Federalberghi, i dati orvietani sono fortemente negativi. Giuseppe Santi chiede un confronto con il sindaco

“I tempi e le logiche del settore dicono che questo è il momento giusto per fare il punto e disegnare la nuova stagione del turismo a Orvieto. Dobbiamo però fare presto, se vogliamo tentare di invertire questo trend negativo che stiamo vivendo e immaginare un 2018 meno pesante, per le nostre imprese e il nostro territorio”.  Giuseppe Santi, delegato Federalberghi Umbria Confcommercio sul territorio orvietano, si rivolge così all’amministrazione comunale di Orvieto, sollecitandola a definire al più presto, in collaborazione con gli imprenditori del settore, gli elementi dell’offerta turistica di Orvieto, da presentare ai prossimi appuntamenti fieristici nazionali ed internazionali e alle Borse del turismo. Chiedendo inoltre un incontro al sindaco e all’assessore di riferimento per aprire subito il confronto.

“In questo giorni si lavora pochissimo – aggiunge Santi – e il bilancio dei mesi passati è certamente negativo. I dati ufficiali sul movimento turistico verso il comprensorio ci dicono che l’orvietano ha perso nei primi sei mesi dell’anno il 7,20% degli arrivi e il 16,08 delle presenze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, contro il -14,23% della media regionale, sulla quale peraltro incide, come è evidente, il dato pesantissimo della Valnerina.   Abbiamo perso il 20% delle presenze di turisti italiani e stiamo avvertendo la mancanza di tanti tour operator importanti, che in passato sceglievano la nostra destinazione.  Sul turismo c’è tanto da fare; ma purtroppo vediamo ancora poca concretezza. E’ questo invece il momento di rimboccarsi le maniche, con le idee chiare e l’atteggiamento giusto. L’amministrazione comunale ha appena fatto sapere che aprirà presto la consultazione on line per modificare l’imposta di soggiorno, coinvolgendo anche le cosiddette locazioni turistiche.

E’ un fatto che attendevamo e che giudichiamo positivamente. Proprio per il peso che questo tipo di ospitalità ha sul territorio. Un territorio che è anche letteralmente assediato dal sommerso turistico, come più volte denunciato da Federalberghi sulla base di dati statistici”.

A fronte di 40 alberghi e 290 esercizi extralberghieri ufficialmente registrati nel comprensorio di Orvieto, Federalberghi ha censito 414 alloggi presenti solo sul portale Airbnb.  Orvieto, inoltre, figura al quarto posto nella graduatoria dei Comuni umbri per numero di alloggi Airbnb: 201 contro i 104 esercizi extralberghieri registrati: alloggi in affitto, B&B, agriturismi, country house.   “Di imposta di soggiorno – conclude Santi – bisogna parlare anche per quanto riguarda le risorse che ne derivano, che devono essere correttamente finalizzate allo sviluppo del turismo, comparto strategico per tutta l’economia del territorio orvietano, con il concorso delle associazioni maggiormente rappresentative delle imprese che investono risorse private per portare turisti in città e nel comprensorio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

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  1. Anche io più che l’imposta vedo il peso assurdo della burocrazia. Molta gente, per scelta/incapacità/necessità affitta una settimana a Capodanno e una in estate giusto per recuperare qualcosa. E’ una posizione molto diversa da chi (seguito magari dal proprio fiscalista e avvocato) possiede o gestisce decine di appartamenti o da chi affitta ogni sera l’appartamento come un albergo. Sulle tasse si può discutere, certo. Ma le incombenze burocratiche non possono essere le stesse, per mille ovvi motivi. Non sarebbe più logico per queste attività veramente “occasionali” trovare un sistema tecnicamente inattaccabile per far pagare solo una sorta di “tassa di soggiorno unica e forfettaria” ? I proprietari sarebbero felicissimi di evitare comunicazioni e pagamenti spesso di pochi euro. Il Comune incasserebbe non 20/30 euro l’anno (spesso fumosi e incerti) ma magari un importo forfettario sicuro ad inizio anno di 50. Pensiamoci……….

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