Muro contro muro Amici della Terra-Acea. Il 23 aprile la Regione darà il suo parere sul progetto per la discarica

Sta entrando nel vivo la questione del nuovo progetto di ampliamento della discarica presentato da Acea in Regione.  Il procedimento di VIA è in corso e nella giornata di lunedì 9 si è tenuta una riunione della conferenza regionale dei servizi per discutere della questione.  Ma il giorno importante per conoscere il futuro del sito Le Crete dovrebbe essere il 23 aprile quando in Regione si dovrebbe decidere in maniera definitiva.  Amici della Terra sta tenendo alta la guardia spiegando che sono tanti i segnali che qualcosa avverrà sicuramente.  D’altronde in Regione non hanno mai nascosto che “Le Crete” è fondamentale per il sistema di smaltimento dei rifiuti in discarica.  Ma il consiglio comunale di Orvieto ha ribadito ancora una volta il suo “no” unanime ad ogni tipo di progetto, senza eccezioni.

Vediamo cosa è scritto nei documenti forniti alla conferenza dei servizi da Amici della Terra e da Acea.  Partiamo dallo scorso anno quando proprio la Regione decise di non superare il “no” del Comune di Orvieto al progetto Acea e di non ricorrere, di conseguenza, alla Presidenza del consiglio dei ministri per andare oltre il parere negativo degli uffici regionali del Mibact. Lo spiega chiaramente l’associazione Amici della Terra nelle sue controdeduzioni ad Acea quando riporta proprio il D.G.R. del 2017, “secondo la Soprintendenza il parere negativo non è superabile con modifiche o alterazioni o attenuazioni o mitigazioni di quanto proposto, ma con la sola rinuncia all’intervento”. Il documento, poi, ricorda anche la posizione del Comune, “lo stesso consiglio comunale di Orvieto con delibera n. 107 del 17/11/2014, approvata all’unanimità, impegna sindaco e giunta a porre in atto tutte le misure ed atti che si renderanno necessari a scongiura

re ogni e qualsiasi ulteriore ipotesi di ampliamento della discarica esistente, ovviamente incluso il cosiddetto terzo calanco”.  L’associazione, poi, sottolinea come “anche in merito al volume lordo complessivo dei nuovi gradoni 9-bis e 10, comprensivi dei materiali tecnici e del capping, il quale è pari a 1.087.842 metri cubi mentre nel precedente progetto era pari a 1.478.032 metri cubi. Quindi non vi è alcuna lettura distorta, bensì l’evidenza per tabulas di quanto proposto da Acea srl”.

Successivamente Amici della Terra evidenzia anche le problematiche paesaggistiche controdeducendo lo scritto di Acea. “la Legge Regionale n. 1/2015 individua e tutela i crinali e le sommità dei rilievi in base alla loro percepibilità dalla viabilità di interesse regionale e provinciale, nonché dalle ferrovie al fine di garantire la visione di un orizzonte sempre naturale”.

Pronta la risposta di Acea Ambiente, durissima con l’associazione e che controbatte punto su punto.  In particolare dal punto di visa paesaggistico l’attacco è frontale, forte anche dei pareri tecnici degli Enti coinvolti. “Il progetto emendato costituisce una sintesi – è scritto nella lettera inviata dalla società di gestione della discarica orvietana – di un percorso di rivisitazione richiesto dalla DGR Umbria del 6 marzo 2017, che si esplica attraverso una significativa riduzione della capacità di stoccaggio e l’eliminazione degli effetti paventati sullo skyline collinare”. Poi l’attacco all’associazione. “Per i nuovi volumi derivanti dall’attuazione del progetto di rimodulazione, la lettura del documento presentato dall’Associazione offre un quadro completamente distorto. (…) a pagina 18 della Relazione Generale è chiaramente esplicitato quello che sarà il volume netto aggiuntivo a quello attualmente autorizzato, ossia 390.058 mc e non 745.829 mc (…) Il progetto di rimodulazione è improntato all’eliminazione delle paventate interferenze rispetto al profilo morfologico attuale del sito ed alla massima conservazione e tutela dei crinali. (…) Si ribadisce inoltre, che nella conferenza di servizi VIA dello scorso 23 gennaio 2018, il Servizio Paesaggio della Regione Umbria ha confermato la completa assenza di vincoli sull’area”.  Acea, poi, punta il dito sulla visione di conservazione del crinale da parte di Amici della Terra, “l’associazione non ha avanzato, invece, alcuna osservazione rispetto allo sbancamento di migliaia dimetri cubi di argilla, effettuato da terzi nel recentissimo passato, che ha significativamente inciso il versante collinare limitrofo alle aree di proprietà di Acea Ambiente (…). Tale macroscopico intervento è ben visibile e percettibile nella sua estensione, ed anche nei particolari, dalla rupe di Orvieto, in maniera molto più marcata rispetto ai lavori che si intende effettuare con il progetto di rimodulazione”.

Arriviamo al 9 aprile con l’ultima seduta della conferenza dei servizi per la VIA. E’ stata l’ultima istruttoria mentre per il 23 aprile è prevista la decisione finale in merito al progetto di Acea Ambiente. I tecnici hanno chiesto ad Acea l’integrazione della documentazione progettuale relativa ai livelli della discarica così come autorizzati nel 2011 per confrontarlo con il livello previsto dal nuovo progetto di modifica. La società ha tempo fino al 16 aprile per presentare tutta la documentazione così da permettere a tutti gli enti rappresentati di poter prendere visione del dossier.  Il rappresentante del Comune di Orvieto si è riservato di esprimere il suo parere direttamente nella seduta conclusiva per la sua competenza.

Era giusto fare il punto, senza prendere posizione per offrire una cronaca più o meno puntuale, ovviamente sintetizzata a tutti i lettori che così potranno formarsi una loro opinione in merito.  Il tempo comunque stringe e il prossimo 23 aprile sapremo se il nuovo progetto di Acea Ambiente verrà promosso dalla Regione e, a quel punto, si dovrà anche capire quali saranno le eventuali ulteriori mosse del Comune in caso di via libera al progetto nel rispetto di quanto votato all’unanimità in consiglio comunale e cioè “no” ad ogni tipo di ampliamento.

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