W la Squola

di Gianluca Foresi

Oggi, in molte regioni, inizia il nuovo anno scolastico, un anno pieno di novità, di sfide, di ansie, di conferme e di sorprese, di soddisfazioni e sconfitte. Esprimo tutta la mia vicinanza a quelle ragazze e ragazzi che dovranno abdicare alla loro creatività, al loro senso critico, al loro desiderio di scoperta, alla loro possibilità di usare un pensiero fatto di libere associazioni, alla bellezza di poter tutto dire. Troppo spesso saranno messi sotto la lente d’ingrandimento di un giudizio stereotipato e preconcetto solo per riproporre gli stessi schemi rassicuranti, gli identici modelli educativi e una conoscenza cristallizzata, incistata in un classicismo asfittico e che si avviluppa su se stessa come un kebab sullo spiedo verticale nelle rosticcerie egiziane.

Però la scuola potrà allo stesso tempo essere un luogo dove riuscire a capire cosa questi giovani non vorranno essere, non certo cosa vorranno fare (c’è una netta distinzione) da grandi, sempre se riusciranno a guardare tutto con gli occhi di un selvaggio disincanto, di cui ormai solo certi bambini sono provvisti. Un augurio anche ai docenti, che potranno, al di là dei rigidi programmi e della coazione a ripeterli come mantra vedici e al desiderio di indottrinamento che li alleggerisce e libera dal loro mettersi in discussione, diventare strumenti su cui gli alunni potranno far risuonare la loro curiosità, la loro sete di possibilità che la vita ha in serbo per loro.

E i genitori? Bè, ormai il loro più gravoso compito lo hanno assolto, bene o male non si sa, poco più possono fare e pretendere dai ragazzi o dagli stessi docenti. Stare ad osservare e vegliare, senza troppo voler essere protagonisti.

 

 

 

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