Disagio giovanile, Casasole: “occorre supportare le famiglie”

Stare insieme nel rispetto delle regole, divertirsi con i propri amici senza creare pericolo a sé stessi e agli altri. A Orvieto su questi e altri temi che riguardano il mondo degli adolescenti e il disagio di cui sembrano soffrire, si sono interrogate alcune associazioni orvietane che grazie all’impegno della consigliera comunale Beatrice Casasole, si sono ritrovate a cercare di capire come poter aiutare e come poter risolvere, o quanto meno affrontare al meglio, questo disagio.

Da questa esigenza di confrontarsi è nato l’incontro “Giovani, famiglia e scuola al tempo del Covid-19: progetto aperto” che si è tenuto, a cura dell’Associazione Genitori di Orvieto nei giorni scorsi nel roseto didattico di Rocca Ripesena.

“Per dedicare maggiore attenzione alle famiglie – spiega Casasole – è necessario creare una rete, una collaborazione totale che si faccia carico di analizzare le problematiche e si ponga come obiettivo il supporto ai giovani e alle loro famiglie. Per questo organizzeremo a breve un altro incontro su questi temi, e un convegno sulla legalità in collaborazione con le forze dell’ordine cittadine.” Forze dell’ordine che non hanno fatto mancare il proprio sostegno all’iniziativa partecipando all’incontro coordinate dal questore di Terni, Roberto Massucci e dal dirigente del commissariato di Orvieto, Antonello Calderini. Presenti anche numerose associazioni attive sulle politiche giovanili del territorio come il Cesvol, la cooperativa sociale “Il Quadrifoglio”, l’associazione “Diamoci una mano”, Cittaslow, le società sportive Orvieto FC e Orvietana Calcio e l’Oratorio parrocchiale.

“In questo momento di emergenza e post emergenza tra i più colpiti sono i giovani, che hanno visto cambiare all’improvviso la propria vita – spiega Monia Pieroni di Age.” Da parte sua il questore, Roberto Massucci, ha presentato il progetto “#scegli la strada giusta” che sarà attivato nelle scuole secondarie di primo grado di Terni e Amelia. Al centro del progetto il concetto di legalità e del rispetto: di se stessi, dei compagni, dei genitori, delle istituzioni.

“Nel confronto con chi opera sul territorio – concludono Pieroni e Casasole – è emerso che i comportamenti a rischio si manifestano sempre più spesso in età pre-adolescenziale, a partire dai 10, 11 anni. Sarà proprio ai ragazzi di quella fascia di età che andranno rivolte le azioni condivise e scuola, attività sportive, sociali e culturali giocheranno senza dubbio una parte importante nel riattivare il senso civico e la convivenza civile che l’emergenza ha messo a dura prova.”

 

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