Delle AREE INTERNE neanche l’ombra, ma per diffonderne il fallimento si spendono 12.000 euro di soldi pubblici

Riceviamo e pubblichiamo a firma Stefano Olimpieri (Capo gruppo IDENTITA’ e TERRITORIO)

Dello sviluppo promesso con le AREE INTERNE neanche l’ombra, ma per diffonderne il fallimento si spendono 12.000 euro di soldi pubblici

Con un provvedimento datato 19 novembre 2018 (Prot. Gen. 43767) il Comune di Orvieto intende affidare un incarico di collaborazione ad un giornalista professionista per divulgare e diffondere le strategie delle AREE INTERNE con una spesa di 12.000 euro. Dato per asserito che il Comune nel proprio organico ha alcune figure aventi il titolo di giornalista, quello che risulta assolutamente inaccettabile è che vengono spesi questi soldi per qualcosa che non esiste. Ma cosa si vuole divulgare se i progetti di queste Aree Interne sono ancora “a carissimo amico”? Ma cosa si vuole diffondere se le uniche risorse che vi sono vengono concesse ai Comuni al solo fine di procedere a interventi non strutturali e di piccolissimo cabotaggio?. In più occorre rammentare che della tanto sbandierata partecipazione degli imprenditori privati, quelli che secondo le promesse di Germani avrebbero aderito in massa a questi progetti e che avrebbero portato sviluppo e benessere a tutto il territorio, non vi è la minima traccia. Pertanto, oltre a non comprendere per quale ragione si debbano spendere soldi pubblici quando esistono figure professionali all’interno della Pubblica Amministrazione che potrebbero svolgere lo stesso lavoro, risulta inaccettabile che vengano spesi soldi dei contribuenti per diffondere e divulgare un qualcosa che ad oggi non esiste. Soprattutto perché la “ratio” della legge istitutiva delle A.I. è stata completamente disattesa, visto che aveva come elemento cardine quello di arginare lo spopolamento del territorio attraverso azioni concrete a tutela delle comunità. Ed invece è riemerso il solito modello dirigista fondato sulla spesa di denaro pubblico e sull’assistenzialismo pagato da tutti i cittadini.

 

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