Di Bartolomeo (PSI), sì allo Sprar, no all’accattonaggio per avere Orvieto multi-etnica

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma di Claudio Di Bartolomeo, capogruppo del PSI in Consiglio comunale

 

Gli enti locali hanno l’obbligo di: garantire la raccolta e l’archiviazione delle informazioni e l’accesso a tutta la documentazione relativa ai singoli beneficiari e ai servizi offerti, in osservanza del decreto legislativo del 30 giugno 2003, n. 196, in relazione a tutti servizi erogati;

garantire la presenza di personale specializzato e/o con esperienza pluriennale adeguato al ruolo ricoperto e in grado di interagire tenendo conto dell’identità culturale e linguistica, nonché della categoria dei beneficiari;

garantire adeguate modalità organizzative nel lavoro, prevedendo idonei strumenti per la gestione dell’equipe (attività di coordinamento, riunioni periodiche di verifica, aggiornamento e formazione, supervisione, etc);

garantire un’equipe multidisciplinare con competenze, ruoli e modalità di organizzazione così come previsti dal Manuale operativo.  Utilizzando figure professionali specifiche, che fanno riferimento ai servizi pubblici erogati sul territorio da questi messi a disposizione.

Questi sono solamente i primi punti relativi alle linee guida per la presentazione della domanda di contributo per il fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.  L’aggiudicazione del bando nel nostro territorio ha come capofila la Cooperativa Quadrifoglio. Che dire quindi, una cooperativa che sta lavorando e lavora con personale specializzato in ogni ambito sociale contribuendo alla vita attiva e sociale di chi non ha mai potuto confrontarsi con il mondo reale per difficoltà motorie e non solo.

Il personale delle cooperative compresa la Quadrifoglio, hanno retribuzioni economiche di gran lunga inferiore ai professionisti che operano in strutture pubbliche, inoltre si vedono invitati comunque a diventare soci e versare mensilmente “balzelli” per mantenere le megastrutture delle cooperative. Questo personale pur consapevole delle difficoltà continua ad offrire un servizio che sfido chiunque a criticare.  Volevo ricordare che lo stesso bando permette, a chi ne fa specifica richiesta, di ospitare minori presso famiglie individuate e selezionate secondo criteri prestabiliti. Non ho personalmente notato nessuna richiesta di questo tipo nemmeno da chi si riempie la bocca di perbenismo e buonismo.  Ma tutto ciò credo nasca dalla paura di avere qualche ragazzo di nazionalità diversa presso le vicinanze della stazione di Orvieto e la nazionalità non prevede solo ed esclusivamente un colore della pelle.

Resta il fatto che in questo momento gli enti locali, la Regione e il Comune di Orvieto, hanno l’obbligo di salvaguardare, controllare chi opera nel settore che fin da ora ha reso visibile gli standard di funzionamento richiesti, che sono quelli previsti dal Ministero e dalla Regione Umbria.  Sarebbe dunque impossibile non mettere in risalto qualsiasi azione lucrativa di chiunque opera in questo settore.

Orvieto bellissima città che un giorno sarà con piacere multi-etnica come tutte le capitali Europee senza distinzione di lingua e di provenienza. Con tale premessa è anche vero che non si può più sopportare l’insistente accattonaggio che perpetua davanti ai negozi e ai centri commerciali, sottraendo la tanto faticata qualità recettiva e di accoglienza di tutti i commercianti  E’ qui che questa amministrazione deve farsi garante di una politica volta alla crescita civile di una società che è pronta a cambiare marcia per ridare un futuro migliore a chi verrà dopo di noi.

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