio Comunale nel 2010/2011. Certi processi si costruiscono non si subiscono. Esorto ad andare in Auri con determinazione. Favorevole alla mozione”.
Presidente Assemblea, Angelo Pettinacci (PD): “una cosa è il sito della discarica altra cosa è un sito industriale. Il diniego a qualsiasi ulteriore ampliamento del secondo calanco così come per il terzo lo ha detto questo Consiglio Comunale su una mozione proposta dal PD. Abbiamo avuto la forza di farlo. E’ giusto chiedersiperché ribadire la posizione già espressa dal Consiglio Comunale? Se la procedura di VIA, per legge, viene riaperta in caso di presentazione di una nuova proposta, allora quel pronunciamento va ribadito! Sempre per rispetto della storia va anche detto che nel 2011 non venne fatta nessuna battaglia, per questo oggi siamo arrivati a colpi di ricorsi a fermare l’ampliamento del terzo calanco. Visti i nuovi scenari nazionali che sono scaturiti dalle ultime elezioni politiche, non ho riserva a chiedere a chi rappresenta le forze di governo, di fare la propria parte sulla situazione della discarica di Orvieto; da parte nostra lo faremo con la Regione”. 
Replica del Sindaco: “quando in questa consigliatura abbiamo espresso il parere negativo per l’ampliamento della discarica qualche risultato lo abbiamo ottenuto: seguendo gli iter burocratici la possibilità del terzo calanco è stata cancellata; la RD era al 27% mentre oggi siamo intorno al 70%; qualcuno nel 2011 aveva autorizzato un nuovo impianto tecnologico che portata 80 mila tonnellate di rifiuti extrabacino. Il presunto atteggiamento ondivago del Sindaco di Orvieto, ha sortito che la Regione abbia deciso di non superare il parere negativo del secondo calanco; e se Auri ha iniziato a discutere in una certa direzione è anche grazie al contributo dato dal Sindaco di Orvieto. Poiché non abbiamo ancora gli atti per esprimere un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti e una nuova impiantistica regionale improntata all’economia circolare, è necessario che il Consiglio Comunale rafforzi il suo parere negativo”.
Dichiarazioni di voto, Tardani: “mi chiedo perché la maggioranza si stia animando tanto, quando del fallimento degli obiettivi da parte della Regione Umbria non abbiamo accusato il nostro Sindaco ma la Regione. Mescolini ci invita a dare indicazioni sugli impianti, ma questo lo deve fare la Regione! Nel 2011 c’era un quadro normativo che andava in una certa direzione tanto che, per stoppare l’operazione, la precedente Amministrazione di cui ho fatto parte, fece una variante al PRG. Il gruppo di Forza Italia uscirà dalla Commissione Ambiente e presenterà la mozione di sfiducia verso la Presidente Mescolini che ha dimostrato di non conoscere le carte perché non le ha studiate. Nessuno incolpa il Sindaco. Voteremo certamente il mandato al Sindaco, ma temiamo che la Regione abbia già deciso tutto”.
Sacripanti: “voteremo questo nostro parere ma sappiamo che, ancorché importante, ha un valore simbolico perché in sede di VIA potrebbe essere superato dalla Regione. Torno a chiedere, dopo quattro mesi, oggi il Sindaco ha sentore di capire l’orientamento della Presidente e dell’Assessore all’Ambiente della Regione? Il rischio è che il Sindaco esca con la faccia pulita, ma intanto la Regione lavori sotto sotto? Voto a favore ma con mille riserve mentali sull’atteggiamento del Sindaco”.
Vignoli: “ribadisco il voto favorevole alla mozione presentata dal Sindaco che ringrazio e che esorto a farsi portavoce verso la Regione e l’AURI per stringere sulla questione dell’impiantistica per l’economia circolare. Sulla integrazione di Vergaglia esprimo un giudizio comunque positivo perché pone tra l’altro il tema del ‘post mortem’ della discarica relativamente a quanto smaltito nel primo calando. Doveroso anche che da parte dell’Amministrazione vengano prospettati tutti gli scenari possibili”.
Vergaglia: “in virtù del grandissimo peso politico che conferiamo al Sindaco sono ottimista che la mia risoluzione possa passare perché in qualche misura nel regolamento dell’Auri hanno fatto ingresso alcune delle nostre proposte. Invito a tenere gli occhi aperti sul taglio industriale dei boschetti”.
Taddei: “la mozione del Sindaco riprende quella sul NO al terzo calanco e all’ampliamento del secondo che il PD presentò nel 2014, poi emendata e approvata all’unanimità. C’è un piano Auri che ci ha messo nella condizione di avere molta creatività, di non diventare il punto di riferimento dell’Umbria per il conferimento dei rifiuti. Ricordo che non abbiamo avuto nessun problema ad opporci alla posizione che espresse l’Assessore Regionale all’Ambiente sul superamento della posizione del Consiglio Comunale. Aggiungo dicendo che la Presidente della Commissione Ambiente Mescolini è competente e studia la materia che le è stata affidata. Concludo sul fatto che Acea si è molto estesa in Umbria – uno dei due inceneritori di Terni è di sua proprietà – e si stanno andando ad utilizzare altri materiali per la combustione, quindi non è detto che il problema di Orvieto non venga superato nei fatti da queste dinamiche che tendono ad escludere il conferimento in discarica. Il NO che andiamo a ribadire difende il bene che interessa i cittadini di Orvieto e su cui abbiamo impostato la nostra progettualità. Favorevoli alla risoluzione e alla mozione”.
Olimpieri: “io sono uscito dalla Commissione Ambiente già da tempo perché viene convocata dopo che si sono già diffuse le notizie. Il punto vero è avere le norme quadro entro le quali il soggetto privato può agire; inoltre, se la Regione non costruisce il quadro di riferimento normativo dimostra di essere subalterna alle scelte del soggetto privato. I Comuni di fatto arrivano in terza o quarta battuta rispetto al potere che ha la Regione nel rapportarsi con soggetti multinazionali come è Acea. Il Sindaco sta nel Direttivo dell’Auri che rispecchia ed è subordinata al modello della Regione che soggiace al volere delle multinazionali. Il problema è politico”.

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