Le “riaperturine” del 26 aprile. In Italia solo vacanze francescane, nel futuro si vedrà e le imprese non possono programmare

Con le riaperture ci siamo. Lunedì 26 aprile si tornerà nei ristoranti e nei bar all’aperto, potranno aprire cinema, teatri e musei, la scuola sarà per la gran parte in presenza.  Tutto bene, dunque?  Non proprio.  Dopo una prima fase di entusiasmo, anche social, per l’annuncio di Draghi nella conferenza stampa, si è iniziato a leggere nel particolare.  Intanto solo chi ha tavoli all’aperto può aprire, mentre gli altri devono rimanere chiusi e attendere giugno, quando è prevista anche la loro riapertura ma solo dalle 5 alle 18.  Poi si torna all’uso esclusivo degli spazi esterni e solo fino alle 22, perché dopo scatta il coprifuoco fino al 31 luglio fatto salvo un eventuale intervento del consiglio dei ministri.  Vediamo il complesso delle regole che devono essere rispettate.  I pubblici esercizi possono aprire solo all’aperto a partire dal 26 aprile.  Al chiuso continuano a valere le regole attuali, cioè si entra a seconda dei protocolli, si prende l’ordinazione e si consuma fuori a distanza dal locale. A partire dal primo giugno potranno essere utilizzati gli spazi interni dalle 5 alle 18, poi si torna all’asporto, con il distanziamento di due metri tra i tavoli e tra le persone al banco.  I tavoli possono essere occupati da 4 persone, fatte salve le famiglie più numerose.  I menù possono essere digitali, plastificabili così da sanificarli dopo ogni utilizzo, o su carta usa e getta, poco ecologico.    Si potrà andare al ristorante solo su prenotazione e il gestore dovrà tenere il registro delle presenze per 14 giorni.  Per eventuali clienti dell’ultimo minuto comunque dovrà essere registrato il nominativo del cliente.  Alle 22 i locali dovranno essere vuoti con il solo personale per le operazioni necessarie di pulizia, sanificazione e altre mansioni.

Ripartono anche gli spettacoli teatrali, musicali e i cinema con una capienza ridotta al 50% e comunque non oltre i 500 al chiuso e mille all’aperto.  Anche in questo caso, a parte la musica dal vivo, dopo l’entusiasmo iniziale sono arrivate le precisazioni.  Molti gestori di sale cinematografiche non hanno ancora deciso se aprire per due motivi fondamentali, permane il divieto di consumare cibi e bevande all’interno delle sale e soprattutto manca la materia prima, cioè pellicole nuove.  Per quanto riguarda i teatri non sono previsti spettacoli, non è stato possibile effettuare prove e molte compagnie hanno sospeso i programmi in attesa “di tempi migliori”.  Insomma tutto sarà estemporaneo, a parte i cosiddetti “one man show” dove il protagonista è solo, al massimo con secondo attore e con scenografie ridotte all’osso.  Ma lo stop più doloroso è arrivato dal coprifuoco alle 22 che obbligherà gli esercenti a rivedere gli orari, in particolare nei teatri che tradizionalmente iniziano gli spettacoli alle 21 circa.  Non sarà possibile e si va incontro alla stagione calda, per questo si favorisce l’utilizzo degli spazi all’aperto.  Bene, ma come si potrà proiettare un film alle 18 in pieno giorno?  Impossibile.  Ma soprattutto come si potranno programmare eventi nel mese di luglio, quando ripartiranno fiere, congressi e convegni.  Anche per i cartelloni estivi serve programmare, allestire, prendere impegni di spesa, magari versare caparre, e tutto puntando sulla rivisitazione dei divieti e sperando sul continuo calo dei contagi e dei ricoveri.  Una sorta di “gioco al buio” che amano i ludopatici e i giocatori professionisti, molto meno chi fa impresa che, invece, punta tutto sulla programmazione proprio per evitare, per quanto possibile, sorprese.  Certo è fondamentale il rischio d’impresa, ma su dati previsionali verisimili e non inventati putando sulla buona sorte.

La Lega sta giocando una partita durissima all’interno della maggioranza di governo ma Draghi tiene duro, forte dell’appoggio incondizionato del PD e anche all’incontro con le regioni, oggi guidate proprio dal leghista Fedriga, il premier ha confermato la disponibilità a rivedere prontamente le regole, ma solo a tempo debito.  L’ultimo colpo è per il turismo.  Quale turista vorrà pianificare le proprie ferie in Italia sapendo fin da ora di dover cenare alle 19/20 con il sole e poi rientrare in tutta fretta in camera entro le 22 senza potersi godere il fresco della sera, una passeggiata romantica in riva al mare o sul lago, un giro sulle giostre e un gelato per i bambini? Solo vacanze francescane in Italia, mentre i nostri maggiori competitors stanno per aprire senza troppi limiti e senza coprifuoco.

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