Orvieto ore 20, tra rispetto delle regole e i soliti “imbecilli”

E’ il 31 ottobre, il giorno che prepara alla ricorrenza di Ognissanti e alla Commemorazione dei Defunti.  Il calendario scolastico aveva previsto il primo stop proprio per il 2 novembre.  Poi è arrivato il covid-19, una seconda ondata che in Umbria sembra essere ben più ampia di quella iniziata a marzo.  Il 31 è il giorno dei bambini che girano alla ricerca di dolcetti mentre i più grandi attendono il calar delle tenebre per divertirsi e ballare.

Ma il 2020 non vuole finire di stupirci, di farci soffrire e allora il covid torna prepotente e obbliga premier e presidente della Regione a prendere seri provvedimenti restrittivi.  A Orvieto bar e ristoranti devono chiudere alle 18, fatto salvo chi sceglie di offrire il servizio da asporto confezionato.  I negozi cercano di resistere ma ogni giorno anticipano di qualche minuto l’orario di chiusura.  L’ordinanza regionale è chiarissima, no ad assembramenti e passeggiate di bambini mascherati fuori stagione, da noi c’è il carnevale.  E per gli adulti coprifuoco dalle 22 alle 5 della mattina.  Insomma è più di un invito a stare a casa e comunque a non creare occasioni di aggregazione.  Quasi tutti hanno capito, purtroppo rimane un “quasi” a testimoniare che non si può lasciare nulla al buonsenso perché viene confuso per libertà totale.  Pochi bambini in giro, ma molti di quelli presenti in divisa d’ordinanza, con tanto di maschera e qualcuno che spera di rimediare qualche dolcetto.  Eppure era ben chiara l’ordinanza! Cornette e orecchie giganti adornano le teste anche di qualche adulto in vena di festeggiare (cosa non si sa ndr).

Per il resto la stragrande maggioranza rispetta le regole che ormai conosciamo tutti.  Dalle 18 cambia ulteriormente il clima.  Niente più dolci e pizze da passeggio, tranne qualche furbetto, questa specie non manca mai.  iniziano a diradarsi le persone con un po’ di fatica anche perché il clima aiuta a trattenersi fuori.  Poi anche il meteo decide di adeguarsi all’anno 2020 e alla giornata particolare e inizia a calare la nebbia, a farsi molto umido.  La gente inizia a ritornare a casa, i negozi uno dopo l’altro chiudono velocemente dopo aver scampato i bambini che chiedono caramelle “a sbafo”.

Le luci tenui delle piazze ormai non sono più romantiche, ma aiutano qualche “imbecille” che non sa fare altro che distruggere, insozzare la città, che molto probabilmente è anche la sua città, ma non lo sa. Altrimenti non verrebbe definito “imbecille”, perché è l’unica giustificazione plausibile.  L’unica alternativa è la follia, perché solo un folle prenderebbe a calci oggetti in casa propria danneggiandola e sporcandola.  Eppure è successo in un angolo nascosto di piazza del Popolo, o meglio sotto l’arco che porta dietro il palazzo.  Cassonetti buttati per terra, immondizia inevitabilmente sparsa per terra, così tanto per…fare qualcosa!

Questa è Orvieto poco prima del coprifuoco alle ore 20, tra chi rispetta le regole, la maggioranza silenziosa, e gli imbecilli, pochi ma rumorosi.

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