Dalle ceneri di TeMa può rinascere una nuova gestione del Teatro, soprattutto sostenibile

Lo psicodramma dell’assemblea autoconvocata dei soci di TeMa è andato in onda sabato 23 novembre on il consiglio di amministrazione riconfermato in blocco, salvo Stefano Paggetti le cui dimissioni erano già state ratificate, e con la promessa di rivedersi con una seconda assemblea in una decina di giorni.  Intanto il teatro rimane comunque chiuso e la stagione teatrale sconosciuta visto che la proposta inviata al comune dalla stessa TeMa non è stata approvata.

Rimangono alcune certezze.  Il cda è ora pienamente operativo e dovrebbe convocare la prossima assemblea dei soci.  Ma quali scelte ha di fronte il consiglio di amministrazione senza presidente?

Il primo nodo da sciogliere riguarda il recesso da socio e socio benemerito del Comune che equivale ad un mancato introito di circa 60 mila euro annui di quota associativa.  C’è poi l’altra questione della revoca della concessione del Mancinelli, con un valore potenziale di 175 mila euro, la cifra annua inserita nel contratto per la stagione teatrale che per quest’anno è stata già interamente pagata a valere sulla stagione teatrale che rischia di non vedere mai il via.  Con la revoca nel prossimo bilancio di TeMa mancherebbero anche i 175 mila euro del contratto.  Non solo ma TeMa si dovrebbe anche trovare una sede sociale con tutti i costi accessori oltre il canone di affitto e di soldi in cassa non c’è traccia, è cosa nota.

A questo punto il cda potrebbe decidere di combattere una battaglia legale, dai costi sicuramente alti per la stessa associazione, oppure di giungere ad un accordo bonario con lo stesso Comune, oppure, in ultima ipotesi, accettare le deliberazioni dalla giunta e riconsegnare le chiavi del teatro nei tempi stabiliti.  Ci sarebbero anche i soldi stanziati dalla Fondazione CRO, per la precisione 49.900 euro, non uno di più, ma che non sono nelle disponibilità di TeMa.  La Fondazione, infatti, ha deciso lo stanziamento ma solo a rendicontazione e solo fino alla cifra stabilita.

La situazione finanziaria è piuttosto grave anche per la presenza di almeno un decreto ingiuntivo da parte di un dipendente.  Alcuni consiglieri si sono recati dal Prefetto per presentare l’intera questione di TeMa che, lo ribadiamo, è un ente esterno al Comune e non strumentale.  Nella prossima assemblea, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere portato all’ordine del giorno la conferma delle dimissioni dei consiglieri, questa volta irrevocabili, che obbligherebbe i soci, Comune compreso, a indicare nomi nuovi per il Cda.  Un altro punto potrebbe essere proprio la messa in liquidazione della stessa associazione con tutte le conseguenze tecniche del caso.  Chi si prende in carico gli oneri derivanti dall’essere amministratore di TeMa?  Probabilmente sarà questo il vero ostacolo ad un qualsiasi piano di risanamento che avrebbe però un lasso temporale non compatibile con la concessione in atto, fatta salva la revoca richiesta dal Comune.  Gli amministratori, poi, sarebbero responsabili di ogni atto, in un senso o nell’altro, anche nei confronti della giustizia in caso di un processo liquidatorio.

Tornando alle risultanze della consulenza richiesta dal Comune, gli amministratori potrebbero richiedere a tutti i soci, questa volta anche al Comune, la regolarizzazione delle quote 2019 e l’anticipo della quota 2020 per tamponare le emergenze nel rispetto rigoroso della normativa vigente per non incorrere in eventuali azioni di responsabilità future e poi richiedere la liquidazione.  Seguendo la via maestra si potrà fornire la giusta tutela anche ai dipendenti che potrebbero accedere ai provvedimenti di salvaguardia previsti.  Una volta separate definitivamente le strade di TeMa e teatro allora si potrà individuare la modalità più vantaggiosa per il Comune riaprendo il vecchio bando, presentarne uno nuovo con prescrizioni più stringenti dal punto di vista finanziario oppure creare un soggetto diretto di gestione per conto dell’amministrazione.  Ogni strada resterebbe aperta ma prima dobbiamo sgombrare la via da ogni residuo del passato remoto, con il fardello del debito, che ha reso vano anche l’ottimo lavoro degli amministratori di TeMa sia con la presidenza Ceprini che con quella di Paggetti.  Il debito è sì diminuito ma, sempre come spiegato dal consulente tecnico, non sembrano esserci margini operativi per il futuro di TeMa.

Per il futuro del Teatro, invece, le strade potenziali ci sono, basta esplorarle senza inutili battaglie legali e politiche che rischiano di far spegnere le luci anche sul Mancinelli per alcuni anni.  Intorno a questo tavolo ipotetico dovrebbero sedersi maggioranza, opposizione, sindacato e categorie produttive per avviare una stagione nuova, libera dai fardelli del passato, con persone nuove che abbiamo voglia di impegnarsi per la crescita culturale di Orvieto rendendo il Teatro polo attrattivo vero e sostenibile.

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  1. Perchè non interpellare gli altri partecipanti al bando e sondare la loro disponibilità quanto meno per salvare la prossima stagione teatrale?

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