TeMa, il gioco degli equivoci è tecnicamente giunto al termine. Cda, politica e soci si prendano le responsabilità

Il tecnico incaricato dal Comune ha esaminato, senza influenze locali, i conti di TeMa e ha consegnato una relazione sullo stato dell’associazione e sul prossimo futuro.  Gli ultimi cinque bilanci e la situazione contabile al 31 luglio suggeriscono di non andare oltre.  Questa è l’estrema sintesi,  Sono finiti gli equivoci che in queste settimane hanno tenuto banco.  TeMa è in coma irreversibile salvo “miracoli”.

Il bubbone che per anni è stato curato cercando di tenerlo sotto controllo è definitivamente scoppiato con la relazione del commercialista specializzato in crisi aziendali, Francesco Angeli. Utilizziamo le sue parole, “la situazione debitoria di TeMa è tale da non apparire reversibile, salvo un evento di natura straordinaria che porti un introito finanziario sostanzioso senza che ad esso siano correlati costi di gestione e comunque uscite di cassa”.  In pratica o arriva un “cavaliere” oppure non c’è speranza.  Lo smantellamento del castello degli equivoci è andato oltre.

In caso di liquidazione, con l’attuale ordinamento, il liquidatore si troverebbe di fronte a un’associazione senza beni e crediti esigibili da gestire per soddisfare i creditori e quindi potrebbero essere attivate azioni di responsabilità che però devono essere autorizzate prima e provate poi in giudizio con i noti tempi della giustizia italiana.  Si è discusso anche di fallimento e soprattutto di liquidazione controllata come previsto dal nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza che entrerà in vigore nell’agosto 2020, in questo caso la procedura investirà il patrimonio dell’associazione, praticamente nullo.  L’eventuale liquidatore potrà poi avviare la procedura di esdebitazione che, anche in questo caso deve essere autorizzata da un giudice.

Un altro equivoco che è stato tecnicamente smontato è quello di continuare a mantenere in vita TeMa.  In questo caso significherebbe per il Comune versare ulteriori somme di denaro e come socio che nomina la maggioranza del CdA impegnare economicamente la stessa associazione con il rischio di aggravare ulteriormente la sua posizione debitoria.  In tal caso potrebbe anche entrare in gioco la Corte dei Conti aprendo la strada ad eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori pubblici.

E’ stato smontato anche l’equivoco del CdA che non può operare.  I consiglieri sono sì dimissionari ma in prorogatio quindi ex lege pienamente in carica.  Cosa significa? Semplicemente che i consiglieri avrebbero potuto addirittura eleggere un nuovo presidente, che avrebbero potuto firmare la stagione teatrale e ora potrebbero dar seguito alla chiara richiesta del sindaco di convocare l’assemblea dei soci che da statuto deve prendere atto delle dimissioni, nominare gli eventuali nuovi consiglieri oppure, prendendo atto della situazione debitoria e del decreto ingiuntivo arrivato avviare la procedura di liquidazione.  D’altronde la stagione presentata a maggio in anteprima è stata inviata alla giunta Germani che ne ha preso atto rinviando ogni atto di approvazione a un periodo successivo.  Da contratto la stagione deve essere presentata entro luglio e il sindaco ha comunicato in commissione che il cartellone della stagione è stato inviato lo scorso 10 ottobre.  Ora il Comune ha tempo 30 giorni, e siamo al 10 novembre.  Le compagnie non possono attendere oltre quindi la stagione è fortemente a rischio.  Lo stesso CdA che ha bloccato ogni attività ha comunque firmato alcuni atti, compresa la stagione inviata a ottobre.

Basta anche con l’equivoco squisitamente politico del “mostro giuridico” dell’associazione.  TeMa ha partecipato ad un bando nonostante avesse già all’epoca il debito.  Il Comune è socio, anche socio benemerito, nomina la maggioranza del CdA e sempre il Comune ha deciso a chi affidare il teatro tramite bando.

E intanto il teatro?  E’ tristemente chiuso.  Per Nek non ci dovrebbero essere problemi mentre lo spettacolo dedicato a Gianni Rodari è già saltato e anche l’appuntamento programmato ‘Orvieto Tango’ potrebbe essere obbligato a individuare nuove location.

Il gioco degli equivoci è dunque giunto al termine.  Ora la politica deve scegliere e speriamo che lo faccia pensando alla città e non dividendosi tra buoni e cattivi, tra maggioranza e minoranza.  Pensare a salvataggi che è stato dimostrato sono tecnicamente impossibili salvo entrate straordinarie una tantum che dovrebbero azzerare il debito da oltre 1,1 milioni di euro.  Anche i soci devono decidere che fare prima che si veramente troppo tardi anche perché eventuali azioni di responsabilità potrebbero coinvolgerli, in linea teorica.  Devono essere evidenziate tutte le eventuali inadempienze contrattuali ma soprattutto TeMa e Comune devono parlare per liberare il Teatro permettendo ad altri, con regolari procedure, di gestirlo e tornare ad avere una stagione teatrale.

 

 

 

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