Ordine del giorno del consigliere Barbabella, “ciclo dei rifiuti. Basta con l’emergenza è l’ora di scelte coraggiose”

Il sottoscritto consigliere comunale Franco Raimondo Barbabella chiede di portare in discussione al prossimo Consiglio il seguente o.d.g.: “Ciclo dei rifiuti. Basta con l’emergenza, è l’ora delle scelte coraggiose. Occorre un nuovo Piano d’Ambito e un ruolo attivo, non subalterno, del territorio orvietano”

Premessa

Lo scorso 8 gennaio “Umbria 24” titolava così un lungo articolo dedicato allo smaltimento dei rifiuti: “Nelle discariche nel 2020 quasi il doppio dei rifiuti previsti. Le Crete in soccorso del Perugino”, aggiungendo nel sottotitolo:  “Dall’Auri ok alla programmazione dei flussi: tetto massimo di 195 mila tonnellate contro le 110 mila stabilite dalla Regione”.

Sarebbe bastato questo per generare apprensione, ma le cose peggiorano se si considerano i numeri del fabbisogno di conferimento in discarica nel 2020 (e mancano le proiezioni successive) in rapporto sia ai limiti fissati dal governo regionale nel 2018 (quasi doppi) sia soprattutto alle disponibilità residue dei singoli impianti. Ammesso che per la discarica di “Le Crete” le quantità del 2020 siano di poco superiori a quelle del 2019 quale risultato della combinazione tra aumento per aiuto al territorio perugino e diminuzione per minore importazione da fuori regione, questo non ci deve affatto far stare tranquilli.  Appare infatti preoccupante il quasi raddoppio del fabbisogno e il basso livello medio della residua capienza delle discariche in esercizio (autonomia da 3 a 5 anni). Siccome la metà delle discariche è quasi esaurita e si prevede che almeno tre con ogni probabilità dovranno chiudere entro poco più di un anno, è chiaro che, se le cose rimarranno così, gran parte del conferimento regionale si riverserà su “Le Crete”. È una prospettiva tutt’altro che campata in aria ed è inaccettabile. Bisogna dunque reagire con forza e in fretta. Urge una politica regionale dei rifiuti. E urge per questo una linea progettuale del nostro territorio. Dobbiamo stare nel sistema regionale, ma non dobbiamo essere la ruota di scorta o il pronto soccorso del sistema regionale e tanto meno nel sub-ambito.

Ci viene in soccorso lo stesso presidente AURI Antonino Ruggiano, che nella conferenza stampa dello scorso 19 dicembre ha detto: “La nuova Regione dovrà dirci qual è la politica per chiudere il ciclo … Il sistema delle discariche può reggere solo per pochissimi anni. Il governo Renzi aveva previsto un inceneritore in Umbria, oppure possiamo prendere la parte residuale che non riusciamo a differenziare e portarla da qualche parte, in Umbria o fuori. Servono scelte politiche e ognuna ha costi ambientali ed economici. Ai cittadini va detto con chiarezza qual è lo scenario che abbiamo davanti”.   Abbiamo bisogno del nuovo Piano d’Ambito, quello che si sarebbe dovuto fare già anni addietro.

Noi però dobbiamo stabilire quale ruolo vogliamo giocare. Sapendo che il tema vero non è discarica si/discarica no, ma quale politica si fa per ridurre al massimo lo smaltimento in discarica. Si sa che una parte dei rifiuti lavorati, per quanto virtuoso possa essere il ciclo, è inevitabile che vada in discarica, ma appunto per questo bisogna operare per ridurne il più possibile le quantità, con tutto ciò che significa: più raccolta differenziata con più educazione civica e più controllo, più tecnologia aggiornata del trattamento e del riciclo, scelta razionale del sistema di smaltimento della frazione secca e del riciclo. I rifiuti non sono il diavolo. Sono al contrario un test della cultura e della capacità di governo.

Dispositivo

Tutto ciò premesso e considerato, si propone al Consiglio di adottare il seguente indirizzo vincolante per l’azione di governo locale in questo settore nel contesto regionale:

  1. Chiedere al Governo dell’Umbria che si ponga termine alla lunga inadempienza della pianificazione regionale in materia di rifiuti e si giunga pertanto celermente al nuovo Piano d’Ambito fondato su scelte lungimiranti, chiare e coraggiose, tali da dare certezza di programmazione e di investimenti sia in termini di salvaguardia ambientale che di benefici economici e di sicurezza delle popolazioni di ogni parte della regione.
  2. In vista di tale Piano, elaborare una proposta di ruolo territoriale orvietano che ci faccia uscire da uno stato emergenziale e subalterno sia all’interno dell’Ambito unico regionale che del Sub-ambito 4 provinciale.
  3. Che ciò contempli quella riforma di AURI che abbiamo recentemente affermato essere necessaria anche per la gestione dell’idrico, nella direzione di un ruolo riconosciuto dei territori nella definizione della programmazione dei servizi in attuazione delle direttive di legge della Regione.
  4. A tal fine assumere quanto prima l’iniziativa del processo di riforma anche istituendo un apposito gruppo di studio e comunque convocando gli incontri necessari con i soggetti interessati al fine di acquisire informazioni ed elaborare proposte che abbiano fondamento nel quadro dell’auspicata nuova logica di pianificazione e di gestione.

Da ultimo, ma non per minore importanza, attuare quel coordinamento intercomunale dell’area orvietana che da una parte contrasti efficacemente le logiche centralistiche con cui troppo a lungo è stata governata l’Umbria e dall’altra dia forza e credibilità alle nostre proposte nel momento in cui assumano coerenza con una decisa linea di riforma. E ciò anche in vista dell’ormai indispensabile costituzione dell’Unione dei Comuni dell’Orvietano.

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