La disabilità “inesistente”

No, non stiamo parlando di un’opera postuma e mai ritrovata di Italo Calvino. Questa è la storia di una donna, cittadina orvietana, stimata avvocato, che da 10 anni (ma è iscritta al collocamento da 25) aspetta un lavoro che nessuno al momento le ha dato . Perché? Perché Simona Del Re, 42 anni, è disabile. Perché Simona Del Re, non ha “amici importanti”. Perché Simona Del Re, fin qui è stata fin troppo paziente.

Simona è nata a Orvieto 42 anni fa e ha una sorella gemella, normodotata. Alla nascita, nonostante le due bimbe pesassero più di 3 kg. ciascuna, nessuno ha prospettato un parto cesareo alla loro mamma. La prima figlia è nata, la seconda, Simona, ha avuto purtroppo delle difficoltà, delle sofferenze al momento di venire al mondo. Simona è affetta da allora da una tetraparesi spastica distonica. Questo, soprattutto grazie al grande amore della sua famiglia e alla tenacia che Simona mette in tutto quello che fa, le ha comunque permesso di raggiungere qualsiasi (o quasi) obiettivo. Ha una casa, va in palestra, ha una propria vita sociale, ha tutto quello che nel tempo ha con tenacia deciso di ottenere. Tranne un lavoro. Simona ha avuto solo una breve collaborazione con uno studio privato noto in città, ma poi più nulla, nonostante da quasi 10 anni si rivolga insistentemente ai vari enti locali, incluse le amministrazioni comunali succedutesi nel periodo suddetto. Nessuno pare ascoltarla, nessuno le apre una porta. Simona è inesistente.

“Ho 42 anni e sono una persona con una disabilità che, ad oggi, si ritrova ancora senza un’occupazione lavorativa – racconta Simona. Premetto che ho una laurea in Giurisprudenza conseguita con la votazione di 108/110 e ottenuta con grandi sacrifici anche da parte dei miei genitori che a turno mi accompagnavano alle lezioni presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Dopo la laurea, ho svolto la Pratica Forense in un noto studio legale orvietano, al termine della quale ho sostenuto e superato, “al primo colpo”, l’esame per l’abilitazione professionale. Subito dopo ho avuto una breve collaborazione con un altro studio legale noto in città, rapporto ben presto terminato non potendo svolgere tutte le mansioni richieste dalla professione, soprattutto quelle che richiedevano degli spostamenti fuori studio. Ci tengo però a precisare che le mie competenze e capacità professionali sono sempre state ampiamente apprezzate.”

Simona ha affidato il suo “sfogo” al proprio profilo Facebook e noi lo abbiamo ripreso intendendone darne più ampia visione, nel nostro piccolo, ovviamente.

“Premetto che ancor prima di iniziare la collaborazione con lo studio legale in questione – scrive Simona – mi rivolsi all’Amministrazione Mocio, parlando personalmente con il Sindaco, per sapere come potessi muovermi per ottenere un’occupazione. Non ottenni alcuna risposta.
Finita la collaborazione legale di cui sopra, che già sapevo precaria in ragione delle mia difficoltà, mi rivolsi all’Amministrazione Concina, sempre recandomi personalmente dall’allora Sindaco, chiedendo ancora come potessi ottenere un’occupazione; anche in quel caso non ottenni risposta.
Attualmente, mi sto rivolgendo all’Amministrazione Germani; Ieri ho telefonato per un appuntamento con l’Assessore con deleghe alle pari opportunità Cristina Croce, ma ad oggi non ho ricevuto risposta. Resto però fiduciosamente in attesa.
Premetto di nuovo che dal lontano 1992 sono iscritta nelle liste speciali presso il Centro per l’Impiego di Terni, con sede pure ad Orvieto, presso cui mi rivolgo abitualmente; 25 anni di tentativi inutili. Un ufficio a cui spesso sono io a fornire informazioni e che non offre alcun servizio effettivo, dicendomi ogni volta di non trovare soluzioni.
Fatto sta che, come ripeto, sono anni ed anni che mi trovo senza occupazione, con una laurea, un titolo professionale, un’iscrizione nelle liste speciali da 25 anni ed un corso (effettuato per avere una qualifica ulteriore e costato 1.500,00 Euro) con attestato per Operatore Office Automation, con cui ho conseguito una conoscenza approfondita del Pacchetto Office (Word, Excel, Access, Power Point).

Lasciamo perdere il lavoro privato; è infatti certo che le imprese e le società aggirino tutte le normative per non assumere persone con disabilità, anche facendo di una unica società, due, per evitare di sottrarsi all’obbligo di assunzione in relazione del numero dei dipendenti.
Ma da ben 9 anni trovo il muro delle Istituzioni Orvietane, vista la mia impossibilità a spostarmi fuori città.

Aggiungo ancora che le assunzioni delle persone disabili da parte degli enti pubblici avvengono di regola con le richieste di avviamento al lavoro che tengono conto delle graduatorie e delle mansioni richieste in relazione alle difficoltà della persona. Ormai sono anni che le istituzioni orvietane non fanno richieste di avviamento al lavoro, ma le persone vengono assunte non si sa con quale criterio. E tra i tanti entrati, molti “figli o parenti o amici di..”
Questo è solo un primo atto di denuncia – spiega ferma Simona – ma vi assicuro che è mia intenzione arrivare ai piani più alti dell’informazione per rendere pubblica questa situazione meritevole di attenzione e risposte.”

Per quanto ci è possibile noi siamo con Simona… perché è tutto fuorché inesistente.

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3 Commenti

  1. carissima Simona, la tua storia è simile a quella di tanti altri, mi ricordo che in gioventù mi misurai con il problema dell’avviamento al lavoro di persone con degli svantaggi; il collocamanto riceveva la richiesta in base alla legge 68/99 avviava al lavoro persone con ridotte capacità motorie o psico fisiche, purtroppo però la “Ghilgliottina della prova pratica” spesso vanificava il provvedimento tanto è vero che il non superamento della prova significava l’esclusione dal beneficio. E’ accaduto che la graduatoria scoreva,scorreva, fino a che un soggetto veniva dichiarato idoneo,(talvolta come denunci tu stessa,l’assunzione coincideva con la parentela più o meno vicina di qualcuno che era già nelle stesse istituzioni richiedenti e a tempo libero faceva anche politica attiva). Mi ricordo che insieme ad un grande Orvietano di nome Salvatore, iniziammo una battaglia per costruire delle opportunità “vere”. Sono orgoglioso di poter dire che a tutto oggi, alcuni dei soggetti inseriti lavorano e possiamo affermare hanno trovato grandissimi vantaggi anche per il loro stato psico fiisico. forza dunque non ti scoraggiare e cerchiamo insieme una soluzione al tuo problema che è anche di altri.

  2. Piero Cambi .Vorrei rivolgermi a Simona, con queste modeste e semplici parole. Ho letto l’articolo ,che Lei ha scritto, . Mi ha commosso tanto. Se il mio consiglio è valido , le dico: PERSEVERI. Anche io, per una ragione divesra dalla sua..ho perseverato per 10 anni, presso l’istituzioni …e ho concluso nella maniera abbastanza soddisfacente. Un abbraccio…da un potenziale nonno di 90 anni. Buona giornata Simona e tante grazie alla Signora Riccio , che avuto la bontà di pubblicare i miei appelli e il suo sfogo.

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