Orvieto e lo sport orvietano piangono la scomparsa della professoressa Maria Amalia Spatola

Se n’è andata in silenzio, con la sua innata e ammirevole eleganza, nel suo modo gentile e cortese di amare le persone e la vita. E lo ha fatto nello stesso giorno in cui, quindici anni fa, a Spoleto, se n’era andato Corrado, suo figlio, vittima di un tragico e, per certi versi beffardo, incidente stradale che lo aveva strappato alla vita a solo 44 anni.

La professoressa Maria Amalia Spatola, 87 anni, è salita in cielo, ieri. Da giorni si trovava ricoverata all’ospedale di Foligno, lottando come la leonessa che è sempre stata contro un’improvvisa malattia, lei che ne aveva superate tante, di malattie, e di dolore. Stavolta no, non ce l’ha fatta il suo sorriso a sorreggerla, non ce l’ha fatta la sua amabilissima testardaggine ad averla vinta sul male.

Aveva insegnato per lunghi anni all’Istituto Professionale di Orvieto, matematica, a generazioni e generazioni di giovani orvietani. E poi c’era lo sport, il basket in particolare, quel basket che lei aveva sempre amato, così come Corrado, basket per il quale tanto ha fatto, insieme al marito Carlo, ai figli Andrea e Paolo, e alla figlia Lucia, tanto da ridar vita al dimenticato Torneo dei Quartieri di Basket creando l’associazione “Corrado Spatola”.

«La loro determinazione e la loro grande disponibilità hanno fatto sì che si potesse tornare a vivere un evento che ha fatto la storia della pallacanestro orvietana – le parole di Stefano Olimpieri, consigliere comunale ma prima ancora amico fraterno della famiglia Spatola. Oggi la signora Amalia è salita in cielo e ritroverà il suo Corrado davanti ad un canestro mentre fa una zonetta con Valeria, Marco, Alessandro, Marco e sotto la supervisione di Spartaco, Giulio e Renato. Ce li saluti, cara professoressa».

L’ultima uscita pubblica della professoressa Maria Amalia Spatola fu a inizio giugno, quando, insieme al marito Carlo, venne a ritirare un premio in comune dedicato proprio al Torneo che lei tanto amava e per il quale ogni anno ideava oggetti e creazioni per raccogliere fondi.
Se n’è andata in silenzio, con la sua innata e ammirevole eleganza, nel suo modo gentile e cortese di amare le persone e la vita. E lo ha fatto nello stesso giorno in cui, quindici anni fa, a Spoleto, se n’era andato Corrado, suo figlio, vittima di un tragico e, per certi versi beffardo, incidente stradale che lo aveva strappato alla vita a solo 44 anni. La professoressa Maria Amalia Spatola, 87 anni, è salita in cielo, ieri. Da giorni si trovava ricoverata all’ospedale di Foligno, lottando come la leonessa che è sempre stata contro un’improvvisa malattia, lei che ne aveva superate tante, di malattie, e di dolore. Stavolta no, non ce l’ha fatta il suo sorriso a sorreggerla, non ce l’ha fatta la sua amabilissima testardaggine ad averla vinta sul male. Aveva insegnato per lunghi anni all’Istituto Professionale di Orvieto, matematica, a generazioni e generazioni di giovani orvietani. E poi c’era lo sport, il basket in particolare, quel basket che lei aveva sempre amato, così come Corrado, basket per il quale tanto ha fatto, insieme al marito Carlo, ai figli Andrea e Paolo, e alla figlia Lucia, tanto da ridar vita al dimenticato Torneo dei Quartieri di Basket creando l’associazione “Corrado Spatola”. «La loro determinazione e la loro grande disponibilità hanno fatto sì che si potesse tornare a vivere un evento che ha fatto la storia della pallacanestro orvietana – le parole di Stefano Olimpieri, consigliere comunale ma prima ancora amico fraterno della famiglia Spatola. Oggi la signora Amalia è salita in cielo e ritroverà il suo Corrado davanti ad un canestro mentre fa una zonetta con Valeria, Marco, Alessandro, Marco e sotto la supervisione di Spartaco, Giulio e Renato. Ce li saluti, cara professoressa». L’ultima uscita pubblica della professoressa Maria Amalia Spatola fu a inizio giugno, quando, insieme al marito Carlo, venne a ritirare un premio in comune dedicato proprio al Torneo che lei tanto amava e per il quale ogni anno ideava oggetti e creazioni per raccogliere fondi.
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