Coronavirus, il turismo a Orvieto rischia il ko tra disdette e prenotazioni ferme. Convocato tavolo in Comune

L’allarme sul coronavirus sta provocando seri danni ad un comparto di grande importanza per l’Umbria e Orvieto.  Secondo quanto dichiarato dal presidente di Confcommercio Giorgio Mencaroni, le strutture ricettive umbre hanno registrato il 70% di disdette sul breve periodo che va a sommarsi all’annullamento delle gite scolastiche e ad un trend negativo che sembra esserci anche sul periodo più lungo.  Ma a soffrire è l’intero comparto perché disdette arrivano anche per i ristoranti e una flessione la stanno già registrando anche bar, guide turistiche, aziende di trasporto turistico.  Lo stesso effetto-coronavirus sta colpendo anche le agenzie di viaggio in tutta la Regione con un fermo totale delle prenotazioni.

I responsabili dell’agenzia Effegi Viaggi confermano quanto avviene anche a livello regionale, “è tutto completamente fermo sul fronte delle prenotazioni.  Abbiamo difficoltà anche nel confermare i viaggi già programmati.  Ad esempio, abbiamo dovuto disdire due viaggi a breve perché c’è l’ordinanza di chiusura dei musei”.  Anche per quanto riguarda gli eventuali rimborsi non nasconde difficoltà perché “nel caso delle gite scolastiche c’è un decreto, ma per il resto, in mancanza di provvedimenti ufficiali non è previsto alcun ristoro, salvo per quei Paesi che hanno adottato o stanno adottando provvedimenti restrittivi nei confronti degli italiani”.   Davide Melone, gestore di uno degli hotel di charme in città dal canto suo sottolinea che “da lunedì sono iniziate le disdette ma da oggi (26 febbraio ndr) è stato un vero e proprio boom soprattutto sul breve periodo, cioè fino ad aprile.  Qualcosa dovrà assolutamente cambiare altrimenti la stagione è veramente compromessa soprattutto per chi, come nel nostro caso, gestisce la struttura e deve anche pagare un affitto.  Gli stranieri sono molto sensibili e stanno cancellando prenotazioni anche nel lungo periodo, proprio ora, mentre stiamo al telefono, un cliente ha cancellato una prenotazione per agosto”.  In pratica in pochissimi giorni “abbiamo avuto più di 40 disdette di prenotazioni, tante.  E’ necessario che ci sia un intervento da parte del governo rapido e incisivo per recuperare il terreno perduto, o almeno per arginare i danni”.

Sabrina Ceprini, AltaRocca Wine Resort, “abbiamo ricevuto diverse cancellazioni soprattutto da stranieri che avrebbero avuto problemi di quarantena nel loro Paese al rientro dall’Italia ma anche di italiani del nord che non si muovono per non creare problemi.  Le cancellazioni sono giornaliere e quindi è difficile già ora quantificare il danno ma sicuramente il problema è enorme.  A Pasqua è tutto completamente fermo”.

Preoccupato anche Stefano Martucci, gestore di un altro noto hotel orvietano, che rilancia l’allarme di Federalberghi sulle criticità e sulle cancellazioni.  “Non ho molto da dire, se non incrociare le dita, sicuramente per il breve periodo non ho un buon presentimento.  Se non si limita il fenomeno – spiega sempre Martucci – nel giro di un paio di settimane si potrebbe compromettere l’intera stagione visto che già ora, secondo le prime stime, stiamo intorno al 40/60% di perdite”.

Per Enzo Maglienti, gestore di una casa-vacanza, la situazione non è facile, “ho ricevuto anche io alcune cancellazioni soprattutto nel breve periodo.  Mi fa ben sperare per il futuro la conferma delle prenotazioni ad agosto e settembre tra l’altro di cinesi.  Personalmente ritengo che si stia un po’ esagerando e anche l’informazione all’estero non sia del tutto chiara.  Un italo-americano mi ha chiamato quasi convinto a cancellare.  Mi ha spiegato che le informazioni negli States non sono chiarissime e univoche generando grande confusione.  L’Italia è vista come Paese a rischio tutto.  Ho spiegato che a Orvieto e in Umbria non ci sono assolutamente problemi e così l’ho convinto”.

Per il 27 febbraio il Comune ha convocato un tavolo con i rappresentanti degli imprenditori del settore ricettivo-turistico proprio per discutere del futuro e capire quali azioni mettere in campo per far ripartire il prima possibile una stagione turistica che aveva avuto un esordio più che positivo a gennaio con il boom di visitatori al Pozzo di San Patrizio e che lasciava ben sperare per il resto dell’anno.  Ora il “coronavirus” rischia di vanificare gli sforzi fin qui compiuti da tutti per far dimenticare il terremoto e per far diventare l’Umbria e Orvieto un brand turistico attrattivo.  Per evitare un nuovo stop al settore servono istituzioni pronte ma soprattutto serve una capillare informazione all’estero sulla reale situazione in Italia magari approfittando anche dell’OMS che sta ridimensionando l’allarme sul Covid-19, o meglio lo sta ridefinendo come pericolosità dopo le prime cifre e le prime statistiche disponibili sulla reale pericolosità del virus.

 

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