Riaperture del 26 aprile, che confusione! Il Viminale fa chiarezza, niente bancone, chiusura alle 18 per locali senza cucina e alle 22 tutti a casa

Siamo alla vigilia della fatidica data del 26 aprile quando si riapriranno parzialmente bar e ristoranti, solo all’aperto è bene ricordarlo, e ancora sono molto i dubbi che solo in queste ore varie disposizioni e una circolare del Viminale hanno in parte fugato.  Partiamo dal decreto cosiddetto “Riaperture”.   Nello specifico possono aprire bar e ristoranti esclusivamente con servizio al tavolo esterno dalle 5 alle 22, dopo tale ora scatta il coprifuoco.  Ogni tavolo dovrà essere distanziato di un metro dall’altro e sarà per un massimo di 4 persone, salvo conviventi.  Ci sarà la prenotazione e l’obbligo di mantenere il registro delle presenze per 14 giorni, ma non sarà obbligatoria.  Inoltre i menù dovranno essere digitali oppure plastificati e sanificati dopo ogni utilizzo da parte dei clienti o ancora in carta usa e getta.  Queste sono le prescrizioni ma il decreto ha lasciato dei buchi importanti perché per i bar, in particolare, non è chiaro come devono comportarsi al bancone e fin quando è permesso il servizio di asporto.  Qui è venuta in “soccorso” una circolare del Ministero degli Interni che ha ulteriormente raffreddato gli entusiasmi.  Per i locali che hanno spazi esterni comunque all’interno si potrà entrare solo per prendere bevande e cibi da consumare all’esterno.  Tutto ciò che è asporto potrà essere effettuato come servizio dalle 5 alle 18 e non oltre.  Con un’apposita ordinanza la Regione Umbria ha cancellato ogni limitazione di consumo negli spazi pubblici esterni e nei pressi del locale commerciale.  Qui sorge un primo dubbio perché sempre nell’ordinanza Tesei, è scritto che decade il divieto di bere alcolici negli spazi pubblici, ma il decreto e la circolare del Viminale vieta la vendita da asporto oltre le 18.

L’ultima importante comunicazione riguarda le persone che possono sedere allo stesso tavolo.  Il decreto prevede un massimo di 4 senza alcuna deroga.  L’unica prevista riguarda eventuali conviventi che possono sedersi allo stesso tavolo anche oltre le 4 persone, ma in questo caso tutti gli occupanti devono far parte dello stesso nucleo familiare o essere residente nella stessa abitazione.  Quindi chi, nelle prime ore, aveva pensato ad una sorte di 4+2 rimarrà deluso.  Ma ecco cosa è scritto nelle FAQ del Viminale, “Consumazioni all’interno assolutamente vietate. I locali possono rimanere aperti fino ad un orario compatibile con il coprifuoco che resta fissato per le 22, ora per la quale i clienti dovranno già essere a casa. Resta vietata oltre le 18 la vendita per asporto ai locali senza l’uso di cucina. Come vietata resta la vendita per asporto dopo le 18”.

I contrasti anche interne alla maggioranza sono ancora forti soprattutto per quanto riguarda il coprifuoco dalle 22 e alla differenziazione netta tra spazi aperti e chiusi.  Su questi due punti il governo è pronto ad intervenire al momento opportuno ma senza cedere di fronte alla spinta in particolare, dei presidenti delle Regioni che chiedono almeno uno spostamento alle 23 del coprifuoco.  Molto interessante la proposta della provincia autonoma di Bolzano, ripresa dal presidente della Campania, di permettere ai locali di rimanere aperti fino alle 23 con i clienti che potranno utilizzare la ricevuta come una sorta di “lasciapassare” per far ritorno alle proprie abitazioni, oppure riservare tale deroga a chi è vaccinato, ma in questo caso sembrerebbe una norma piuttosto discriminatoria visto che ancora la gran parte dei vaccinati appartiene a determinate fasce d’età e a alcune ristrette categorie.

Proprio sul “pass” si è aperto un nuovo fronte questa volta con il Garante della Privacy che ha chiesto di introdurre specifici correttivi perché così come strutturato è lesivo delle libertà personali.  Insomma il premier Draghi avrà il suo bel da fare anche se per il pass potrà presentare a sua difesa il “green pass” europeo che dovrebbe entrare a regime dal prossimo giugno e che ricalca molto da vicino quello italiano.

Ora dal 26 aprile non mancheranno le correzioni in corso d’opera che andranno a mettere una pezza ma certamente sarà difficile pianificare per le imprese e convincere i turisti stranieri a scegliere l’Italia con il “tutti a casa alle 22” quando poco oltre i nostri confini già hanno annunciato la fine delle restrizioni orarie.

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