Pino Strabioli, “facciamo la stagione teatrale e risolviamo la questione TeMa, ma non chiudiamo il teatro”

Pino Strabioli ha guidato la stagione teatrale di TeMa in questi ultimi anni con maestria a competenza.  Tutto il consiglio di amministrazione appena dimessosi ha operato con passione, competenza e, è bene sottolinearlo, a titolo completamente gratuito per offrire alla città una stagione teatrale di qualità, eventi per le scuole grazie all’impegno profuso in questi anni da Cristina Calcagni e spunti per riflettere sugli errori e gli orrori del passato, basti ricordare Simone Cristicchi e gli spettacoli dedicati alla lotta contro le mafie.  Oggi l’esperienza di TeMa, o almeno del cda, sembra giunta al capolinea ma Strabioli teme per la stagione.  “A Orvieto con uno dei teatri ottocenteschi più belli sarebbe un delitto non avere una stagione teatrale”.

Perché Pino Strabioli si è dimesso dal cda di TeMa?

Mi sono dimesso perché non avrebbe avuto senso una mia permanenza con le dimissioni di tutti gli altri consiglieri.  La mi figura ha senso perché legata alla stagione teatrale.  Non avrebbe avuto alcun senso il mio restare in TeMa oggi.

A proposito di stagione teatrale.  Ora cosa avviene?

Intanto ho disdetto, mettendoci la faccia e la mi credibilità personale, la data del 19 con Giancarlo Giannini che ha atteso una conferma fino a pochi giorni fa.  Ho chiesto agli altri di attendere ma i tempi sono veramente stretti.  La stagione è pronta e se qualcuno si prende la responsabilità di firmare i contratti con le compagnie personalmente sono in grado di garantire un cartellone ma attenzione che, ad esempio, il 26 novembre ci dovrebbe essere lo spettacolo con Monica Guerritore, e anche in questo caso si deve assolutamente dare conferma in tempi brevissimi.  Sicuramente ad oggi la stagione è ferma e questo è un danno per le compagnie che si trovano delle date che abbiamo opzionato.  Non confermare o peggio, non rispondere sarebbe una brutta immagine per TeMa, per me, per il Comune ma soprattutto per il pubblico e la città.  D’altronde trovare una soluzione per la TeMa è giustissimo ma se questo significa mutilare un’attività culturale non va bene, si poteva e si doveva gestire meglio la tempistica.  Tornando alla prima domanda è chiaro che a queste condizioni mi sono trovato costretto a dimettermi non potendo garantire nulla alle compagnie.

Il suo quindi era un ruolo esclusivamente tecnico anche in seno al cda?

Assolutamente, ho chiaro fin da subito che ero in cda come tecnico.  In realtà avrei preferito una consulenza sempre a titolo gratuito per la parte artistica ma lo statuto di TeMa non lo prevedeva per cui abbiamo individuato questa formula.  Devo dire che più persone mi hanno spesso chiesto “perché l’hai fatto”’ e io ho sempre risposto che l’ho fatto per la città, per l’amore per il teatro e perché al Mancinelli sono nato.

Era quasi un atto di riconoscenza nei confronti del teatro?

Certamente, sono nato al Mancinelli.

C’è spazio per ipotizzare una stagione teatrale comunque e con Pino Strabioli come coordinatore?

Se vengono rispettate le compagnie che ho contattato e opzionato sicuramente perché sono un uomo di parola.  Nei mesi scorsi ho coinvolto tanti nomi noti come Timi, Delogu, Montanari, Guerritore, solo per citarne alcuni, he hanno aderito con entusiasmo e non mi possono tirare indietro.  Sono disponibile a qualsiasi soluzione che assicuri una stagione teatrale per salvaguardare il teatro, la città e le compagnie che hanno riposto fiducia sul mio nome.

Ma in TeMa quando avete esaminato e approvato la stagione c’erano già le coperture finanziarie?

Certo, ricordo che la Fondazione CRO è pronta ad offrire quasi 50 mila euro.  Ancora oggi si può partire proprio dal contributo della Fondazione per ipotizzare un cartellone per il Mancinelli, magari con qualche ritocco e qualche spettacolo in meno, ma si può fare.

Qual è il danno se non si dovesse avere una stagione teatrale?

Dove non c’è teatro c’è un impoverimento di emozioni, stimoli e aggregazione.  E’ universalmente riconosciuto che il livello culturale di un Paese si misura dal numero di teatri che ha.  A Orvieto abbiamo uno dei teatri ottocenteschi più belli e sarebbe veramente un delitto vedere obbligato gli orvietani a recarsi a Perugia, Todi, Roma o Viterbo per assistere ad uno spettacolo teatrale.

Tra l’altro se non ricordo male in cartellone era inserito uno spettacolo dedicato proprio a Luigi Mancinelli…

Sì, si tratta di una prima nazionale, Fratello Sole a cui il maestro Marco Scolastra sta lavorando da mesi coinvolgendo i cori umbri compreso quello del Duomo.  E’ prevista la proiezione del film muto musicato proprio da Luigi Mancinelli e Orvieto era stata scelta per la prima nazionale.  Spero di poter comunque offrire questo spettacolo con l’aiuto di qualche sponsor.

Pino Strabioli si sente tradito dalla politica?

No, né dalla politica né dalla decisione compatta dei miei colleghi di dimettersi.  E’ stata una scelta sofferta ma ragionata.  Più che tradito credo che bisognerebbe mettersi introno ad un tavolo per trovare una soluzione condivisa.  Mi sentirei tradito, invece, se dovessi ritrovarmi con il teatro chiuso.

In pratica sta ipotizzando di percorrere un doppio binario, da una parte la TeMa e sull’altro la stagione teatrale.

E’ un’ipotesi auspicabile.  Dirigo un teatro ad Atri in Abruzzo, che viene gestito direttamente dal Comune. Come responsabile artistico propongo un cartellone che discuto con l’assessore alla cultura e poi i contratti con le compagnie vengono firmati direttamente dagli uffici del Comune stesso, così come avviene in molte realtà teatrali italiane.  Chiaramente a latere si possono aprire varie collaborazioni per ampliare l’offerta teatrale della città.  Ritengo che questa sia la soluzione migliore.

Quindi la cosa più importante in questa fase è preservare dipendenti, teatro e città?

Esattamente, i dipendenti e i piccoli fornitori hanno investito insieme a noi.  Per semplificare, non tanto in verità, siamo stati tutti una sorta di bancomat della cultura. I consiglieri di amministrazione hanno lavorato prestando la loro opera in maniera trasparente e gratuita mettendoci tempo e passione.  D’altro canto, Roberta Tardani ha spiegato che è giunto il momento di trovare una soluzione definitiva per TeMa e ha pienamente ragione…

Quindi è giusta la decisione del sindaco anche se venisse compromessa la stagione teatrale?

La decisione è giustissima ma vorrei più chiarezza sulla stagione teatrale.  Personalmente sono pronto anche ad assumermi l’onere di firmare i contratti con le compagnie ma prima voglio qualcuno che possa garantirmi che poi ci sia una struttura organizzativa e tecnica pronta a lavorare.  Non voglio addossare colpe ad alcuno, sia chiaro, ma serve assolutamente chiarezza.

Sarebbe disponibile a riproporre la sua offerta di qualche anno fa di dirigere gratuitamente il teatro?

Certamente, l’ho fatto per la città senza badare al colore politico.  In questo sono in pieno accordo con il mio amico Fausto Bertinotti che sostiene come davanti al bene comune e alla cultura certe barrire devono essere assolutamente superate.  Non sono un uomo di guerra e sicuramente non ne voglio condurre una contro il Comune ma non vorrei che in un prossimo futuro l’eventuale mancanza di una stagione teatrale fosse addebitata al sottoscritto, questo assolutamente no.

Vuole lanciare un appello?

Non trasciniamo i tempi perché siamo già in forte ritardo.  Se vogliamo che Orvieto abbia la sua stagione una soluzione possiamo sempre trovarla altrimenti ognuno si assuma le proprie responsabilità. Ad oggi la stagione è lì pronta, manca la firma per confermare gli spettacoli.  Se invece si vuole chiudere lo si dica chiaramente senza mezzi termini.

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