Gnagnarini su riorganizzazione del personale comunale

di Massimo Gnagnarini

La CGIL in un suo recente comunicato esprime preoccupazione per le criticità nel funzionamento della macchina comunale e per le difficoltà che si riversano sui lavoratori e sull’erogazione dei sevizi ai cittadini.

E’ un problema serio. Mi permetto, dunque, di aggiungere alcune considerazioni che mi derivano dall’aver seguito le questioni correlate fino a qualche mese fa in qualità di assessore al personale.

In primo luogo il richiamato nuovo modello organizzativo del Comune, avviato nel corso di questa consigliatura , è ancora orfano di almeno due delle sue componenti originarie e fondamentali :

l’individuazione dei singoli responsabili di ognuno dei processi amministrativi che si svolgono in capo agli uffici;
l’introduzione di un nuovo sistema informativo in sostituzione di quello preistorico ancora in uso e del tutto inadatto ad assicurare una efficacie comunicazione tra gli uffici, il controllo di gestione, la trasparenza e l’interazione tra gli organi decisionali politici e quelli tecnici gestionali.
Si tratta di ritardi ascrivibili a questa amministrazione e che devono essere colmati al più presto.

Nel contempo si è dovuto far fronte ad altre criticità strutturali nella gestione del personale del Comune di Orvieto che provengono da errori del passato:

l’abuso delle progressioni negli inquadramenti con relativa sproporzione di figure apicali
l’indebita erogazione di somme tra il 2010 e il 2015 a favore dei dipendenti e dei dirigenti.
Vero è che negli ultimi dieci anni il Comune di Orvieto ha perso 1/3 del totale dei suoi dipendenti, ma tuttavia oggi il rapporto tra numero di abitanti e numero dei dipendenti è pari a quello della media nazionale e pertanto l’attuazione del turnover, ovvero la pratica di nuove assunzioni, potrà esser ripresa già in occasione dei prossimi pensionamenti. L’uscita dallo stato di pre-dissesto del Comune elimina l’ultimo ostacolo che finora vi si frapponeva.

Semmai qui, adesso, l’Amministrazione e i sindacati devono darsi una mossa per ridefinire un piano dei fabbisogni delle risorse umane compatibile con le nuove professionalità nei settori chiave coincidenti con una precisa visione futura della città e dei nuovi servizi utili al suo sviluppo economico e sociale.

Colgo l’occasione per ringraziare la CGIL e con essa tutte le altre sigle confederali per il senso di responsabilità e la competenza con le quali si è svolto il confronto tra le parti nel corso della prima parte di questa consigliatura e confido in una favorevole soluzione rispetto alle questioni tutt’ora ancora aperte.

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