Il ritorno della festa di Santa Perduta 🗓

Dal 30 agosto al 1 settembre il consueto appuntamento con i festeggiamenti legati al tradizionale culto di Santa Perduta: tre giorni di festa per perdersi e ritrovarsi

Partita nel 2003, la Festa di Santa Perduta è diventata una vera e propria tradizione per Orvieto e non solo, e così, da venerdì 30 agosto a domenica 1° settembre, di nuovo Radio Orvieto Web chiama a raccolta la cittadinanza per vivere insieme una festa diversa da tutte le altre, tre giorni di gioia dedicati al culto di questa particolarissima Santa esclusa, chissà perché, dal calendario liturgico.

La Festa, che si avvale del Patrocinio del Comune di Orvieto e della collaborazione degli Abitanti di Quartiere di San Giovenale (quartiere in cui la stessa Radio Orvieto Web lo scorso giugno ha dato vita all’apprezzatissima “Cantine Sonore”), è, come da consuetudine, divisa in due parti: la prima è costituita dalle due serate del rituale prologo “In cerca di Santa Perduta” che si terranno nell’ormai storica Piazzetta Simoncelli, nel quartiere medievale di Orvieto; la seconda parte è la Festa vera e propria, che l’anno scorso a malincuore è stata annullata per maltempo, e che torna ancora sotto forma di un picnic musicale pomeridiano-serale presso i Giardini di San Giovenale, proprio sotto l’omonima Chiesa.

Un’importante novità è rappresentata dal fatto che, grazie al supporto fondamentale de “Il Gelato di Pasqualetti” e dell’ “Opel Gala” di Orvieto, la Festa di Santa Perduta si fa plastic free, anticipando di due anni le norme europee: bicchieri, posate e piatti saranno in materiale riutilizzabile o compostabile. Un passo piccolo, ma crediamo importante, verso il rispetto dell’ambiente.

Da segnalare anche la meravigliosa icona di Santa Perduta 2019 disegnata da due giovanissime ragazze orvietane, Matilde Marchesani e Morgana Burli, che hanno dato vita a un’affascinante Santa adolescente, colta nel suo acerbo mistero.

Ma andiamo con ordine a presentare le serate, cominciando dal rituale Prologo che avrà luogo il 30 e 31 agosto.

VENERDI’ 30 AGOSTO, ore 21.15- “Per Francesco, sopra le stelle del jazz”- Concerto afrojazz dei FELA TUFI 10et (P.zza Simoncelli, quartiere medievale)

Dal 2010 Santa Perduta ricorda con gioia ed affetto Francesco Satolli, amico e jazzista che un tremendo destino ci portò via nell’estate 2008.

Quest’anno, sempre nella splendida cornice di P.zza Simoncelli, andrà in scena l’incontro tra jazz e musica africana ad opera dei Fela Tufi, un progetto inedito ideato appositamente per questa occasione da Francesco Bufalini ed impreziosito dagli arrangiamenti originali di Alessandro Bossi e Lorenzo Agnifili che avranno al loro fianco ben 8 musicisti che sono un po’ la storia e l’eccellenza del jazz orvietano.

La rigogliosa formazione è così composta: Francesco Bufalini (sax soprano), Federico Turreni (sax alto), Gianfranco Puppola (sax tenore), Filippo Bianchini (sax tenore), Leonardo Gazzurra (trombone), Francesco Rosati (chitarra), Enrico Bellocchio (basso elettrico), Iacopo Bianchini (batteria, percussioni), Lucio Giovannella (batteria, percussioni), Lorenzo Agnifili (piano e arrangiamenti) e Alessandro Bossi (arrangiamenti).

I Fela Tufi ci guideranno sulle rotte meticce della musica AfroJazz & AfroBeat di Fela Kuti, (il nigeriano jazzista che ne è stato l’indiscusso profeta), e di altri gruppi affini, in una serata danzereccia dedicata a un grande amico come Francesco, saxofonista, archeologo e all’occorrenza danzatore… anche di Fela Kuti!

SABATO 31 AGOSTO, ore 21.15, “In cerca di Santa Perduta”, (P.zza Simoncelli, quartiere medievale)- “SEGUIMI, IO SONO LA NOTTE- Orvieto canta Renato Zero”. Serata-evento con Simone mi odia, Stranizza Zero, Emilio e le sue irritazioni, South of no north, Matteo Sacco e Blue Carpet Duo.

La lunga serie di “Orvieto canta…”, fortunata formula che dal 2011 prevede ogni anno un omaggio a un grande della canzone italiana ad opera di alcuni dei maggiori musicisti del nostro comprensorio, dopo il tributo a Ivan Graziani, Lucio Dalla, Bruno Lauzi, Claudio Baglioni, Adriano Celentano, Franco Battiato e Gianni Morandi, quest’anno onora Renato Zero, un artista che ha avuto un impatto cruciale sulla società di questo paese, sul suo modo di pensare e di porsi davanti alle cose.

Quando Renato Zero muove i suoi timidi passi sulla scena artistica, tra gli anni ’60 e ’70, l’Italia è un paese sostanzialmente ancora bacchettone e tradizionalista, poco propenso a mettersi in discussione, imperniato su poche certezze incrollabili, non ultima l’identità sessuale.

Ecco, in quell’Italia lì, mescolando in modo temerario operetta, pop melodico, glam, discomusic, melodramma e chissà che altro, Renato Zero irrompe con fare dirompente, tracima dai pigri schermi televisivi della domenica pomeriggio, entra senza bussare nei tinelli marroni della famigliola italiana per provocarla con la sua esibita alterità. Uno scandalo fatto di piume di struzzo, trucco, abiti immaginifici, in cui i contorni sfumano, le identità acquisite entrano in crisi e si riformulano.

Ma non finisce qui: Renato Zero costringe quell’Italia benpensante e accidiosa ad ascoltarle, quelle canzoni così spiazzanti (“Triangolo”, “Baratto”, “Mi vendo”, “No, mamma no!”, tanto per dirne qualcuna), e poi a canticchiarle facendosi la barba, o intasati nel traffico, e infine ad amarle alla follia (alla “zerofollia”, per essere filologici) dando vita a un fenomeno sociale e di costume incredibile (i famosi “sorcini”), inaudito per vastità e profondità.

Renato Zero ha detto a tutti quelli che, dovunque e per qualunque motivo, si fossero sentiti diversi, tagliati fuori e messi al bando, che in loro non c’era nulla di sbagliato, che la vita non era un manuale di istruzioni ma un quadro policromo da abitare ognuno con il proprio colore.

Insomma, che potevano farcela.

E pezzi come “Amico”, “Il cielo”, “Più su”, “Il carrozzone”, stavano e stanno ancora lì per accogliere, per avvolgere tutti in un unico abbraccio, per essere cantate come inni, nell’esatto senso religioso del termine.

Dopo i due prologhi, a chiudere ecco la “XIV FESTA DI SANTA PERDUTA”:

DOMENICA 1° SETTEMBRE- dalle ore 17.30 alle 24.00- Compagni di merende: il picnic di Santa Perduta (Giardini di San Giovenale, Orvieto).

I Giardini di San Giovenale, situati a ridosso delle mura, con la loro vista mozzafiato sulla vallata, con le loro piccole grotte, con i loro prati e i loro alberi, sono un incanto raro, e anche quest’anno accoglieranno dalle 17.30 il picnic che apre la festa popolare pomeridiana, tra bimbi che scorrazzano allegramente, tra Fedeli stravaccati sull’erba su stuoie e lenzuoli, attraversati da musica, porchetta, vino e sangria, tutto secondo la consueta filosofia della condivisione di ciò che viene portato dai Devoti, in accordo con l’originario spirito di questa festa.

Sul piccolo palco allestito sul prato, saliranno LO SCALO (una all-stars band orvietana che si muove in un indie-songwriter con forti agganci con i ’90), LA BANDA DEL COMITATO (poetico e sonante ensemble che passa dalle sonorità folk e manouche della fisarmonica a quelle graffiate della chitarra e del trombone, passando per la canzone leggera italiana) e i LOVE IN PORTOFINO (gioioso quartetto devoto a Fred Buscaglione e, di rimbalzo, ai grandi del periodo d’oro dello swing italiano, come Natalino Otto, Nicola Arigliano, Renato Carosone, Armando Trovajoli e molti altri).

In mezzo a tutto questo bendidio, testimonianza della vivacità musicale del nostro territorio, ecco i ritmi e le proposte sorprendenti di DJMauroVecchi e DJEnzo, colonne portanti di Radio Orvieto Web.

Come tradizionale liturgia impone, alle 21.30, tra candele e cuori, entrambi accesi, sarà il momento della Solenne Litania di Santa Perduta, con cui i Fedeli imploreranno anche per quest’anno i favori della Santa.

Gli Organizzatori (che ricordano che alle 24.00 scatta il gioco dell’uva e si va tutti a nanna) raccomandano di venire caldi e amorevoli, pronti al ballo, al bacio e al baratto di quanto, mangereccio o bevereccio, sarà portato in omaggio alla Santa.

FORMAZIONI:

LO SCALO:

Raffaele Iacarella (voce, chitarra)

Leandro Tortolini (tastiere)

Luca “Caciotta” Costantini (batteria)

Emanuele “Lillo” Ranieri (chitarra)

Maurizio Freddano (basso)

LA BANDA DEL COMITATO:

Alice Rohrwacher (fisarmonica, voce)

Martina Schiucchino (voce, ukulele, percussioni)

Francesco Rosati (chitarra, voce)

Leonardo Gazzurra (trombone, poesie)

Filippo Bianchini (sax)

Giggi Barba (batteria, percussioni)

LOVE IN PORTOFINO:

Simone Stopponi (voce e chitarra)

Sandro Paradisi (piano e fisarmonica)

Alessandro Graziani (batteria)

Lorenzo Calvanelli (contrabbasso)

Durante le serate, sarà possibile contribuire a sostenere attivamente la Festa acquistando le magliette, le tazze e gli shoppers con la nuova icona di Santa Perduta, realizzata appositamente da Matilde Marchesani e Morgana Burli.

Gli organizzatori desiderano ringraziare di cuore Il gelato di Pasqualetti, l’Opel Gala, la Macelleria Oreto, la Cooperativa “Il Quadrifoglio”, l’Impresa Edile Sangiovanni, i Vini Neri, la Cantina Poggio Cavallo, la Cantina Palazzone, il Vincaffè, il Collettivo Teatro Animazione, A.R apunto erre, Ass. Te.Ma, la Protezione Civile, e tutti gli abitanti di San Giovenale medievale per il loro indispensabile aiuto e la calorosa ospitalità.

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