L’Orvietana in Serie D. Cronaca di una stagione vissuta da capolista

Sabato scorso il campo e la matematica hanno sancito quello che, nell’ambiente, si sussurrava da tempo ma che la scaramanzia imponeva di non dire ad alta voce: l’Orvietana Calcio, a dispetto di tutti i pronostici della prima ora, è tornata di nuovo in un campionato nazionale.
Una cavalcata vincente, durata “solo” 31 giornate e portata a casa dal team di Gianfranco Ciccone con ben tre turni di anticipo, in un campionato in cui la primazia biancorossa non è mai stata messa in discussione.
Fuori da ogni possibile cabala, il tecnico biancorosso me lo aveva anticipato qualche settimana fa che la consacrazione sarebbe arrivata proprio in questa giornata pre pasquale e non in quella prima al Muzi: “Il Lama a Branca vince; perde a Ellera la partita dopo.” E così è stato.
Mi è sembrato strano stare lontana dal campo e dai festeggiamenti, ma purtroppo la salute stavolta ci ha messo lo zampino maligno. Proprio adesso ed erano anni che non avevo più neanche il raffreddore. Peccato, il rimpianto è di essermi persa una giornata storica per l’Orvietana e per la città di Orvieto.
Non potevo però far spegnere così gli echi della vittoria così importante e così grandiosa e quindi ho chiamato Ciccone, che di questa vittoria è stato il regista. La sua voce appare calma, adesso, anche quando racconta della notte insonne passata prima della gara. “No, non è stato lo stress della partita; piuttosto qualche discussione di troppo con qualcuno, che mi ha innervosito e non mi ha fatto vivere serenamente la vigilia.” Ancora non si rende ben conto di quello che è successo: “Sì, forse è così. Me lo hanno detto anche tutti gli allenatori e i dirigenti delle squadre di Eccellenza che mi hanno chiamato per farmi le congratulazioni e questa è stata una cosa bellissima che mi ha fatto tanto piacere.”
Gianfranco Ciccone, storico capitano biancorosso ai tempi proprio della serie D – che mancava alla società del Presidente Biagioli ormai da dieci anni – nonché difensore “ignorante” nel senso buono del termine, ha saputo trasmettere la garra che lo contraddistingueva in campo ai suoi giocatori; tutti insieme hanno portato Orvieto sul tetto dell’Umbria.
Il momento in cui ha approcciato la panchina la prima volta Ciccone se lo ricorda bene: “Era l’anno di Scarfone allenatore [stagione 2013/2014, campionato di Promozione che l’Orvietana affrontava dopo due retrocessioni consecutive ndr]. Io ero tesserato ancora come giocatore, ma, ad un certo punto, a Scarfone è subentrato Montenero, che ha avuto la panchina quella frazione di campionato e per tutto il successivo ed io ho cominciato a collaborare facendo il secondo a lui. Nel frattempo, si era liberata la panchina della Juniores e la società mi ha affidato la squadra in corsa. Successivamente [campionato 2015/2016 ndr] la panchina della prima squadra fu affidata a Nardecchia e lui ha voluto che facessi solo l’allenatore in seconda, senza interferenze di altri ruoli nel settore giovanile.” Dopo quella esperienza, Ciccone si è preso una pausa, girovagando in Italia insieme al suo amico d’infanzia Totò Di Natale; nel frattempo, l’Orvietana con Fatone in panchina, grazie ad un ripescaggio, era salita di nuovo in Eccellenza e Gianfranco è tornato per insegnare tecnica individuale ai ragazzi della scuola calcio, lasciando però l’Orvietana a novembre per andare a fare una esperienza nel Lazio, alla guida della Vigor Acquapendente, la sua prima esperienza da tecnico di una prima squadra. Arriviamo alla stagione 2018/2019, quando sulla panchina della prima squadra siede Zampagna e a Ciccone viene affidata, ancora una volta, la Juniores. Ben presto, a Zampagna subentra Mister Silvano Fiorucci, che Ciccone lo conosce bene per averlo avuto come giocatore anni prima e lo chiama a fare il suo vice. Ciccone si ritrova così su due panchine, quella della Juniores e quella della prima squadra. “Non ce la facevo; l’impegno era troppo importante, anche se quell’anno riuscii a portare la Juniores ai play off e, poi, complice la promozione in serie D del Foligno e il conseguente accesso della sua Juniores nel campionato nazionale, la squadra fu ripescata nel massimo campionato regionale di A1. L’anno dopo, decisi di dedicarmi solo alla prima squadra.” Era l’anno del Covid, con il campionato sospeso a febbraio e mai più ripreso. Finalmente, dopo anni di gavetta – siamo alla stagione 2020/2021 – il presidente Biagioli offre a Ciccone la panchina della prima squadra dell’Orvietana. Pronti, via, una giornata ed ecco che di nuovo il Covid sospende i giochi. Era quindi naturale che anche per questa stagione la panchina rimanesse a lui. L’Orvietana parte in silenzio, anzi fino ad estate inoltrata si è corso anche il rischio che non partisse affatto. Qualche amichevole e poi le prime due gare ufficiali di Coppa Italia terminate con due sconfitte; nessuno indicava l’Orvietana tra le favorite. Il direttore Arcipreti è il primo a tracciare la strada: Orvietana fra le prime cinque del campionato.
Già dopo le prime otto giornate, tuttavia, dopo aver infilato una serie di altrettante vittorie, al quinto posto non ci credeva più nessuno. La squadra era forte, ben messa in campo e non sbagliava una virgola, sia quando inanellava buone prestazioni, sia quando le prestazioni erano meno buone, ma restava comunque la concretezza che aiutava a portare a casa il risultato. Tante gioie, qualche dolore, pochi in realtà, pochissimi, anche perché, se qualche passo falso c’è stato, come è normale che sia in un campionato lungo 34 partite, dietro non c’era nessuno che potesse impensierire, anche solo lontanamente, l’armata capitanata da Ciccone.
I numeri non mentono. Mai. Ed è così che, dopo 23 vittorie su 31 gare disputate e 2,36 punti a partita, l’Orvietana ritrova di nuovo la serie D. Ma i numeri appartengono solo alle statistiche e a queste devono dare conto. Appartengono a tutti invece gli abbracci, i cori, le lacrime e i sorrisi, gli occhi scintillanti, le mani strette alzate al cielo. Una storia bellissima, lunga sette mesi, che si snoda lentamente come la pellicola di un gran bel film…
Attori protagonisti: Carmine FROLA, Riccardo PERQUOTI, Emanuele ROSSI, Marco BARBINI, Filippo BIANCALANA, Marco BONINSEGNI, Tommaso CIPOLLA, Fabio FAPPERDUE, Francesco FLAVIONI, Manuel T. GUINAZU, Alessandro LANZI, Ruggero LOMBARDELLI, Raffaele COTIGNI, Mario DI PATRIZI, Danilo GRECO, Rocco GUAZZARONI, Edoardo PROIETTI, Andrea BACI, Andrea BRACALETTI, Aboubacar KEITA, Lorenzo NICODEMO, Damian SCIACCA, Mattia VICARONI.
Con la collaborazione di: Giacomo Nevi, Alessio Stocchetti, Vasco Di Domenico, Matteo Biancalana, Salvatore De Bellis, Michele Giorgi, Massimo Pace
Sceneggiatura: Alvaro Arcipreti e Giuliano Cioci
Regia: Gianfranco Ciccone
Un film prodotto da: Roberto Biagioli
 
Sabato scorso il campo e la matematica hanno sancito quello che, nell’ambiente, si sussurrava da tempo ma che la scaramanzia imponeva di non dire ad alta voce: l’Orvietana Calcio, a dispetto di tutti i pronostici della prima ora, è tornata di nuovo in un campionato nazionale. Una cavalcata vincente, durata “solo” 31 giornate e portata a casa dal team di Gianfranco Ciccone con ben tre turni di anticipo, in un campionato in cui la primazia biancorossa non è mai stata messa in discussione. Fuori da ogni possibile cabala, il tecnico biancorosso me lo aveva anticipato qualche settimana fa che la consacrazione sarebbe arrivata proprio in questa giornata pre pasquale e non in quella prima al Muzi: “Il Lama a Branca vince; perde a Ellera la partita dopo.” E così è stato. Mi è sembrato strano stare lontana dal campo e dai festeggiamenti, ma purtroppo la salute stavolta ci ha messo lo zampino maligno. Proprio adesso ed erano anni che non avevo più neanche il raffreddore. Peccato, il rimpianto è di essermi persa una giornata storica per l’Orvietana e per la città di Orvieto. Non potevo però far spegnere così gli echi della vittoria così importante e così grandiosa e quindi ho chiamato Ciccone, che di questa vittoria è stato il regista. La sua voce appare calma, adesso, anche quando racconta della notte insonne passata prima della gara. “No, non è stato lo stress della partita; piuttosto qualche discussione di troppo con qualcuno, che mi ha innervosito e non mi ha fatto vivere serenamente la vigilia.” Ancora non si rende ben conto di quello che è successo: “Sì, forse è così. Me lo hanno detto anche tutti gli allenatori e i dirigenti delle squadre di Eccellenza che mi hanno chiamato per farmi le congratulazioni e questa è stata una cosa bellissima che mi ha fatto tanto piacere.” Gianfranco Ciccone, storico capitano biancorosso ai tempi proprio della serie D – che mancava alla società del Presidente Biagioli ormai da dieci anni – nonché difensore “ignorante” nel senso buono del termine, ha saputo trasmettere la garra che lo contraddistingueva in campo ai suoi giocatori; tutti insieme hanno portato Orvieto sul tetto dell’Umbria. Il momento in cui ha approcciato la panchina la prima volta Ciccone se lo ricorda bene: “Era l’anno di Scarfone allenatore [stagione 2013/2014, campionato di Promozione che l’Orvietana affrontava dopo due retrocessioni consecutive ndr]. Io ero tesserato ancora come giocatore, ma, ad un certo punto, a Scarfone è subentrato Montenero, che ha avuto la panchina quella frazione di campionato e per tutto il successivo ed io ho cominciato a collaborare facendo il secondo a lui. Nel frattempo, si era liberata la panchina della Juniores e la società mi ha affidato la squadra in corsa. Successivamente [campionato 2015/2016 ndr] la panchina della prima squadra fu affidata a Nardecchia e lui ha voluto che facessi solo l’allenatore in seconda, senza interferenze di altri ruoli nel settore giovanile.” Dopo quella esperienza, Ciccone si è preso una pausa, girovagando in Italia insieme al suo amico d’infanzia Totò Di Natale; nel frattempo, l’Orvietana con Fatone in panchina, grazie ad un ripescaggio, era salita di nuovo in Eccellenza e Gianfranco è tornato per insegnare tecnica individuale ai ragazzi della scuola calcio, lasciando però l’Orvietana a novembre per andare a fare una esperienza nel Lazio, alla guida della Vigor Acquapendente, la sua prima esperienza da tecnico di una prima squadra. Arriviamo alla stagione 2018/2019, quando sulla panchina della prima squadra siede Zampagna e a Ciccone viene affidata, ancora una volta, la Juniores. Ben presto, a Zampagna subentra Mister Silvano Fiorucci, che Ciccone lo conosce bene per averlo avuto come giocatore anni prima e lo chiama a fare il suo vice. Ciccone si ritrova così su due panchine, quella della Juniores e quella della prima squadra. “Non ce la facevo; l’impegno era troppo importante, anche se quell’anno riuscii a portare la Juniores ai play off e, poi, complice la promozione in serie D del Foligno e il conseguente accesso della sua Juniores nel campionato nazionale, la squadra fu ripescata nel massimo campionato regionale di A1. L’anno dopo, decisi di dedicarmi solo alla prima squadra.” Era l’anno del Covid, con il campionato sospeso a febbraio e mai più ripreso. Finalmente, dopo anni di gavetta – siamo alla stagione 2020/2021 – il presidente Biagioli offre a Ciccone la panchina della prima squadra dell’Orvietana. Pronti, via, una giornata ed ecco che di nuovo il Covid sospende i giochi. Era quindi naturale che anche per questa stagione la panchina rimanesse a lui. L’Orvietana parte in silenzio, anzi fino ad estate inoltrata si è corso anche il rischio che non partisse affatto. Qualche amichevole e poi le prime due gare ufficiali di Coppa Italia terminate con due sconfitte; nessuno indicava l’Orvietana tra le favorite. Il direttore Arcipreti è il primo a tracciare la strada: Orvietana fra le prime cinque del campionato. Già dopo le prime otto giornate, tuttavia, dopo aver infilato una serie di altrettante vittorie, al quinto posto non ci credeva più nessuno. La squadra era forte, ben messa in campo e non sbagliava una virgola, sia quando inanellava buone prestazioni, sia quando le prestazioni erano meno buone, ma restava comunque la concretezza che aiutava a portare a casa il risultato. Tante gioie, qualche dolore, pochi in realtà, pochissimi, anche perché, se qualche passo falso c’è stato, come è normale che sia in un campionato lungo 34 partite, dietro non c’era nessuno che potesse impensierire, anche solo lontanamente, l’armata capitanata da Ciccone. I numeri non mentono. Mai. Ed è così che, dopo 23 vittorie su 31 gare disputate e 2,36 punti a partita, l’Orvietana ritrova di nuovo la serie D. Ma i numeri appartengono solo alle statistiche e a queste devono dare conto. Appartengono a tutti invece gli abbracci, i cori, le lacrime e i sorrisi, gli occhi scintillanti, le mani strette alzate al cielo. Una storia bellissima, lunga sette mesi, che si snoda lentamente come la pellicola di un gran bel film… Attori protagonisti: Carmine FROLA, Riccardo PERQUOTI, Emanuele ROSSI, Marco BARBINI, Filippo BIANCALANA, Marco…
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