Dekade Kantiana e Orvieto in Philosophia, tre giorni di incontri con gli studenti per approfondire Kant

Dal 4 al 6 dicembre Orvieto ospita la terza edizione del Festival “Orvieto in Philosophia: per la città della sapienza” e la quinta edizione della Dekade Kantiana.  I lavori si terranno nell’Aula del Dialogo di Palazzo Negroni, sede del Centro Studi; all’auditorium di Palazzo Coelli, sede della Fondazione CRO; al Palazzo del Capitano del Popolo/Centro Congressi.

Sarà una tre giorni di iniziative tra loro coordinate con conferenze e dibattiti sul tema “la libertà del pensiero in Immanuel Kant” con la partecipazione di importanti filosofi, tra i massimi esperti dell’argomento.  Un appuntamento pensato per le scuole superiori e organizzato dalla Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto”, in collaborazione con UNITRE Orvieto, con il sostegno ed il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e del Comune, ed il patrocinio della Società Filosofica Italiana e dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria – MIUR. Festival, di rilevanza culturale ed educativa, a cui aderiscono gli Istituti d’Istruzione Superiore orvietani e di Terni, Acquapendente e Montefiascone.

La “Decade kantiana”, sul modello della tedesca “Kant Decade”, intende proporre all’attenzione degli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado temi kantiani che abbiano un impatto rilevante nella cultura contemporanea, in vista del trecentesimo anniversario della nascita del grande filosofo che cadrà nel 2024.

Per questa terza edizione, il festival “Orvieto a due voci” prevede, invece, incontri seminariali con gli studenti dell’ultimo anno delle Scuole secondarie di secondo grado di Orvieto.

Il tema di quest’anno è “La libertà nel pensiero di Immanuel Kant”. La lectio magistralis della Decade sarà tenuta da Gaetano Rametta, professore di storia della filosofia, proprio sull’argomento “Kant: l’enigma della libertà”.

Nelle due giornate del festival i dibattiti saranno animati da personaggi di primo piano del mondo filosofico italiano. Interverranno, infatti Massimo Donà, professore ordinario di filosofia teoretica, metafisica ed ontologia alla facoltà di filosofia, Università Vita – Salute San Raffaele, Milano; Stefano Marino, professore associato di estetica all’Università degli Studi di Bologna; Massimo Adinolfi, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Marco Moschini, professore associato di filosofia teoretica all’Università degli Studi di Perugia; Gaetano Rametta, professore ordinario di storia della filosofia all’Università degli Studi di Padova.

“Orvieto in Philosophia: per la città della sapienza” vuole essere l’indicazione di un’utopia necessaria alla società contemporanea, che sembra volersi allontanare sempre più da visioni di largo respiro poggiate su analisi ragionate. In particolare, intende fornire ai giovani occasioni di riflessione e di orientamento, dimensionandosi su quanto afferma lo stesso MIUR a proposito della potenza formativa delle pratiche di ragionamento critico: “Il potenziamento delle competenze logiche e argomentative permette l’esercizio di pratiche di ragionamento volte alla risoluzione dei problemi e in quanto tale è aspetto formativo strategico. Ne possono derivare significativi risultati metodologici quali l’impegno al dialogo e al lavoro di gruppo, la consuetudine con le procedure di verifica empirica di un’ipotesi, il controllo ragionato dei fattori che influenzano le soluzioni, la critica degli automatismi, in una parola, l’esercizio del pensiero critico”.

Gli studenti, assistiti dai loro docenti, saranno i veri protagonisti di queste giornate. Attraverso un lavoro preparatorio svolto nei primi mesi di scuola, le classi (o gruppi trasversali) degli istituti che aderiscono, hanno approfondito il tema secondo modalità liberamente scelte, partecipando poi alle diverse iniziative di presentazione dei risultati di tale lavoro con relazioni, domande, interventi. I materiali prodotti, gli interventi e le relazioni, saranno poi raccolti e diffusi con le modalità più appropriate.

L’ambizione è di fare di questa iniziativa un appuntamento annuale permanente di dialogo sui grandi temi della filosofia contemporanea che partono da Kant e arrivano alla più stringente attualità.

Nel portare il saluto della Città, il sindaco Roberta Tardani ha sottolineato “l’importanza di questa iniziativa, capace di generare – soprattutto negli studenti e nei giovani della nostra comunità – uno stimolo fortemente positivo all’esercizio del ‘pensiero critico’ applicato all’interpretazione dei fenomeni della contemporaneità”.

“La mission del CSCO – ha esordito la neo presidente del Centro Studi Città di Orvieto, Liliana Grasso – è quella di accrescere le competenze utili allo sviluppo sociale ed economico della città e del territorio circostante. Questo Festival è perfettamente in linea con la nostra ambiziosa mission. Affrontare la complessità in un momento in cui si va sempre di più verso la banalizzazione e la semplificazione dei ragionamenti anche su problemi complessi è una grande sfida che ci sembra giusto cogliere. In questa chiave assumono una rilevanza strategica tutte le azioni che mirino a potenziare competenze logiche e argomentative perché lo sviluppo del ragionamento e la capacità di risoluzione dei problemi costituiscono due aspetti formativi strategici. La pratica della filosofia a scuola e in generale nelle comunità oggi rappresenta uno strumento formidabile per affrontare la complessità, la velocità delle trasformazioni ed i cambiamenti sociali, culturali e tecnologici a cui la nostra società è sottoposta. La filosofia rappresenta un modello democratico che attraverso il dialogo e la ricerca favorisce la possibilità di sviluppare situazioni di crescita e di incoraggiamento alla partecipazione attiva e la progettazione di strategie risolutive collettive”.

“Più volte quella che stiamo vivendo è stata definita l’era della post-verità – ha proseguito – una fase in cui i fatti oggettivi influenzano l’opinione pubblica non per ciò che sono ma per il modo in cui vengono raccontati. La post- verità colpisce la sfera emotiva e fa leva sulle convinzioni personali a tal punto, che l’informazione, intesa nel senso più alto di ricerca della verità, cede il passo alla disinformazione. fake news, clickbait, eco chambers sono gli strumenti che creano quel “rumore di fondo” che oggi caratterizza Internet e i Social network e che ha finito per influenzare anche i decisori politici nella costruzione di soluzioni strategiche. Il web ed i social sono considerati come il libero mercato delle idee, luoghi dove esprimere liberamente le proprie opinioni su tutto. Tra un commento, un’offesa e un turpiloquio chiunque può dire la sua su tutto Quello che davvero manca è una buona dose di pensiero critico. Lamberto Maffei, uno dei massimi esperti di neuroscienze a livello internazionale della Scuola Normale di Pisa, intervenendo nell’Adunanza generale solenne dell’Accademia dei Lincei ha affermato che “Non fa bene al cervello essere continuamente bombardato da messaggi, come quelli che arrivano senza sosta dai social media, rischiano di diventare una sorta di ‘protesi del pensiero’: ‘il grande pericolo è la perdita dello spirito critico del cittadino’. Le uniche possibili contromisure, per Maffei, sono nella scuola e nella sua responsabilità nell’educare i giovanissimi ‘ai valori della lettura e del pensiero e della scienza’”.

“La cultura – ha concluso – è un sistema vitale, collegiale, capillare, in grado di generare “dal basso” e in maniera diffusa nuove idee e nuove visioni capaci di confrontarsi con l’incertezza dell’epoca in cui viviamo. L’impegno al dialogo e al lavoro di gruppo, la consuetudine con le procedure di verifica empirica di un’ipotesi, il controllo ragionato dei fattori che influenzano le soluzioni, la critica degli automatismi, in una parola, l’esercizio del pensiero critico sono gli obiettivi che tutti ci dobbiamo porre. Questo progetto ci fa capire quanto la filosofia sia assolutamente in linea con la contemporaneità e il grande successo delle edizioni precedenti ci conferma che siamo sulla strada giusta”.

“La particolarità di questo festival è che è rivolto ai giovani – ha affermato Franco Raimondo Barbabella – perché insieme ai docenti parla di filosofia con gli studenti e non agli studenti. Fare della filosofia dando un aiuto allo sviluppo delle competenze critiche può essere la chiave per interpretare un mondo sempre più complesso. Quindi uno strumento di libertà. Il senso del festival è dunque aiutare gli studenti a possedere le competenze. Per città si intende il luogo insieme ideale e reale in cui si svolgono le relazioni umane, l’incontro delle diversità che danno luogo allo scambio di idee e di esperienze culturali di valore generale. Orvieto è una città che per storia, dimensioni, posizione, caratteristiche socio-culturali, può essere ideale ad ospitare iniziative legate alla filosofia. E, nel panorama umbro e interregionale, può prestarsi ad ospitare attività filosofiche che, in un mondo incline a praticare le forme più diverse dell’irrazionale, propongono al contrario vie razionali di ricerca connotate dalla capacità di riflessione”.  Sempre Barbabella ha sottolineato che “alle due precedenti edizioni hanno partecipato circa 600 studenti.  Quest’anno abbiamo avuto maggiore difficoltà a trovare la risorse economiche, quindi ringrazio la Fondazione CRO che ci consente di proseguire.  Nell’edizione 2019 si discuterà di libertà declinata nell’accezione kantiana, nel rapporto con la verità, con l’etica e la politica”.  In conclusione, Barbabella auspica che per il prossimo anno il festival “diventi davvero un evento cittadino, inserito nel programma ufficiale delle manifestazioni culturali ricorrenti. Già c’è un’idea presentata all’amministrazione, ovvero che da novembre a dicembre questo festival possa essere legato al jazz collegandosi, in modo originale, con Umbria Jazz Winter. Un’idea che andrebbe presa in seria considerazione.  Per questa edizione sono coinvolte cinque scuole: l’Istituto d’Istruzione Superiore Artistica Classica e Professionale di Orvieto, l’Istituto d’Istruzione Superiore Scientifica e Tecnica, il Liceo Scientifico ‘G. Galilei’ di Terni, l’Istituto Omnicomprensivo ‘L. da Vinci’ di Acquapendente, l’IISS ‘Carlo Alberto Dalla Chiesa’ di Montefiascone. Coinvolgiamo inoltre cinque università: Vita – Salute San Raffaele di Milano, Padova, Bologna, Perugia e Napoli ‘Federico II’. Un ringraziamento particolare, infine, alla sezione di accoglienza turistica ed enogastronomia e ospitalità alberghiera dell’IISACP di Orvieto che curerà l’accoglienza nelle varie location del Festival e l’organizzazione di una cena su prenotazione, per i relatori e i docenti, presso la sede dell’Istituto intitolato al concittadino Luca Coscioni. Ringrazio il CSCO e tutti coloro che rendono possibile questo evento e le dirigenti Cristiana Casaburo e Rita Carmela Vessella per quanto fanno nella scuola. Abbiamo costruito una rete di amicizia importante. Malgrado i budget contenuti”.

“Per l’UNITRE è un onore essere presenti ed associati a realtà culturali come la Fondazione CSCO – ha sottolineato il presidente di Unitre, Riccardo Cambri – non avremmo avuto risorse umane ed economiche per andare oltre il nostro Palazzo Simoncelli. Grazie alla dose di sana follia di Franco Raimondo Barbabella, abbiamo affrontato la prima edizione. Vedere oggi una dirigente scolastica al tavolo è il segnale che abbiamo seminato bene. Sto lavorando perché le ‘lectio magistralis’ conoscano la dignità di una pubblicazione anche in forma digitale, magari con il supporto degli studenti, al fine arricchire la biblioteca. La Decade Kantiana è figlia del corso svolto Franco Raimondo Barbabella all’UNITRE, giunto quest’anno alla quinta edizione. Trovo bello e stimolante il ‘ponte’ con la musica jazz, senza tralasciare la musica classica. Penso a Bach”.

Da parte sua, Rita Carmela Vessella, dirigente scolastica IISST ha sottolineato che “l’importanza dell’iniziativa rivolta agli studenti perché in questa epoca del web la filosofia deve insegnare agli studenti a pensare”, mentre Cristiana Casaburo, dirigente scolastica IISACP ha aggiunto “mi piace pensare che alla base di tutto ci sia lo progresso del pensiero critico, che va sviluppato ed inserito in tutte le attività di studio o professionalizzanti e che porta necessariamente ad un mondo migliore. Nel mondo greco, il pensiero filosofico era alla base. Forse dovremmo tornare a farlo. Non è necessario solo a chi si approccia allo studio delle materie classiche, ma anche al pragmatismo. Essendo alla guida dell’Istituto da questo anno scolastico, è la prima volta che sono presente a questa esperienza, e mi fa particolarmente piacere collaborare”.

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