Lega, “la chiusura delle filiali CRO tributo troppo alto per il territorio. Raccogliamo l’appello del Comune di Porano”

“Secondo il nuovo piano strategico ed industriale della Banca Popolare di Bari controllata da Medio Credito Centrale e, di conseguenza, della controllata Cassa di Risparmio di Orvieto, nell’ottica del taglio dei costi, sembrerebbe programmata la chiusura di nove filiali della CariOrvieto. Un tributo molto alto lo dovrebbero pagare i residenti di alcuni comuni dell’Orvietano, dove pare vengano tolti ben 6 presidi”.  Così la nota con cui il referente provinciale della Lega Terni, Barbara Saltamartini e quello del Comprensorio Orvietano, Davide Melone, sottolineano le criticità del probabile nuovo assetto della Cassa di Risparmio di Orvieto.
“I sindaci ed i cittadini di tali, piccoli comuni coinvolti dai supposti tagli – prosegue la nota- sono preoccupati e auspicano che la banca riveda la sua strategia: già soffrono la mancanza di alcuni servizi fondamentali e con la chiusura di alcune filiali vedrebbero peggiorare notevolmente la loro situazione. Tra i comuni coinvolti dovrebbero esserci anche Baschi, Montecchio e Porano. Raccogliamo quindi l’appello del sindaco di Porano, Marco Conticelli e del suo vice Fabrizio Bonino.  In queste piccole realtà la popolazione residente è composta principalmente da anziani, che non hanno troppa dimestichezza con i servizi digitali e con l’home banking e per loro, la sede della banca è un punto di riferimento”.
“E’ fondamentale – aggiungono i leghisti- mantenere questi presidi territoriali poiché la banca in questi comuni ha anche un valore sociale che non deve essere trascurato. Sappiamo che la strategia commerciale di un istituto di credito privato è volta al profitto e alla razionalizzazione dei costi, ma non è possibile agire in questo modo, indiscriminatamente, senza coinvolgimento alcuno delle istituzioni locali.  A Porano e negli altri comuni del comprensorio, spesso le frazioni sono dislocate a distanza di chilometri, l’una dall’altra, e non è quasi mai agevole, raggiungere altri centri limitrofi.  I servizi essenziali devono essere mantenuti sul territorio e la sede fisica di una banca, in cui si può ritirare la pensione, pagare le bollette e svolgere tutte le commissioni di cui si ha bisogno, diventa un presidio primario, per chi non ha abilità informatiche.  “Prima di tagliare – conclude la nota- è necessario porre la giusta attenzione al contesto e al tessuto sociale di riferimento, valutando quali possano essere gli effettivi disagi, che una determinata decisione, porti alla quotidianità dei cittadini.

Noi della Lega ci schieriamo dalla parte del buon senso, dei residenti, della popolazione non attiva e dei sindaci che stanno cercando di tutelare un loro sacrosanto diritto, quello di non veder spogliare e depauperare ulteriormente i loro comuni di un servizio essenziale”.

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