Orvietana, il punto sull’andamento del settore giovanile. Con una sorpresa

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Siamo quasi al giro di boa dei campionati. La sosta natalizia è dietro l’angolo e, come di consueto, incontriamo Massimo Porcari, responsabile del settore giovanile biancorosso, con cui facciamo una bella chiacchierata sull’avvio di stagione, sulle sue aspettative e sugli obiettivi.Con anche un ritorno a sorpresa.

La stagione ha superato ormai un terzo e si avvia velocemente verso la metà. Impressioni? Soddisfazioni?

“Soddisfazioni parecchie. Abbiamo un buon numero di iscritti alla scuola calcio, che peraltro io avevo sottovalutato. Pensavo che i piccoli atleti fossero un po’ indietro tecnicamente, ma invece devo dire che ci sono dei ragazzi interessanti e lo staff tecnico, capitanato dal responsabile Matteo Federici, sta facendo un grosso lavoro. Siamo partiti un po’ in ritardo a livello tecnico, ma gli allenatori sono poi riusciti a recuperare splendidamente.”

Quindi questa è una delle situazioni in cui la realtà ha superato le aspettative.

“Di gran lunga. Passando all’agonistica, mi permetto di dire che lì siamo al top. Stiamo facendo dei campionati favolosi, partendo dell’Under 14, passando per l’Under 15 – primi in classifica – Under 16 e Under 17. Quest’ultima è la squadra un po’ più indietro, a causa di alcune vicissitudini a livello di gruppo, ma ora tutto si è sistemato. Infine c’è la Juniores Nazionale che sta facendo un campionato di vertice.”

C’è stato qualcosa, fin qui, che vi ha colpito favorevolmente perché ad inizio campionato non ve lo sareste mai aspettato e, al contrario, qualcosa in cui riponevate aspettative che poi non si sono realizzate?

“Sì, senza dubbio la Juniores Nazionale. I ragazzi stanno rispondendo benissimo agli impegni che affrontano, cosa a cui io non credevo più di tanto all’inizio. E invece devo riconoscere che il lavoro fatto sul campo sta portando risultati per me insperati. Nutro la speranza che qualche ragazzo possa finalmente fare il suo ingresso in prima squadra. Invece, mi sarei aspettato qualche competenza in più a livello specifico, che ad oggi manca, ma penso che a gennaio porremo rimedio anche a questo.”

Facciamo un passo indietro e torniamo all’intervista di inizio campionato. Gli obiettivi delineati allora erano il mantenimento della categoria per U15 e U17 e per U19, dove non si può parlare di mantenimento della categoria, che segue le sorti della prima squadra, era quello di veder giocare un bel calcio.

“Beh, adesso per l’U19 abbiamo un po’ alzato l’asticella. L’obiettivo è il campionato, perché vogliamo dar lustro ai ragazzi e, se riusciamo a centrarlo, vuol dire che abbiamo dei calciatori interessanti. Non si è primi per caso; se si sta lì vuol dire che c’è la qualità. A questo punto, vorrei arrivare fino in fondo; poi però è anche vero che vince sempre e solo una. E lo stesso discorso vale per l’U15.”

La società in concreto che lavoro sta facendo per far sì che questi obiettivi vengano realizzati?

“La società mette in campo in primo luogo l’organizzazione, che è l’elemento principale per tutte le squadre. Provvederemo anche ad inserire delle competenze specifiche, che è ciò che più voglio. Mi aspetto però che la società tutta mi segua in questo percorso, perché, se si fanno delle scelte più qualificanti nel settore giovanile (scouting, responsabile tecnico, osservatori, ecc.) e quindi ci si investe di più, poi bisogna anche comportarsi coerentemente con quelle scelte.

Come reputi l’atteggiamento della società nei confronti del settore giovanile?

“Lo reputo modesto. Non addosso colpe particolari a qualcuno, ma serve un cambio di mentalità generalizzato. Io che ho lavorato sempre nel settore giovanile accetto sempre con dispiacere l’affermazione “i ragazzi non sono pronti per la prima squadra.” Se stai sempre ai vertici dei campionati agonistici, vuol dire che qualcosa c’è a livello di qualità. Chi opera nelle prime squadre deve usare un occhio diverso. I fuoriquota che provengono da una Primavera 3 o 4 o da un campionato di Eccellenza hanno una qualità equivalente a quella di un nostro Juniores; avrei capito se fossero arrivati giocatori da settori Primavera del Milan o dell’Inter, il fenomeno della situazione insomma. E’ vero che il nostro settore giovanile non può fornire giocatori per tutti i ruoli, ma è altrettanto vero che bisogna essere coerenti con le scelte della società che investe molto sui giovani.”

Quindi sta dicendo che la società non reputa il settore giovanile all’altezza del compito di fornire giocatori alla prima squadra?

“No, non è che non lo reputa all’altezza. E’ che mancano le competenze specifiche per poter osservare e vedere chi potrebbe essere adatto e chi no. Tutto questo andrebbe fatto anche e soprattutto in vista della prossima stagione dove sarà tutto diverso. Dal primo luglio, non ci saranno più prestiti e cessioni e tutti i giocatori saranno svincolati per legge. Non bisogna essere miopi ma lungimiranti e il nostro settore giovanile è già di alto livello. Se le squadre sono tutte al vertice delle rispettive categorie, vuol dire che il lavoro è fatto bene e che ci sono giocatori validi.”

Ma perché allora la società non impone, laddove ci sia una coincidenza tra giocatore e ruolo richiesto, l’utilizzo dei propri under?

“Perché non ci sono le competenze. Finché non ci sarà un esperto a livello tecnico, con funzione di raccordo tra settore giovanile e prima squadra, il problema non avrà soluzione.”

A questo punto però mi permetto un ulteriore approfondimento. Che tipo di messaggio arriva, con una situazione come questa, ad un ragazzo di quindici e sedici anni, che sta qui da tempo, che si allena regolarmente, che vince anche qualche campionato giovanile e il cui sogno è arrivare in prima squadra?

“Un messaggio sbagliato. Io sono in difficoltà, non lo nascondo. Anche i giocatori non hanno sempre tutte le ragioni, perché mi rendo conto che la serie D è categoria non adatta a tutti. Tuttavia, quando un ragazzo si allena regolarmente e con impegno e poi non vede mai l’erba, è chiaro che una soluzione per lui vada trovata. Non dico che debba giocare per forza. Non è pronto? Ok, allora diamolo in prestito e seguiamolo.”

Una provocazione, ma nemmeno poi tanto. Se nessuno viene giudicato “pronto”, ci potrebbe essere qualche problema a livello di settore giovanile, non pensa?

“Io me lo sono domandato tante volte. Però è pur vero che sono diversi anni che il nostro settore giovanile porta risultati favolosi; siamo tra le prime società in Umbria. E allora la conclusione a cui sono personalmente arrivato è quella che ho appena detto: manca una figura autorevole e dalle elevate competenze tecniche che comunichi con la prima squadra, che goda della fiducia della società, che osservi i ragazzi e stabilisca chi è e chi non è pronto.Con l’occasione, comunico il ritorno dal prossimo gennaio del responsabile tecnico Giuseppe Olimpieri, con il quale ci siamo chiariti e siamo addivenuti a posizioni comuni.”

Dopo questo annuncio a sopresa, non potevamo esimerci dall’interpellare anche l’ex, nonché futuro, responsabile tecnico, Giuseppe Olimpieri, che dichiara: “Ci voleva un chiarimento col responsabile del settore giovanile Massimo Porcari, con il quale c’è stato un costruttivo confronto che ci ha portato ad una composizione delle iniziali divergenze e a riprendere il lavoro che era stato interrotto nei primi giorni di settembre. E’ bastata una stretta di mano per cancellare le nuvole che avevano offuscato il nostro rapporto.”


. Siamo quasi al giro di boa dei campionati. La sosta natalizia è dietro l’angolo e, come di consueto, incontriamo Massimo Porcari, responsabile del settore giovanile biancorosso, con cui facciamo una bella chiacchierata sull’avvio di stagione, sulle sue aspettative e sugli obiettivi.Con anche un ritorno a sorpresa. La stagione ha superato ormai un terzo e si avvia velocemente verso la metà. Impressioni? Soddisfazioni? “Soddisfazioni parecchie. Abbiamo un buon numero di iscritti alla scuola calcio, che peraltro io avevo sottovalutato. Pensavo che i piccoli atleti fossero un po’ indietro tecnicamente, ma invece devo dire che ci sono dei ragazzi interessanti e lo staff tecnico, capitanato dal responsabile Matteo Federici, sta facendo un grosso lavoro. Siamo partiti un po’ in ritardo a livello tecnico, ma gli allenatori sono poi riusciti a recuperare splendidamente.” Quindi questa è una delle situazioni in cui la realtà ha superato le aspettative. “Di gran lunga. Passando all’agonistica, mi permetto di dire che lì siamo al top. Stiamo facendo dei campionati favolosi, partendo dell’Under 14, passando per l’Under 15 – primi in classifica – Under 16 e Under 17. Quest’ultima è la squadra un po’ più indietro, a causa di alcune vicissitudini a livello di gruppo, ma ora tutto si è sistemato. Infine c’è la Juniores Nazionale che sta facendo un campionato di vertice.” C’è stato qualcosa, fin qui, che vi ha colpito favorevolmente perché ad inizio campionato non ve lo sareste mai aspettato e, al contrario, qualcosa in cui riponevate aspettative che poi non si sono realizzate? “Sì, senza dubbio la Juniores Nazionale. I ragazzi stanno rispondendo benissimo agli impegni che affrontano, cosa a cui io non credevo più di tanto all’inizio. E invece devo riconoscere che il lavoro fatto sul campo sta portando risultati per me insperati. Nutro la speranza che qualche ragazzo possa finalmente fare il suo ingresso in prima squadra. Invece, mi sarei aspettato qualche competenza in più a livello specifico, che ad oggi manca, ma penso che a gennaio porremo rimedio anche a questo.” Facciamo un passo indietro e torniamo all’intervista di inizio campionato. Gli obiettivi delineati allora erano il mantenimento della categoria per U15 e U17 e per U19, dove non si può parlare di mantenimento della categoria, che segue le sorti della prima squadra, era quello di veder giocare un bel calcio. “Beh, adesso per l’U19 abbiamo un po’ alzato l’asticella. L’obiettivo è il campionato, perché vogliamo dar lustro ai ragazzi e, se riusciamo a centrarlo, vuol dire che abbiamo dei calciatori interessanti. Non si è primi per caso; se si sta lì vuol dire che c’è la qualità. A questo punto, vorrei arrivare fino in fondo; poi però è anche vero che vince sempre e solo una. E lo stesso discorso vale per l’U15.” La società in concreto che lavoro sta facendo per far sì che questi obiettivi vengano realizzati? “La società mette in campo in primo luogo l’organizzazione, che è l’elemento principale per tutte le squadre. Provvederemo anche ad inserire delle competenze specifiche, che è ciò che più voglio. Mi aspetto però che la società tutta mi segua in questo percorso, perché, se si fanno delle scelte più qualificanti nel settore giovanile (scouting, responsabile tecnico, osservatori, ecc.) e quindi ci si investe di più, poi bisogna anche comportarsi coerentemente con quelle scelte. Come reputi l’atteggiamento della società nei confronti del settore giovanile? “Lo reputo modesto. Non addosso colpe particolari a qualcuno, ma serve un cambio di mentalità generalizzato. Io che ho lavorato sempre nel settore giovanile accetto sempre con dispiacere l’affermazione “i ragazzi non sono pronti per la prima squadra.” Se stai sempre ai vertici dei campionati agonistici, vuol dire che qualcosa c’è a livello di qualità. Chi opera nelle prime squadre deve usare un occhio diverso. I fuoriquota che provengono da una Primavera 3 o 4 o da un campionato di Eccellenza hanno una qualità equivalente a quella di un nostro Juniores; avrei capito se fossero arrivati giocatori da settori Primavera del Milan o dell’Inter, il fenomeno della situazione insomma. E’ vero che il nostro settore giovanile non può fornire giocatori per tutti i ruoli, ma è altrettanto vero che bisogna essere coerenti con le scelte della società che investe molto sui giovani.” Quindi sta dicendo che la società non reputa il settore giovanile all’altezza del compito di fornire giocatori alla prima squadra? “No, non è che non lo reputa all’altezza. E’ che mancano le competenze specifiche per poter osservare e vedere chi potrebbe essere adatto e chi no. Tutto questo andrebbe fatto anche e soprattutto in vista della prossima stagione dove sarà tutto diverso. Dal primo luglio, non ci saranno più prestiti e cessioni e tutti i giocatori saranno svincolati per legge. Non bisogna essere miopi ma lungimiranti e il nostro settore giovanile è già di alto livello. Se le squadre sono tutte al vertice delle rispettive categorie, vuol dire che il lavoro è fatto bene e che ci sono giocatori validi.” Ma perché allora la società non impone, laddove ci sia una coincidenza tra giocatore e ruolo richiesto, l’utilizzo dei propri under? “Perché non ci sono le competenze. Finché non ci sarà un esperto a livello tecnico, con funzione di raccordo tra settore giovanile e prima squadra, il problema non avrà soluzione.” A questo punto però mi permetto un ulteriore approfondimento. Che tipo di messaggio arriva, con una situazione come questa, ad un ragazzo di quindici e sedici anni, che sta qui da tempo, che si allena regolarmente, che vince anche qualche campionato giovanile e il cui sogno è arrivare in prima squadra? “Un messaggio sbagliato. Io sono in difficoltà, non lo nascondo. Anche i giocatori non hanno sempre tutte le ragioni, perché mi rendo conto che la serie D è categoria non adatta a tutti. Tuttavia, quando un ragazzo si allena regolarmente e con impegno e poi non vede mai l’erba, è chiaro che una soluzione per lui vada trovata. Non dico che debba giocare per forza. Non è pronto? Ok, allora diamolo in prestito e seguiamolo.” Una provocazione, ma nemmeno poi tanto. Se nessuno…
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