Fondazione CRO favorevole all’offerta di SRI Group sulla maggioranza di CRO, banca sana e importante per il territorio

Riceviamo e pubblichiamo una lunga nota della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto riguardante il prossimo futuro della banca orvietana e l’offerta vincolante presentata da SRI Group alla Popolare di Bari per acquisire la maggioranza della stessa CRO. 

 

La Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, nell’apprendere, direttamente da Banca Popolare di Bari, della proposta vincolante, presentata da Sri Group, per l’acquisto della partecipazione di proprietà della Banca barese, è disponibile ed attenta a valutare, senza pregiudizi, l’iniziativa espressa da SRI verso la Cassa di Risparmio di Orvieto. La Fondazione guarda con interesse alla volontà, dichiarata da SRI, di creare sinergie e realizzare con la stessa un piano che dia vita ad un progetto di sviluppo sul territorio, capace sia di portare competenze tecniche, sia di collocare Cassa di Risparmio di Orvieto e la città di Orvieto in una posizione di maggiore rilievo.

Il ruolo della Fondazione è da sempre quello di azionista di minoranza che, in Cassa di Risparmio di Orvieto, difende la propria partecipazione in tutte le sedi istituzionali.  In questo contesto, vanno letti i suoi interventi, effettuati negli ultimi anni, quali:

– le ripetute denunce agli Organi sociali (2408 cc);

– le richieste di riunioni assembleari e le proposte di approfondimenti sulle attività svolte dalla Cassa di Risparmio di Orvieto per la Banca Popolare di Bari;

– l’esercizio di diritti rivenienti da specifici accordi contrattuali, nei confronti della Banca Popolare di Bari, per attività che questa avrebbe dovuto svolgere e non ha svolto;

– le richieste, senza successo, all’azionista di maggioranza Banca Popolare di Bari, nella persona del suo presidente, a spiegare le strategie ed il piano industriale che, da improvvide dichiarazioni, avrebbe addirittura dovuto prevedere la fusione per incorporazione tra le due banche. Sul punto, abbiamo appreso favorevolmente del recente ritorno di Vincenzo de Bustis alla guida della Banca Popolare di Bari, in quanto tecnico di lungo corso molto capace.

Di tutte queste attività della Fondazione sono stati sempre mantenuti informati gli organi competenti, i quali sono chiamati a vigilare sulla Cassa di Risparmio di Orvieto, sulle sue attività e quelle dei suoi azionisti, e che in questo momento vigilano sullo stato di salute della banca barese, sulle attività svolte e su quelle in corso di svolgimento per riportare a normalità il citato Istituto. Tra queste, appunto, è prevista la cessione della partecipazione in Cassa di Risparmio di Orvieto.  Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Orvieto, Gioacchino Messina, ha commentato: “stiamo seguendo con molta attenzione lo sviluppo dell’operazione con SRI e renderemo noto il nostro pensiero allorquando saremo in possesso di tutte le informazioni utili e necessarie. Siamo, comunque, positivamente impressionati dall’interesse manifestato da SRI, perché riteniamo che la Cassa di Risparmio di Orvieto sia una banca solida, le cui difficoltà vanno ricercate principalmente nelle ricadute negative causate dalle inefficienze della capogruppo. I fondamentali lo dimostrano: CET1 a quasi il 12% (la Banca Popolare di Bari al 9 % a giugno), NPL al 2% e NPE al 6% (la Banca Popolare di Bari 18% a giugno) e liquidità ampiamente sopra i minimi. Sono indici ampiamente migliori rispetto a molte banche italiane, compresa la stessa Banca Popolare di Bari, i cui organi sociali ad oggi non hanno approvato il bilancio 2018 e a cui il revisore non ha ancora rilasciato la relativa certificazione per ragioni legate alla continuità aziendale. Purtroppo, questi numeri sono gravati dall’incidenza dei costi che derivano sia dalle inefficienze della capogruppo, sia dai limitati ricavi, dovuti ad una miope capacità commerciale. Ad aggravare la situazione, un piano industriale inadeguato ed azioni commerciali inadatte ad integrare, in modo costruttivo, l’operatività delle due banche con il territorio. Si tratta di un piano industriale che, nella sua particolare inadeguatezza, vuole vedere le due banche ancora insieme malgrado la decisione (comprensibilissima) del socio barese di vendere la Cassa di Risparmio di Orvieto, al fine di generare liquidità e migliorare il CET1. Piano industriale che è imposto alla Cassa di Risparmio di Orvieto dalla Banca Popolare di Bari, che vorrebbe esercitare un ruolo di direzione e controllo.

Piano che il CdA di Cassa di Risparmio di Orvieto, pur nella consapevolezza della sua inattuabilità, sta dimostrando di non saper ostacolare. Per questo, nei limiti delle azioni che la legge ci consente, siamo disponibili a supportare chiunque abbia quale strategia, a valle di un esame critico sia soggettivo che oggettivo, il rilancio della redditività della Banca e dia vita ad un progetto di sviluppo capace di integrare ancor più Cassa di Risparmio di Orvieto ed il territorio. Cassa di Risparmio di Orvieto è una realtà abbastanza piccola, aperta all’innovazione, con una forte e solida base economica. Il ruolo istituzionale della Fondazione è quello di ricercare, promuovere e supportare iniziative che mostrino stabilmente queste caratteristiche. Per ragioni che verranno appurate in altre sedi, l’esperienza con la banca barese, iniziata dieci anni fa, attraverso un conferimento di attività diverse dal denaro, non è pervenuta ai risultati attesi. Da tempo, la Fondazione è osservatrice critica, ma attenta alle nuove iniziative e progetti che vedono coinvolta la Cassa di Risparmio di Orvieto, senza pregiudizi e timori connessi a scelte che comportino cambiamenti”.

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