I sindacati chiedono “rilancio e territorialità” per la CariOrvieto

Cassa di Risparmio è di nuovo al centro delle discussioni anche se, ad oggi, non abbiamo la possibilità di confrontare numeri e voci di bilancio né di CRO né di Popolare di Bari.  Il nuovo piano commerciale per la CariOrvieto è un mix di fatto, tra depotenziamento dell’indipendenza, ridimensionamento delle filiali, chiusura di altre e per il resto un piano piuttosto standard per un gruppo che deve rinascere dopo, come ha specificato proprio il dg Bergami in un’intervista rilasciata ad ekuonews.it, “il fallimento non ufficiale del 2019”.  Nero su bianco la CRO diventa una vera e propria grande area commerciale con la sua autonomia controllata e la chiusura entro ottobre del 2021 di 9 filiali, mentre altre diverranno cashless, cioè senza il servizio di cassa, e altre ancora con funzionamento di cassa solo al mattino.  Dopo le anticipazioni durante il TG OrvietoLife del 25 febbraio anche i sindacati hanno inviato una lunga nota che riportiamo qui di seguito, firmata da  FABI, First-Cisl e FISAC-Cgil. Tutti dobbiamo lavorare per il rilancio della Cassa di risparmio di Orvieto, che è un patrimonio non solo del Comune, ma anche e soprattutto della Regione Umbria, in particolare oggi, alla vigilia della presentazione del nuovo piano industriale del Gruppo.  Di recente sia da parte dell’ad della Banca Popolare di BARI, Bergami, in occasione della recentissima nomina del nuovo cda di CRO, espressione di MCC e di professionalità orvietane, che da parte della Fondazione CRO, sono arrivate parole in tale direzione.  Come sindacati della categoria condividiamo e sottoscriviamo le dichiarazioni di ‘voler rafforzare la presenza della banca sul territorio’ e di voler perseguire ‘un progetto di rilancio e crescita della CR di Orvieto’, negando ogni ipotesi di fusione con BPB e sottolineando il futuro ‘ruolo importante di CRO nel Gruppo MCC’, non più BPB.

Come RR.SS.AA. non possiamo esimerci però dall’esprimere i nostri timori ed i nostri auspici circa gli eventi che ci attendono.  Auspichiamo fortemente che detto piano industriale non si risolva in qualche chiusura di filiale o in qualche modifica organizzativa dal sapore ‘Gattopardesco’, ma che rappresenti e rinnovi le peculiarità e le caratteristiche della CRO e che soprattutto non dimentichi l’impegno profuso da lavoratori e lavoratrici che nonostante le difficoltà, hanno dimostrato con costanza e disponibilità di tenere alla propria realtà lavorativa ed al proprio territorio.  Sarebbe infatti corretto e veramente nel segno della discontinuità che, finalmente, si ritornasse ad investire in tecnologia, digitalizzazione, in un catalogo prodotti adeguato, in formazione ed in sistemi premianti ed incentivanti.  Auspichiamo inoltre che le trattative sindacali si possano svolgere almeno in parte, a livello aziendale, dando modo per primo all’azienda, di meglio cogliere, comprendere e utilizzare, le tipicità che la CRO possiede.

Esortiamo quindi con forza MCC, Fondazione ed il nostro nuovo CdA a mantenere fede agli impegni e concretizzare in fatti le dichiarazioni ufficiali diramate qualche giorno fa soprattutto alla vigilia della scelta del nuovo Direttore Generale CRO, attesa per i prossimi giorni.  Le RRSSAA, come hanno sempre fatto, continueranno a vigilare sulla politica aziendale e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti e si faranno promotori di un’azione di sensibilizzazione presso tutte le Istituzioni nella difesa dell’unica banca umbra ormai rimasta sul territorio”.

E’ un appello, accorato, che sembra confermare alcuni timori che abbiamo sottolineato durante il TG del 25 a partire dalla definizione di “integrazione” che nel linguaggio finanziario ha il significato di fusione o meglio incorporazione, magari lasciando un’autonomia decisionale come area commerciale, divisione o soluzioni similari nel medio periodo.

Come OrvietoLife  continueremo ad approfondire l’argomento fin dalla prossima settimana con un primo focus video.

 

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