Dalla polvere dei libri antichi a quella lunare, la nuova vita di Massimo De Caro parte dallo spazio

Il 22 giugno alle 17,30 nei locali di Villa Mercede s’inaugura la mostra “Così Celeste.  Da Galileo alla Stazione spaziale internazionale”.  Si tratta di una rassegna che ricostruisce l’intera epopea della conquista

Massimo Marino De Caroideatore della mostra sullo spazio

dello spazio partendo proprio da Galileo.  Le tappe della conquista dello spazio sono sottolineate dagli oggetti presenti alla mostra come la polere di stelle riportata sul nostro pianeta da Armstrong e Aldrin, la tuta di Samanta Cristoforetti, la prima astronauta italiana e poi tanti altri oggetti e testimonianze.  A rendere possibile la mostra sono l’ideatore Massimo Marino De Caro, una collezionista privata di Verona che vuole rimanere nell’anonimato che ha messo a disposizione i pezzi presenti, e la consulenza scientifica di Andrea Vagni.  A inaugurare la mostra Fernando Pedichini, astrofisico orvietano.  Fin qui la cronaca della presentazione della mostra.

A pochi sarà sfuggito il curatore e ideatore, Massimo Marino De Caro, sì, proprio quel personaggio che nel 2015 fece arrivare Orvieto sulla prime pagine dei giornali perché resosi protagonista della scomparsa di migliaia di volumi antichi della biblioteca napoletana “Girolamini” che all’epoca dirigeva.  Ultimamente era tornato il suo nome come responsabile de furto di alcuni documenti dell’Opera del Duomo ritrovati dai Carabinieri che tutelano il patrimonio artistico italiano.  Da questa accusa è stata totalmente scagionato anche grazie alle ricevute che aveva conservato della regolare compravendita.  De Caro non rinnega il suo passato, quello che lo ha portato a cumulare condanne per oltre 12 anni di carcere, poi scontati grazie alla buona condotta che per tre anni ha vissuto le realtà di Poggio Reale, Rebibbia e Orvieto.

De Caro non rinnega ma ammette tutti gli errori, chiede scusa e soprattutto vuole voltare pagina, anzi, per non cadere nel paragone con i libri, vuole cambiare, essere un’altra persona.  Ha voluto fortemente che detenuti ed ex-detenuti collaborassero all’organizzazione della mostra e per questo ha trovato la collaborazione della cooperativa MIR, presieduta da Alessandra Taddei.  La conferenza stampa è stata l’occasione per ripresentarsi a Orvieto e parlare senza filtri del suo passato.  De Caro ha voluto sottolineare fortemente la volontà di “tornare ad essere un cittadino normale.  Sono stato un ragazzo cresciuto troppo velocemente e i libri antichi erano diventati per me una vera malattia.  Il carcere mi ha cambiato – spiega De Caro – perché lì ho conosciuto per la prima volta gli ultimi, li ho visti, li ho ascoltati li ho compresi pienamente”.  Il nuovo Massimo De Caro è tornato a vivere dai genitori dopo la Corte dei Conti gli ha confiscato beni per circa 9 milioni di euro e da qui vuole ripartire, “dalla cosa più lontana dai libri, lo spazio, anche perché ho pagato il mio debito con la giustizia e ora vorrei che il giudizio si sposti su quello che farò, partendo proprio da un sogno quello di creare un museo permanente dello spazio qui a Orvieto”.

Massimo Marino De Caro (a sinistra) e Alessandra Taddei (a destra)- presidente della Cooperativa MIR. Claudio Lattanzi (al centro) – giornalista

La Cooperativa MIR ha accolto con entusiasmo il progetto della mostra e in particolare del coinvolgimento degli ultimi della società e Alessandra Taddei ha spiegato, “abbiamo immediatamente accolto la richiesta perché all’interno dei un programma che MIR aveva da tempo sviluppato.  Il nostro obiettivo è il reinserimento dei soggetti svantaggiati e l’iniziativa di Massimo De Caro va proprio in tal senso.  E’ anche per noi una nuova sfida ma soprattutto un’occasione unica per inserire le persone svantaggiate per le loro reali competenze”.

Il progetto è interessante, in particolare l’apertura di un museo dello spazio e della storia dello spazio.  Interessante il protagonista, Massimo Marino De Caro sulla cui storia giudiziaria è stata scritto recentemente un libro edito da Einaudi e tre case di produzione si stanno sfidando per trarne un film.  Ora non resta che accogliere la sfida che ha un valore sociale alto, quello del reinserimento dei detenuti ed ex-detenuti nel mondo del lavoro e nella società, uno dei momenti più difficili e complessi che se non viene portato a termine con successo rischia di far ricadere negli stessi errori se non peggiori gli interessati.

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