Matteo Panzetta, “il calcio locale è un valore aggiunto per la città, le istituzioni non possono disinteressarsene”

Mi trovo a scrivere queste parole, molto amareggiato, in seguito alla decisione della FIGC Umbra di far iniziare il campionato di Eccellenza, disputato anche dall’Orvietana Calcio, a 18 squadre con 7 turni infrasettimanali terminandolo per la fine di maggio.  Una formula con cui sarà quasi impossibile portare a termine la stagione sportiva(basterebbe un caso positivo tra giocatori, accompagnatori e/o dirigenti per bloccare una squadra 15 giorni senza tempo per recuperare le partite) gravando ancor di più sulle casse delle società dilettantistiche già vessate dai protocolli per il COVID, mettendo ancora più a rischio la salute di tutti i tesserati.

Dopo un confronto con il presidente Roberto Biagioli, che da più di 15 anni investe soldi, tempo e pazienza nel portare avanti una delle società sportive più blasonate dell’Umbria con alle spalle 110 anni di storia, mi rendo conto di come le istituzioni, locali e non, sembrerebbero disinteressate al problema.   Il calcio e lo sport in generale ad Orvieto hanno sempre rappresentato un fiore all’occhiello per la cittadinanza, visto quanti ragazzi fanno parte dei settori giovanili e vista la loro importanza nella crescita e formazione di questi bambini e adolescenti.  Il compito delle istituzioni dovrebbe essere quello di aiutare le società sportive, sostenerle e non permettere il loro disfacimento o l’incredibile difficoltà che hanno nel proseguire le loro mansioni sotto tutti i punti di vista.

Cito testuali parole di una recente intervista del presidente: “Quando la fatica supera il gusto è ora di smettere.”  Orvieto non può permettersi di perdere una squadra che ha 110 anni di lunghissima storia alle spalle, che ha diversi collaboratori, che forma col il settore giovanile 200 ragazzi ogni anno e porta un valore aggiunto così grande a tutta la comunità.

Vale per l’Orvietana Calcio così come per tutti gli altri sport.

Matteo Panzetta

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