Elezioni/5: il centro-destra non è unito, è un tutti contro tutti, per ora

Se nel centro-sinistra si cerca il candidato ideale magari pescando nel mondo imprenditoriale, nel centro-destra la situazione si sta ingarbugliando.  Concina si è ritirato stizzito perché avrebbe dovuto partecipare al casting per scegliere il candidato.  E’ stato fin troppo chiaro, “non mi servono confronti parla il mio CV”.  E allora il lotta si restringe a due?  In realtà non è così semplice, Sardegna docet.  Le elezioni hanno consegnato la Regione al centro-destra che ha accettato, unito, un candidato proveniente da un partito esterno pur di raggiungere l’obiettivo finale cioè tornare a governare.  Le varie anime dei partiti non hanno trovato l’accordo e allora si è andati fuori perimetro.  La Lega ha avuto il suo successo personale partendo da zero anche se raffrontando il risultato delle regionali con quello delle politiche qualche scricchiolio c’è stato, ma poca cosa.  Forza Italia ha sostanzialmente tenuto visto il trend negativo mentre Fratelli d’Italia ha dato il suo apporto alla coalizione: tutti insieme appassionatamente ma con un candidato esterno.  E a Orvieto?  In Forza Italia c’è ancora la lotta interna tra Tardani e Meffi, Fratelli d’Italia di Tardani non vuol saperne mentre nella Lega c’è l’anima consiliare che vuole il candidato forte mentre la parte guidata da Fella punta ad altro, magari a Fella stesso anche se più di una volta l’interessato in varie occasioni ha spiegato di essere a disposizione ma di non volersi candidare.

Secondo le indiscrezioni anche in casa centro-destra sembra essere Perugia a dover scegliere tanto che i più cattivi hanno già dato Orvieto abbandonata in nome della Regione nel 2020.  In pratica la Lega ha deciso di lasciar fare agli altri, leggasi Forza Italia, per puntare al bersaglio grosso, anche se questo dovesse significare perdere un Comune che secondo molti potrebbe essere facilmente conquistato dal centro-destra unito.  Ma non è così scontato.  La storia politica della città indica una propensione verso il centro-sinistra e in una sola occasione, quando il centro-destra ha deciso di spogliarsi del colore politico con Concina, ha battuto, seppur con l’anatra zoppa, la corazzata PD.  Nell’area del centro-destra sembra essere rientrata anche Cristina Calcagni (provenienza Scelta Civica) in appoggio al candidato forte. E proprio Forza Italia è così dilaniata sia a livello nazionale che a livello locale da non riuscire a decidere e preferire andare alla conta finale in attesa che qualcosa si muova in Regione e poi a Roma anche a costo di perdere a maggio.

Chi punta ad un candidato terzo, magari esterno ai partiti, spera nella variabile Fella che sta rompendo il fronte apparentemente granitico, ma così non è, della Lega pro-Tardani.  D’altronde la prospettiva è quella di vedere un centro-destra parcellizzato con i propri elettori liberi di scegliere il candidato sindaco secondo loro migliore.  Soprattutto il centro-destra rischia di perdere quell’elettorato critico, non “targato”, storicamente legato al centro e che in passato ha votato per il PD senza convinzione ma che vedendo la divisione interna e soprattutto un sindaco apertamente schierato potrebbe anche tornare all’ovile o decidere di non votare in attesa, magari, del ballottaggio.

Marzo è alle porte e lo schieramento che potrebbe trarre il maggior vantaggio dalle lotte intestine del centro-sinistra ancora non ha scelto, perdendo tempo prezioso per presentare la proposta e il progetto di città, quello che tutti attendono anche dagli altri ancora tutti troppo impegnati a farsi la guerra tra loro e accaparrarsi il posto di candidato sindaco, poi si vedrà.

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