Diocesi Orvieto-Todi-Bolsena verso la divisione, e se il Duomo divenisse centro aggregante?

Si addensano sempre di più le nubi intorno al futuro della diocesi di Orvieto-Todi-Bolsena.  Anni fa si era proceduto all’unione con Todi per un primo riordino, ora sono sempre più insistenti le voci di uno spacchettamento vero e proprio della diocesi con Todi che andrà con Perugia, Orvieto con Terni e Bolsena con Viterbo.  Anche in questo caso si vuole riordinare il sistema e renderlo più agile accorpando le cosiddette sedi minori.  A fine dicembre mons. Benedetto Tuzia dovrebbe ufficializzare la fine del suo mandato per raggiunti limiti d’età e quindi l’argomento è tornato di strettissima attualità.  La domanda è dunque più che lecita, ma Orvieto è veramente minore?

Rispondere a questa domanda è veramente complesso. Partiamo dalla prima particolarità che riguarda l’interregionalità di questa diocesi con Bolsena, laddove è accaduto il miracolo celebrato, poi, con il Duomo di Orvieto.  Qui è conservata la testimonianza del miracolo e alcuni anni fa era stato aperto anche il dibattito sull’eventualità di “trasformare” il Duomo in Santuario.  In realtà si era anche avviata una discussione sulla possibilità di ampliare la diocesi di Orvieto con aree geografiche più omogenee lasciando libera Todi che è più lontana.

La seconda questione riguarda ciò che potrebbe avvenire nel caso in cui si procedesse con la suddivisione.  Non è questione di campanilismo, non può essere questo il caso, ma Orvieto perderebbe un altro pezzetto di autonomia in favore di Terni.  C’è poi la questione della situazione finanziaria con Terni ufficialmente in sofferenza mentre Orvieto naviga in acque tranquille nonostante le difficoltà che hanno ormai la gran parte delle diocesi italiane.  E ancora, che ne sarà del patrimonio immobiliare?  Oggi gli immobili vengono gestiti, senza entrare nel merito se bene o male, da Orvieto con tempi di reazione piuttosto rapidi anche per quanto riguarda le eventuali emergenze.  Abbiamo poi l’annosa questione dell’ex-liceo artistico con un palazzo di grande pregio che per lascito testamentario deve essere destinato all’istruzione gratuita di giovani orvietani.  Sappiamo delle difficoltà già in essere se poi i centri decisionali si allontanano dalla città c’è il rischio concreto che la situazione possa ulteriormente aggravarsi.  Ultimo argomento riguarda il clero.  Alcuni sacerdoti, tra l’altro giovani, sono originari di Todi e si troverebbero di fronte alla scelta se tornare nella loro città mettendosi a disposizione della diocesi di Perugia, oppure rimanere a Orvieto a disposizione di Terni.  Il rischio concreto è che Orvieto perda anche la diocesi non come segno di potere ma come segno del rilievo del Duomo e del Corpus Domini.

Un po’ di speranza rimane visto che non è stata completamente abbandonata l’ipotesi di un allargamento della diocesi di Orvieto-Todi che arriva sino ad Avigliano, Acquasparta e Dunarobba, ad un passo da Terni.  La provocazione è stata lanciata ed è quella di unire proprio Terni a Orvieto-Todi-Bolsena, una novità, certamente, ma che andrebbe a riconoscere l’importanza di Orvieto, anche sede Papale. Potrebbe divenire più di una provocazione ma solo con la collaborazione dell’intera comunità dei credenti orvietani e non solo.

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