Sanità, ormai è emergenza liste d’attesa. Duro j’accuse di Ciro Zeno

L’emergenza sanità è esplosa in tutta la sua drammaticità in queste settimane estive.  Lo ha sottolineato fortemente e giustamente Ciro Zeno del PdCi che da tempo sta combattendo una battaglia durissima per portare alla ribalta della cronaca e del dibattito politico regionale la questione sanità di Orvieto. Un piccolo passo in avanti è stato compiuto con il TG3 Umbria che finalmente si è occupato della questione.  Scrive Zeno, “…oltre a segnalare liste di attesa lunghissime denunciate da cittadini intervistati, ha ascoltato il nostro sindaco il quale ha dichiarato pubblicamente che la nostra azione è esagerata.  Troppo semplice caro sindaco, troppo semplice.  I disservizi l’arretratezza della nostra sanità rispetto al resto dell’Umbria è orami evidenza assoluta, ma forse lei ancora non se ne è accorto.  Vorremmo sapere cosa si è detto nell’incontro ufficiale avuto in Comune tra lei, i sindaci del comprensorio ed il direttore generale tre mesi fa nel quale si è parlato del nostro ospedale e della sanità del territorio”.  Un attacco frontale nei confronti di Giuseppe Germani che non ha mai risposto alla domanda piuttosto semplice di Zeno sulle risultanza dell’incontro che si è tenuto tre mesi fa proprio sui problemi sanitari tra i sindaci del territorio e il direttore generale Imolo Fiaschini.

I cittadini vogliono sapere il perché di liste d’attesa che per esami anche molto importanti superano l’anno di attesa, perché per altri addirittura ad Orvieto sono chiuse le liste e perché il personale dell’ospedale è ormai da tempo in situazione di sofferenza cronica oltre le normalità di altri siti e nosocomi di pertinenza della ASL2 Umbria.  Sì, è stato risposto dalla USL che il problema del personale è comune a tutti ma non tanto da obbligare addirittura a chiudere la terapia intensiva per mancanza di personale, tra l’altro in un ospedale che è nato per l’emergenza-urgenza.  Si vuole sapere perché ogni volta che in medico di qualità arriva nel nostro ospedale alla prima occasione parte verso altre destinazioni.  Tante volte si è discusso della strategicità del nosocomio orvietano ma mai si sono poste in essere azioni che abbiano dato conferma di tali intenzioni.  Certamente questa è un’opinione ma non bastano gli elenchi dei lavori svolti, tra l’altro per gran parte di normale amministrazione, ma servono certezze e programmazione.

L’altro nodo da sciogliere riguarda l’intramoenia che palesa l’esistenza di cittadini di serie A e cittadini di serie B.  Un vera sanità pubblica deve assolutamente dare la precedenza ai cittadini, utenti, pazienti, chiamiamoli come più ci aggrada, che sicuramente però non sono clienti.  Le prestazioni provenienti dal medico di famiglia devono essere assicurati in tempi congrui oppure si deve aprire al privato in convenzione, magari prenotando direttamente dal proprio medico senza ulteriori file.  Non è giusto che per esami o visite di rilievo si debbano attendere tempi così lunghi soprattutto in un luogo dove è presente l’ospedale.

Gli investimenti si concentrano troppo spesso dove già vi sono strumentazioni nuove e reparti adeguati almeno nelle strutture. Dove sono andate a finire le idee riguardanti la sanità interregionale?  Tutto rischia di passare sotto silenzio e questo ulteriore treno di sviluppo potrebbe passare senza fermarsi, ma forse è meglio non fare paragoni con i treni altro grande punto dolente della città.

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