PopBari, approvato dai soci il bilancio da -420 milioni. Jacobini non si dimette per ora, confermata la cessione della CRO

I soci della Banca Popolare di Bari hanno approvato a maggioranza lo schema di bilancio del gruppo.  Sicuramente non è stata una giornata facile visto che per la prima volta l’assemblea si è tenuta a porte chiuse approvando, con 30 voti contrari, il bilancio 2018 e il piano di conservazione del capitale sociale che da 1073 milioni si è ridotto a 493 milioni per effetto delle perdite.  La deliberazione per ricostituire e conservare il capitale è però in sospeso perché è in corso un’ispezione di Bankitalia.  A rimanere in sospeso è anche l’offerta vincolante presentata da SRI  Global per l’acquisizione della maggioranza di CariOrvieto.  La banca orvietana ha registrato attivi per 1,4 miliardi di euro.  Nella stessa assemblea sono stati rinnovati 6 consiglieri su 11, 4 per scadenza del mandato e 2 perché precedentemente cooptati.  E’ stato riconfermato Franco Pignataro, oltre a Patrizia Giangulano, francesco Ago, Modestino Di TarantO, Vincenzo De Bustis, Giulio Codacci Pisanelli e Ginvito Giannelli, nipote di Maro Jacobini e da molti indicato come possibile nuovo presidente anche se proprio Jacobini non ha confermato le voci sulle sue dimissioni, lasciando però intendere che potrebbe farlo in uno dei prossimi cda.

I 5 mila soci presenti, fra diretti e deleghe sugli oltre 69 mila avnti diritto al voto, hanno approvato un bilancio che registra perdite per 420,2 milioni di euro con un Tier Capital Ratio al 7,65% (contro l’11,21 del 2017) e il Total apital Ratio al 10,14% (13,99 nel 2017).  Ancora dati negativi emergono dal bilancio con la raccolta totale she si è attestata a 12,96 miliardi con un calo del 6% sull’anno precedente; gli impeghi alla clientela sono passati dai 7,8 miliardi del 2017 a 7,08 del 2018; Il margine di interesse ha chiuso a 178,6 milioni contro i 193 del 2017 e quello di intermediazione da 338 è sceso a 311 sempre del 2018.  Il rapporto sofferenze nette/impieghi è sceso dal 5,61% del 2017 al 2,84% del 2018.

Ora il nuovo cda dovrà traghettare il gruppo attraverso il mare tempestoso del risanamento e della trasformazione di una delle 10 principali popolari italiane.  Molto probabilmente si darà anche avvio al piano di integrazione entro il 2020 così da poter avvantaggiarsi del credito d’imposta previsto nel Decreto Crescita per gli istituti bancari del Sud Italia.  Appena conclusa l’ispezione di Bankitalia, poi, si potrà dar seguito alla conservazione del capitale con tutte le azioni previste come, ad esempio la cartolarizzazione tranched covered di crediti in bonis per circa 400 milioni di euro e la cessione del 73,57% della CRO, iscritta nel bilancio PopBari per 55,5 milioni di euro.

Comments

comments

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*