Elezioni: in casa Pd che confusione! Ora c’è anche l’ipotesi lista civica e intanto Orvieto soffre

C’è aria di campagna elettorale e nel centro-sinistra, o almeno in quel che ne rimane, sembra regnare lo scoramento.  Più che scoramento sembra che ci sia da ogni parte l’assoluta voglia di disprezzare l’avversario che, però, non è l’altro o gli altri schieramenti, ma tutto interno al PD.  Continua infatti la guerra aperta tra il PD di governo, Germani, e il PD politico, Scopetti-Taddei.  In mezzo a soffrire l’elettorato, sicuramente, ma soprattutto la città.

Orvieto sta attraversando una fase delicatissima.  I dati sono quasi tutti negativi, il turismo è ripartito ma, anche il dato positivo è in decremento mese su mese del 2018.  L’imposta di soggiorno non ha dato i risultati sperati.  Cambiamo argomento?  L’economia è più che ristagnante. I collegamenti ferroviari non sono cresciuti o migliorati.  L’edilizia non è ripartita perché la variante al Prg ancora non è stata presentata ed approvata.  Ma non è questo il luogo per fare l’elenco dei problemi.

Torniamo al PD.  C’è una tale divisione che anche alla presentazione di un’associazione, Orvieto 19to24, era presente una sola parte di Pd, il main sponsor dell’iniziativa, e mancava totalmente quella di governo.  Strano.  Lì si voleva aprire il dibattito sulla città e chi governa non si presenta, non viene ad ascoltare?  No, in ossequio alla linea del disprezzo non ci si va dal nemico, non dall’avversario.  Nel vecchio PCI il dissidente era definito “compagno che sbaglia” e poco gentilmente buttato fuori; nel PD odierno non c’è quello spessore politico che permette comportamenti simili.  Non c’è a Roma quindi perché dovrebbe esserci a Perugia, Terni e Orvieto?  Pensate ai tempi passati e alle dichiarazioni di Scopetti e Germani, l’uno contro l’altro: cosa sarebbe successo? Uno dei due fuori dal partito.  E invece sono ancora lì a combattersi da compagni, chissà se si definiscono ancora così.  E mentre ci si dilania la città piange.  La città non progetta e non ha visione di futuro, o meglio non ha una classe politica che ancora oggi è maggioranza, in grado di offrire un piano strategico a medio-lungo termine.  Abbiamo avuto solo soluzioni spot, determinate anche dalle contingenze, accelerazioni e frenate su azioni a seconda sempre delle esigenze o sulle ali dell’entusiasmo.  Anche il segretario regionale Gianpiero Bocci sembra avere difficoltà nel trovare il bandolo della matassa.  Intanto si fa strada l’ipotesi della lista civica con un pezzo di PD a guidarla.  E l’altro pezzo?

Che confusione!  Intanto il centro storico continua a soffrire, le eccellenze, che ci sono, cercano di viaggiare da sole e le infrastrutture sono sempre più malconce.  A ben analizzare nessun può dirsi scevro da colpe perché, comunque, hanno assicurato il governo a Orvieto per l’intera consiliatura.  Taddei, Pettinacci e Belcapo hanno avuto l’occasione di staccare la spina al sindaco e non l’hanno fatto.  Il sindaco poteva anche lasciare addossando ogni colpa alla parte di maggioranza/opposizione in consiglio.  Forse un bel passo di lato potrebbe essere l’unica vera scelta, magari appoggiando un vero sindaco civico con una lista che porti il simbolo del PD perché, nel bene e nel male, si deve avere il senso dell’appartenenza politica sopportandone onori e oneri senza tentare di nascondersi dietro la foglia di fico della lista (in)dipendente.

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