PrometeOrvieto, “Orvieto, la politica, le emergenze sociali, la pandemia e una visione di futuro”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera dell’associazione PrometeOrvieto.  Il dibattito sui fondi europei e il futuro del territorio lo ha aperto il sindaco di Ficulle, Gian Luigi Maravalle, qui su OrvietoLife.  La pandemia ancora morde ma si deve assolutamente guardare al futuro per farsi trovare preparati ai blocchi di partenza senza perdere quei pochi treni che ancora passano che si chiamano sviluppo, tecnologia, reti immateriali, sostenibilità, investimenti, crescita demografica, credito a famiglie e imprese, banca locale, sanità di territorio e ospedale, istruzione qualificata e attrattori culturali.

 

La situazione economica, sanitaria e sociale ha imposto scelte politiche di emergenza e, di fronte alla difficoltà dei partiti a offrire risposte adeguate alle esigenze del Paese, ha determinato la nascita di un governo che auspichiamo sia in grado di lavorare esclusivamente per il bene del Paese, ponendo in secondo piano i legittimi interessi dei riferimenti di parte e di partito.

La condizione di eccezionalità riguarda anche la nostra comunità locale.  L’Amministrazione comunale di Orvieto appare priva di ogni strategia che possa far immaginare un futuro per la città nel post epidemia, quando sarà necessario avere idee maturate e azioni già avviate per affrontare con energia la ripresa.  Le oggettive difficoltà imposte da uno stallo pericoloso delle attività economiche, della vita sociale e della discussione politica stanno producendo un terreno melmoso in cui si affannano maggioranza e opposizione.  La classe dirigente amministrativa, che si è candidata a governare per propria scelta, ritenendosi portatrice di idee e capacità, è impossibilitata ad esprimere elaborazioni progettuali per limitazioni oggettive causate dall’esigua vitalità dei partiti, da limiti personali, da settarismo annoso e dalla mancanza di occasioni pubbliche in cui coinvolgere le intelligenze presenti in città e nel territorio.  La solitudine e l’individualismo disegnano l’amministrazione orvietana e la sua opposizione.

Riteniamo che sia necessario trovare una pausa nell’asfittica e deleteria dinamica politica presente a Orvieto e definire quindi nuovi rapporti tra i gruppi consiliari, tra maggioranza e minoranza.  Una pausa lunga quanto sarà utile per definire un progetto comune che coinvolga tutte le intelligenze e sappia rappresentare i diversi interessi della città, del centro storico e delle frazioni, di tutte le attività e professionalità.  Una pausa che coinvolga in questo clima anche gli altri comuni del territorio, perché Orvieto da sola non può essere bastevole a porsi con efficacia come interlocutore delle diverse istituzioni, che ieri come oggi ignorano le richieste dei territori marginali e ne condizionano la vita e il futuro.  Un’esperienza simile a questa che suggeriamo è stata compiuta quando si determinò la condizione dell’”anatra zoppa”, nel 2009.

Oggi tutto è più grave e, seppure non ci sia come allora la pressante esigenza di garantire i numeri per governare la città, c’è però l’urgenza di progettare e pilotare il futuro dopo la débacle economica, culturale e sociale determinata dalla pandemia.  In un momento in cui tutto cambia con velocità straordinaria e necessita allinearsi con il flusso della prossima ripresa, non bastano energie comuni, necessita uno sforzo eccezionale e coinvolgente.  Chi non è disponibile si assumerà la responsabilità di non aver saputo cogliere l’opportunità di collaborare fattivamente al rilancio della città e del territorio, per egoismo o calcolo politico o insipienza personale.

Non sarà facile, ma è possibile e doveroso.

PROMETEORVIETO

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