Andrea Garbini (FDI), “in Regione per risolvere i problemi. Sul geotermico continuerò la mia battaglia”

Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio, è candidato in consiglio regionale alle prossime elezioni del 27 ottobre nella lista di Fratelli d’Italia.  Garbini ha tenuto il partito con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto ma poi ha deciso di impegnarsi.  Il sindaco ha spiegato, “mi sarebbe dispiaciuto lasciare il Comune ma il mio impegno ha avuto la meglio”. In Regione vuole portare i problemi del territorio a partire dalla geotermia per arrivare sino alla grande questione della sanità perché “non è possibile che sembri normale attendere quattro mesi per un’ecografia”.

La sua candidatura in Fratelli d’Italia non è stata così scontata, anzi è stata l’ultima ad essere annunciata. Come mai?

E’ vero, il mio nome circolava da qualche tempo ma personalmente avevo una serie di perplessità anche perché sono sindaco di Castel Giorgio e mi sarebbe dispiaciuto lasciare.  Alla fine mi sono convinto anche per provare a dare una svolta al problema della geotermia ma soprattutto perché chi amministra ha esperienza e competenza per collaborare fin da subito al governo della Regione, perché sono convinto che alla fine vinca il centro-destra.

Quale esperienza porta un amministratore locale in Regione?

Cinque anni di amministrazione formano tantissimo perché ti portano inevitabilmente a occuparti di tutte le problematiche più prossime ai cittadini.  Nel mio caso ho portato avanti battaglie importanti che vanno dai rifiuti all’acqua e ancora oggi combatto.  Sono stato l’ultimo sindaco ad aver firmato il contratto dei rifiuti dopo essere stato diffidato dalla Regione e dall’ex-presidente di Auri.  Fare il sindaco direi che è un percorso formativo di primaria importanza che all’interno della Regione potrebbe essere di grande utilità.

Vediamo proprio i problemi che sta gestendo come sindaco: geotermia e noccioleti, due argomenti che sta affrontando con estrema risolutezza, a tratti in maniera ruvida…

Non saprei dire se sto affrontando le due questioni in maniera ruvida, sicuramente in maniera corretta.  Partiamo con i noccioleti.  Territorialmente il problema riguarda in gran parte Orvieto ma ritengo che non siano da condannare a prescindere coloro che stanno impiantando la coltivazione di nocciole.  Ho partecipato a diversi convegni in materia e mi sono convinto che sicuramente la Regione deve intervenire perché i sindaci hanno poteri limitati.  E’ vero, qualche amministratore ha firmato delle delibere ma che lasciano il tempo che trovano, più che altro sono azioni di disturbo e di ritardo, nulla di più.  Per risolverla una volta per tutte la via maestra potrebbe essere quella delle quote così come avviene per i vigneti; questa mi sembra la soluzione più corretta per tutti, imprenditori agricoli e cittadini. Per quanto riguarda la geotermia la questione è ben più complessa.  Tutto è iniziato nel 2011 quando, in condivisione con la vecchia amministrazione e la Regione è partito tutto l’iter autorizzativo.  Ho iniziato la mia battaglia perché ogni autorizzazione vede una serie di conflitti d’interessi a mio parere forti.  Non siamo contrari alla geotermia ma a questo tipo d’impianto voluto da una società che non si è mai interessata della materia e con perforazioni che vanno a interferire con le falde acquifere che in parte insistono sul Paglia e in un’altra su Bolsena.  Perforare in un’area delicata per le risorse idriche del territorio e con sismicità indotta per poi produrre 5 MW, direi che il gioco non vale la candela e di questo sono convinti i sindaci dei Comuni vicini.  Non riesco a comprendere il perché insistere così su quest’impianto visto che, come provocazione ma non solo, i sindaci del territorio hanno proposto di individuare un’area dove installare pannelli fotovoltaici per una produzione di 5 MW ma la risposta è stata negativa.

Un’accelerazione sulla geotermia è arrivata con il governo giallo-verde.  Ora essere alleati proprio con la Lega non le pone qualche problema?

Sicuramente sì.  All’epoca rimasi basito quando mi è arrivata la notizia del via libera da parte del governo.  Ma le colpe vanno ricercate altrove e cioè nella Regione che non ha mai rilasciato l’intesa al Ministero dello Sviluppo Economico.  Dopo il ricorso al TAR da parte dell’azienda è intervenuta la Presidenza del Consiglio ma con superficialità perché non stati presi in considerazione con la giusta attenzione i documenti prodotti dal Comune. Ma non è finita.  Ora ci sarà tutto l’iter di autorizzazione mineraria e qui ci sarà il nostro ricorso entro novembre.  Politicamente è ovvio che il rapporto con Lega e M5S si è raffreddato.  Basti ricordare che proprio il giorno successivo alla decisione c’è stata in Comune la presentazione della fibra e ho lasciato la manifestazione in segno di protesta.  E proprio durante la manifestazione ho avuto la conferma della superficialità che c’è stata sulla questione.  Il rappresentante del Mise presente a Castel Giorgio, appartenente al M5S, alle mie rimostranze ha risposto semplicemente, “hanno deciso i tecnici noi che possiamo fare?”.  Non funziona così, il politico deve prendere una posizione e poi i tecnici si muove di conseguenza ma ancora non l’hanno capito, probabilmente lo capiranno nel prossimo futuro.  Dopo il superamento dell’intesa non ho avuto contatti con i rappresentanti della Lega.  Devo altresì sottolineare che i consiglieri delle Lega al Comune di Orvieto hanno votato contro il geotermico e la stessa Donatella Tesei, insieme a tutti i rappresentanti del partito di Salvini, hanno pubblicamente dichiarato di essere molto vicini alle problematiche dell’Alfina.  Ecco un altro motivo per andare in Regione, controllare che questa vicinanza si concretizzi in atti. Ricordo, infine, che l’impianto è dannoso per il nostro Comune ma risorse idriche ed eventi sismici non hanno confini.

Torniamo alla politica.  La legge elettorale umbra penalizza fortemente i territori ma nell’orvietano c’è stato un proliferare di candidati.  Ma avete provato a trovare un candidato che fosse sintesi di tutte le sensibilità presenti nel centro-destra?

No, un confronto in tal senso non c’è stato e non ne conosco i motivi.  Allo stesso tempo ritengo corretto che alle elezioni un partito tenda e proporre i propri candidati in consiglio regionale.  Il candidato unico non penso che sia la soluzione e possa rappresentare tutte le sensibilità di una coalizione perché chi si sente rappresentato da un partito continuerà a votare quella lista con quel simbolo.

Si trova a suo agio in Fratelli d’Italia?

La mia storia politica è piuttosto lineare. Provengo dall’MSI, poi An e ora Fratelli d’Italia.  Mi trovo perfettamente a mio agio e ritengo che stiamo lavorando bene e il successo alle scorse elezioni comunali lo testimonia.  Non è così scontato avere un presidente del consiglio comunale di 24 anni (l’emozione del padre è palpabile ndr) è lusinghiero.

Qual è il tema forte in Regione?

Chiaramente non si può prescindere proprio dalla legge elettorale perché è inconcepibile che Perugia abbia tutta questa forza a discapito del territorio ternano che non ha un’adeguata rappresentanza in consiglio.  Se un territorio non viene rappresentato si creano inevitabilmente dei problemi, delle disparità che poi non si riescono a recuperare.  E’ una situazione simile a quella che si è creata a Roma con il cosiddetto taglio dei parlamentari.  Fratelli d’Italia ha posto dei paletti stringenti per avere un sistema di contrappesi allo strapotere demografico delle grandi città, proprio come deve assolutamente avvenire in Umbria tra Perugia e Terni, oggi a tutto vantaggio della prima.

Pendolarismo e trasporti sono un vero problema per tutto il territorio orvietano…

Ritengo che pendolarismo e trasporti sono un problema che investe tutta la Regione e in questo quadro l’orvietano è stato abbandonato nel tempo ma ogni azione deve partire da Orvieto che è il Comune più grande e baricentrico e soprattutto ha la stazione ferroviaria.  Forse visto che si sta provando a risolvere i problemi di Orte poi si passerà all’Umbria e a Orvieto.  Ma non dobbiamo dimenticare le linee secondarie e qui si sarebbe dovuto intervenire con le Aree Interne, a cui non ho mai creduto più di tanto.  I fondi sono stati gestiti male e bisogna fare mea culpa perché i sindaci hanno pensato tutti al loro piccolo orticello senza muovere una foglia per il ripopolamento del territorio, il vero fine della Strategia delle Aree Interne. Voglio essere più chiaro, non si possono inserire investimenti ordinari come, a puro titolo esemplificativo, un bus a metano, facendoli passare per snodi fondamentali per il ripopolamento di un territorio. Si doveva pensare ad un progetto di ampio respiro che poi doveva essere gestito dal comune capofila e invece sono state disperse risorse in mille rivoli.  Ci sono tante criticità dai trasporti veloci verso Roma alla sanità che potevano essere inserite nei progetti e invece non è stato così.

La sanità è un altro tasto piuttosto delicato.  L’ospedale di Orvieto dovrebbe essere dell’emergenza-urgenza ma viene sempre più marginalizzato.  Come può svolgere tale ruolo?

Inizierei il ragionamento partendo da una questione semplice che però rende perfettamente l’idea di quanto sia complesso il problema e urgente una soluzione.  Oggi attendere 4 mesi per un’ecografia sembra essere la normalità. Ma così non è, ecco partirei da qui.  E’ chiaro che gli amministratori locali hanno poca influenza visto che tutta la politica sanitaria è in mano alla Regione.  Quello che mi dispiace è che in Umbria e a Orvieto abbiamo delle eccellenze che non vengono minimamente valorizzate.  Abbiamo tutto ma poi arrivano i problemi e in Umbria, ricordiamolo si vota proprio perché è stato scoperchiato il vaso di Pandora dei concorsi nella sanità pubblica.  Il nostro territorio ha criticità per quanto riguarda le patologie tempo-dipendenti, ad esempio, ma non si mette in condizione l’ospedale di essere totalmente operativo.  Chiudo con una battuta che però riflette alla perfezione la realtà: a Perugia sono stati molto bravi a valorizzare la sanità di territorio, ora tocca a Terni e provincia.

Perché un cittadino dovrebbe votare Andrea Garbini?

In questi cinque anni di amministrazione credo di aver dimostrato di avere avuto rispetto per il Comune.  Nel 2013 due consiglieri mi hanno abbandonato provocando il commissariamento del Comune.  Mi colpì molto ciò che disse uno dei due durante la seduta di consiglio comunale che ha provocato le mie dimissioni, “abbiamo finalmente un bilancio corretto ma non siamo stati troppo coinvolti, quindi voteremo contro”. Ecco come mi hanno “licenziato”. Nonostante tutto i cittadini mi hanno riconfermato la fiducia.  Questo significa che abbiamo creato una buona squadra e spero di portare la mia esperienza da sindaco in consiglio regionale.  Abbiamo sul tavolo questioni complesse e presto ci troveremo a discutere di tariffe dei rifiuti, già alte e che potrebbero ulteriormente crescere, e di questione idrica.  Voglio concludere proprio parlando di rifiuti.  E’ pacifico che si deve porre mano a un nuovo piano dei rifiuti e comprendere che la discarica di Orvieto in Regione è considerata di riferimento.  Dire, come alcuni fanno, chiudiamola assomiglia molto ad uno spot elettorale e nulla più.  Si deve studiare un piano che porti le discariche ad essere sempre più marginali per poi pensare alla loro chiusura.

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