Il Rotary ha presentato “Vento di fuoco” il romanzo di Lino Busà a Orvieto

Il Rotary club di Orvieto, insieme a Edizioni Neomediaitalia ha promosso, alla sala consiliare del Comune, lo scorso fine settimana, la presentazione del libro di Lino Busà, “Vento di fuoco”, romanzo “sulle speranze di una generazione fra ribellismo e opportunismo”. “È un piacere essere qui anche se mi sento in conflitto di interesse – ha scherzato la presidente del Rotary, Elvira Busà -. Parlando con i soci raccontavo del romanzo che aveva scritto mio fratello e in molti mi hanno detto ‘perché non lo presentiamo qui a Orvieto?’ Inutile dire quanto la proposta mi abbia fatto piacere, anche perché il romanzo narra delle nostre radici ed è frutto dei racconti di nostro padre e dei nostri nonni”. Ringrazio il Rotary Club ha detto il sindaco Giuseppe Germani perché con la loro attività e i loro eventi arricchiscono culturalmente la vita della nostra città. È poi un piacere sentire parlare della Sicilia, una terra ricca e meravigliosa e della sua storia, raccontata da chi, per voce della sua famiglia, l’ha vissuta pienamente, anche nelle tradizioni antiche, sempre così affascinanti. Spero avremo la possibilità di discutere un giorno con l’autore anche dei suoi precedenti lavori letterari, saggi su racket e usura. Un argomento purtroppo sempre attuale”.
Lino Busà, infatti, a oltre a ricoprire diversi ruoli in Confesercenti, dove è componente della presidenza nazionale, è consulente della Commissione parlamentare antimafia e coordinatore nazionale di Sos Impresa, associazione nata a Palermo per promuovere l’elaborazione di strategie di difesa e di contrasto all’estorsione e all’usura.
“Vento di fuoco” è il suo primo romanzo dove Busà dice di aver messo molto di sé stesso, della sua Sicilia e della sua infanzia. “l luogo dove si nasce non si può dimenticare – spiega l’autore -. Per questo la mia terra è protagonista nel libro. Devo dire però che ogni luogo in cui ho vissuto mi ha dato un bagaglio di esperienze che mi hanno consentito di scrivere: sia i 35 anni vissuti a Roma, che i 20 trascorsi nella pace di Stroncone che mi hanno permesso di dare nuova vita su carta a quanto avevo progettato e sognato”. “Leggendo il romanzo si comprende – ha concluso Busà – come vizi e virtù che descrivo siano comuni non solo ai protagonisti del romanzo, ma in generale rappresentino molto bene anche l’Italia di oggi. In ‘Vento di fuoco’, poi, pur non essendo un romanzo storico-politico, faccio riferimento alla voglia di indipendenza di una gran parte dei siciliani nel dopoguerra. Anche questo tema risulta essere contemporaneo, basti pensare a quanto sta accadendo in Catalogna. Insomma il libro è un insieme di storia vissuta, di tradizioni e usanze di una Sicilia lontana, eppure così vicina. Il tutto sullo sfondo di luoghi magici e di un vulcano che con il suo alito di fuoco, o vento di fuoco, alimenta gli impeti di un popolo fiero e passionale”. Il libro è stato presentato dalla giornalista Tiziana Fedele.

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