Arriva la prima lettera aperta che richiede un confronto da parte di Michele Margheriti, docente all’Università di Perugia e psicologo, ai candidati alla presidenza della Regione per conoscere i progetti per i bambini affetti da ADHD
Sono Michele Margheriti, psicologo, docente presso l’Università di Perugia e consigliere dell’Ordine degli Psicologi dell’Umbria. Ho sempre lavorato nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo e del comportamento in età infantile, ma la mia storia professionale è un po’ particolare, diciamo atipica. Gliela vorrei brevemente raccontare. Fino al 2007 ho lavorato presso i Servizi per l’Età Evolutiva della USL, ma da tempo ormai avevo maturato un senso di insoddisfazione per come in quella struttura fosse impostato il lavoro. Vede, il mio è un lavoro che si fa male da soli; nel mio lavoro da solo non vai da nessuna parte, anche se sei bravo, perché i problemi che devi affrontare sono complessi, sono “sistemici”. Lei fa un lavoro completamente diverso dal mio, ma, sono sicuro, comprenderà bene quello che sto cercando di dirle.
La decisione di andarmene è venuta un giorno che il mio “capo” ha cominciato a dirmi che non era il caso che io dicessi ai genitori che il figlio aveva bisogno di fare una certa terapia, se noi non potevamo farla in tempi accettabili. Gli andava detto che il figlio aveva bisogno solo di tempo per maturare e che noi lo avremmo monitorato, senza fare alcuna terapia. E’ a quel punto che ho detto “no, questo non lo posso fare”.
Sono andato via e ho creato un centro privato; ho costruito nel tempo una squadra valida e affiatata, cercando di mettere a frutto quello che avevo imparato e ho dato vita ad un sogno che in parte si è realizzato. Ci siamo dati una veste “istituzionale” ottenendo l’accreditamento da parte della Regione. Questo significa che le nostre prestazioni e le procedure che mettiamo in atto sono considerate efficienti ed efficaci.
Inizialmente il sistema sanitario regionale ci ha considerato una struttura finalizzata a lucrare sulle disgrazie delle persone (una volta una funzionaria me lo disse quasi testualmente) e tutti i miei tentativi di far capire che sarebbe convenuto per tutto il sistema lavorare in sinergia tra pubblico e privato accreditato, si sono rilevati vani.
Ora anche la sanità regionale si è resa conto che i servizi per l’età evolutiva sono in condizioni disastrose (oramai questo è stato sdoganato e non è più un “peccato” dirlo): quando sono andato via dal pubblico la lista di attesa per un primo colloquio era di 30 giorni. Dopo 10 anni, è di 6 -8 mesi, solo per accedere ad un primo colloquio!
Non so se lei avrà la perizia, la pazienza e il coraggio di mettere mano a questa questione, che sta a cuore a tanti genitori di questa Regione. Se si riprometterà di farlo, avrà tutta la nostra attenzione, la nostra stima e i nostri voti (miei e delle Associazione di genitori con cui siamo in contatto). Siamo pronti ad ascoltare le sue proposte.
Cordiali saluti e auguri.
Michele Margheriti
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