Piazza del Popolo, il primo deserto fortemente voluto dall’uomo è realtà

Era nelle previsioni.  Con l’arrivo del caldo estivo vero, ancora non esagerato come lo scorso anno, si è avverato quelle che si temeva cioè la creazione del primo deserto per opera umana: Piazza del Popolo.  Ci abbiamo provato in tutti i modi a fermare questa scelta che si manifestava già come azzardata fin dall’inizio ma non c’è stato nulla da fare.  Non è una questione di scelta politica, di visione della città, ma di semplice attenzione alle esigenze dei cittadini, che vengono prima di tutti.  Non si chiedeva di riempire la piazza, bella ma non paragonabile a quelle di Siena o Trieste, come è stato fatto, di auto in maniera scomposta e incivile, ma di non rendere difficile se non impossibile la circolazione. 

Con il blocco totale si è venuta a creare una frattura che non può essere insanabile.  Ben venga, la stessa frattura, per il mercato o per eventi di un certo rilievo, e non per ogni festa o sagra.  Il disagio momentaneo ci sta ma lo stesso non può divenire endemico.  Le previsioni sono state fin troppo facili e scontate.  Le domande sono sempre quelle, ma in un paese turistico ma senza mare vale la pena chiudere un’intera piazza al traffico? Perché intestardirsi su Piazza del Popolo perdendo di vista l’estrema penetrabilità della vera isola pedonale naturale, quella del corso e via del Duomo? Quali sono stati i risultati positivi? I commercianti della piazza, tutti, hanno firmato un appello contro la chiusura della stessa, le attività economiche non si sono moltiplicate ma avvicendate nella gestione con due sole novità che però hanno acquistato pensando di poter usufruire addirittura del parcheggio.  E così si è avverata la previsione del primo deserto al mondo di ideazione, progettazione e “costruzione” totalmente umana il deserto di PdP con tanto di piante bruciate dal sole e fioriere, queste sì piuttosto stonate nel contesto architettonico, arroventate e già piccolo ricettacolo di rifiuti.

A settembre massimo ottobre si dovranno tirare le somme della scelta sperando che almeno per la stagione più fredda si decida di riaprire al transito per evitare che il deserto si allarghi ulteriormente.

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