Alimentari Spaccino. Si chiude ma non si chiude, si passa il testimone

“Ma le uova le vendete a coppia?”, “oggi non mi serviva niente ma sono passata pe’ fa’ du’ chiacchiere”, “che posso fa’ a cena?”, “guardate che se non è bono ve lo riporto!”, Sara e Clara Spaccino, 59 e 62 anni, nella vita sorelle, nel lavoro socie, ne avrebbero migliaia di queste frasi da raccontare, frasi e richieste che giorno dopo giorno in cinquanta anni di attività della loro bottega “Alimentari Spaccino” a Orvieto, in via Arnolfo di Cambio, hanno sentito, hanno vissuto, qualche volta ridendoci su ma sempre continuando a fare il proprio lavoro come solo chi sta al pubblico sa fare. Sara e Clara, nonostante una attività che non conosce crisi, hanno però deciso che sia giunto il loro ultimo giorno di lavoro.

Si chiude. Ma non si chiude. “Non chiudiamo per la crisi, no – spiega Sara che oltre al lavoro dal banco della bottega è anche una apprezzata scultrice di opere in tufo – passiamo il testimone. Qualche problema di salute, qualche intoppo nella vita ma soprattutto la gioia di essere nonne di tre nipoti, ci hanno fatto scegliere di fermarci.” Sara e Clara sono un tutt’uno, un qualcosa che nel quartiere orvietano di San Domenico c’è sempre stato, un porto sicuro dove trovare quelle cose che altrove non sempre trovi: la frutta a km. zero, il formaggio della fattoria di zona, lo stracchino fresco, i salumi di una bontà che è difficile raccontare, insomma tutto, ma proprio tutto. “Abbiamo sempre messo al primo posto il rapporto con i clienti – dice ancora Sara – sappiamo bene di non aver mai potuto competere con il supermercato, ma da noi sono sempre state importanti le ‘sfumature’, insomma quello che ti lascia dentro il lavoro di una vita, e ci è sempre piaciuto consigliare il cliente verso una alimentazione più sana, più pulita, insomma meno industria e più Orvieto.”

L’Alimentari Spaccino nasce nel 1969, grazie all’impegno di Oreste e della moglie Gina. Gli inizi non sono facili, erano anni durissimi, ma poi la famiglia riesce ad acquistare il locale dove tuttora si trova l’attività, un locale che in epoca fascista era stato usato per far partorire le donne orvietane, che poi nel tempo era diventato una sala d’aspetto per gli autobus fino all’arrivo degli Spaccino. Successivamente, ma non troppo, intorno al 1978, le sorelle Clara e Sara sostituiscono i genitori ormai anziani e da allora non hanno mai smesso di servire la clientela tra bontà locali, eccellenze del territorio, un etto di prosciutto, e qualche chiacchiera che non guasta mai. Oggi l’Alimentari chiude, ma non chiude, si sposta leggermente verso piazza XXIX Marzo, non cambia nulla nella filosofia dell’attività, né nell’assortimento dei prodotti, cambia solo che invece di Sara e Clara i clienti troveranno Micaela. “Domenica 19 c’è stata l’inaugurazione del nuovo locale – dice Sara – da lunedì 20 mia sorella ed io saremo accanto a Micaela per passarle piano piano il testimone, le saremo vicine, la accompagneremo finché ne avrà bisogno, perché questo mestiere non si impara con un mese. Siamo dispiaciute – aggiunge – ma siamo anche felici perché abbiamo passato il lavoro ad una altra persona. Il mio più grande grazie però va a mia sorella Clara, la parte razionale del nostro lavoro, il mio pilastro, devo tutto a lei.”

 

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