Orvieto, è il comune umbro con i depositi bancari più alti, ma è tutto oro quel che luccica?

La prima sorpresa per il 2021 arriva dal rapporto pubblicato dall’agenzia Mediacom043 diretta da Giuseppe Castellini che elaborando i dati di Bankitalia indica Orvieto come il Comune umbro con il più alto tasso di depositi bancari ma soprattutto il più liquido.  E’ un dato che non lascia completamente sorpresi visti gli indicatori che periodicamente pubblica proprio l’agenzia diretta da Castellini e che vede Orvieto primeggiare per numero e media dei depositi e arginare la crisi delle partite IVA e delle imprese.

tabella su dati Banca d’Italia elaborati dall’agenzia Mediacom043

Secondo il report, infatti, i depositi bancari medi per abitante toccato la ragguardevole cifra di 26.273 euro contro una media umbra di 14.285 euro.  Non solo, in una seconda tabella, elaborata da Mediacom043, la media per abitante è di 11.988 euro, circa l’83,9% in più della media regionale.   In questa classifica della ricchezza “immobile” Orvieto supera Perugia, al secondo posto con oltre 24 mila euro di media per abitante, seguono Città della Pieve, Norcia e Magione.  E’ un’apparente situazione comoda, ricca ma in realtà conferma il difetto dell’economia orvietana che vede grandi capitali immobilizzati e scarsa propensione all’investimento.   In pratica chi ha denaro preferisce tenerlo, con bassissimi tassi di interesse attivo, sul conto corrente, piuttosto che investire in beni mobili o immobili.  Quest’andamento è generato da due fattori in particolare, da una parte l’età piuttosto avanzata nelle media, che implica una scarsa volontà ad investire nel medio-lungo periodo, e che i rischi di intrusioni nel tessuto sociale ed economico della città di elementi estranei e, magari, opachi, non sono assolutamente da escludere anche perché il divario che si legge soprattutto nella media su 100 abitanti, è troppo ampio per essere giustificato esclusivamente da una maggiore capacità di risparmio a fronte di redditi certi e continui, leggasi pensioni e pubblico impiego.

C’è sicuramente il grande supporto del turismo, i dati si riferiscono al 2019, in era pre-covid, con tante strutture extra-alberghiere che hanno dato slancio al risparmio, ma non basta questo per poter giustificare cifre così alte.  Insomma se si raffrontano i dati di Orvieto con Assisi, per molti versi una realtà simile per numeri demografici, per importanza del turismo, e nel secondo caso abbiamo anche una importante presenza industriale-manufatturiera; ecco i depositi bancari totali  a Orvieto sono pari a oltre 530 milioni di euro mentre Assisi si ferma a poco più di 277 mila con un numero di abitanti che, nel 2019, per il comune della Rupe era di 20.272 mentre per la città di San Francesco era di 21.472, mille abitanti in più per il comune in provincia di Perugia.  Andando a dividere i depositi totale per abitante il divario si amplia ulteriormente con Orvieto che tocca 26.273 euro e Assisi che si ferma a 12.924 euro.

tabella su dati Banca d’Italia elaborati dall’agenzia Mediacom043

Come tutti i dati statistici sono delle medie che non tengono conto, ad esempio, dei depositi privati di persone fisiche o giuridiche che hanno residenza in altri comuni italiani.  Un dato da cui partire c’è e cioè che Orvieto aveva tanto risparmio pre-covid, e quindi probabilmente ha potuto resistere meglio di altri agli scossoni della pandemia e, ora, nel 2021 potrebbe essere meglio attrezzata per la ripresa soprattutto dopo il primo quadrimestre quando molti analisti ipotizzano un rafforzamento dell’economia sia per l’incidenza della campagna vaccinale appena iniziata con molto ritardi, sia perché il virus ha dimostrato di essere più vulnerabile nei mesi più caldi.  Se le previsioni dovessero essere confermate allora Orvieto potrebbe divenire una delle locomotive dell’Umbria e trainare il Pil regionale in particolare nei comparti in cui è tradizionalmente forte, turismo, agricoltura, new-tech.

 

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