Il CSCO dal rischio chiusura allo sviluppo. Il presidente Matteo Tonelli pronto a nuovi accordi

Nell’Aula Magna di Palazzo Negroni si è svolta la conferenza di presentazione dei risultati conseguiti dalla Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” nel 2017 che conferma il trend iniziato nel 2014 e si è chiuso con un risultato economico positivo, mostrando l’ampliamento e la diversificazione delle attività insieme al “portfolio” delle relazioni e dei rapporti di collaborazione con università, istituzioni culturali e di ricerca, associazioni ed ordini professionali.

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La conferenza, moderata da Tiziana Tafani, componente del CdA del Centro Studi Città di Orvieto la quale ha evidenziato il contributo reso a titolo volontario dell’intero consiglio e dall’impegno profuso da tutto lo staff, è stata aperta dal saluto dell’amministrazione comunale portato dall’assessore, Roberta Cotigni che ha evidenziato l’importanza che, per il quarto anno consecutivo, venga registrato un avanzo di bilancio che conferma la giustezza delle scelte operate dal cda in sintonia anche con l’amministrazione comunale. Cotigni, ha poi espresso compiacimento perché il Centro Studi si sta affermando come punto di riferimento per il territorio come testimonia anche la funzione che esso sta svolgendo attraverso la pubblicazione del Bollettino sulla Situazione Economica e Sociale dell’Area Orvietana.

I risultati conseguiti dalla Fondazione C.S.C.O. nell’anno trascorso, le attività avviate ed in programma, insieme ai progetti che vedranno la luce nei prossimi mesi sono stati illustrati dal Presidente Matteo Tonelli unitamente agli altri componenti del consiglio. Alla presentazione è intervenuto il Sindaco, Giuseppe Germani.

Nel descrivere la situazione patrimoniale ed economica, il Presidente Matteo Tonelli ha affermato che: “il bilancio della Fondazione si chiude con un risultato economico positivo per il quarto esercizio consecutivo: l’utile di esercizio, senza considerare la quota associativa versata dal Comune di Orvieto, è stato di € 3.585, dato da € 160.277 di ricavi ed € 156.692 di costi.

La quota versata nel 2017 dal Comune di Orvieto è stata di 30.000 € che determina perciò un utile 2017 di € 33.585. Occorre fare una precisazione riguardo alla quota versata dal Comune di Orvieto che, come detto, è stata di € 30.000 nel 2017 a fronte di € 10.000 del 2016, e questo è avvenuto per un fatto tecnico di spostamento della competenza nel bilancio del Comune che in sostanza ci ha portato a recuperare nell’esercizio 2017 la somma di € 10.000 che dovevano essere erogati nel 2016, posto che il Comune ha di fatto stanziato a favore della Fondazione € 20.000 negli ultimi tre esercizi.

L’utile del 2017 considerato al netto della quota associativa del Comune di Orvieto è apparentemente modesto se confrontato con quello dei due anni precedenti, ma vanno osservati due dati molto importanti del conto economico. Il primo, relativo alla riduzione dei ricavi per le quote delle Università americane, che sono state inferiori rispetto al 2016, nonostante l’aumento fatto registrare dalle presenze, come vedremo successivamente, e questo per due motivi: il cambio euro-dollaro, visto che le quote della maggior parte delle Università viene concordata in dollari, il cui cambio è stato particolarmente svantaggioso nel 2017 rispetto al 2016, e l’assenza nel 2017 di un corso estivo (summer school) che si era tenuto nel 2016. Altro dato significativo del conto economico è il sensibile aumento del costo per retribuzioni, sia per l’aumento delle ore dei due dipendenti già in forza nel 2014 che erano inizialmente part-time e che sono ritornati ad un contratto a tempo pieno e sia per l’assunzione di due dipendenti part time. 

La necessità d’incrementare le ore di lavoro del personale dipendente è dovuta anche alla necessità di copertura contemporanea dei servizi di segreteria sulle due sedi durante la permanenza degli studenti americani, ma soprattutto per l’incremento delle ulteriori attività di progettazione, programmazione e gestione di corsi, attività seminariali e partecipazione a progetti finanziati”.

“In sostanza – ha proseguito Tonelli – la Fondazione nel 2017 ha investito in risorse umane e professionali la gran parte dell’utile prodotto dalle attività correnti, mantenendo comunque il completo equilibrio tra ricavi e costi nonostante abbia sostenuto il costo dell’investimento.

La situazione patrimoniale non presenta variazioni rilevanti rispetto alla chiusura dell’anno 2016, se non la ovvia ulteriore graduale diminuzione del passivo patrimoniale corrispondente all’utile prodotto. La maggior parte dei debiti sono scadenzati nel medio-lungo termine rendendo più equilibrata la situazione patrimoniale.

Questa fotografia della situazione economica e patrimoniale ci dice già da due anni che la Fondazione è perfettamente in grado di gestire le sue attività ordinarie contando sulle risorse generate da queste stesse attività, ma è fortemente limitata nella possibilità di investire in ulteriori risorse necessarie per il suo sviluppo, trovandosi di fatto impedita nell’esprimere tutte le sue attuali potenzialità. Infatti, in una logica di corretta gestione che questo cda ha adottato e sempre applicato con molto rigore, la possibilità d’investire, in risorse umane e professionali, know how, ricerca e progettazione, in assenza di risorse straordinarie debbono essere  necessariamente proporzionate all’utile prodotto, e per la sostanziale modestia del volume dei ricavi la Fondazione non può avere utili sufficienti a fornire quelle risorse necessarie per una vera e significativa azione di sviluppo”. 

Il Presidente si è poi soffermato sulle varie attività del Centro Studi, a cominciare dai rapporti con le università statunitensi ed i loro programmi per il prossimo futuro, che – ha detto – “rappresentano un argomento d’importanza fondamentale per il Centro Studi, e non solo per il costante e significativo aumento dei corsi e delle presenze che si è manifestato in questi ultimi anni: dai 234 studenti americani del 2014, nel 2017 si è passati a 391. Il sempre maggiore interesse per Orvieto ed in particolare per il Centro Studi ‘Città di Orvieto’ si sta concretizzando in importantissimi programmi di sviluppo degli Study Abroad Programs da parte delle Università statunitensi, non solo quelle che hanno consolidato la loro presenza ormai da anni come la Kansas State University e la University of Arizona, ma anche altre che più recentemente hanno scelto Orvieto ed il suo Centro Studi come loro destinazione all’estero, programmi che prevedono nel prossimo futuro una forte spinta incentivante verso gli studenti a partecipare ai programmi di studio residenziali all’estero. Si tratta evidentemente di un’evoluzione positiva e di una grande opportunità non solo sotto il profilo economico immediato, ma anche un’occasione di crescita e arricchimento culturale che si andrebbe a radicare sul territorio, ed un volano straordinario per il cosiddetto ‘turismo di ritorno’ che potrebbe avere significativi effetti benefici per i prossimi anni”.

Riguardo al capitolo delle ATTIVITÀ FORMATIVE, il Presidente ha evidenziato che il Centro Studi ha fatto notevoli passi in avanti; nonostante le oggettive e ben note criticità accennate nel commento al bilancio, “il Centro Studi ha iniziato nell’esercizio 2017 e nel primo semestre 2018 un significativo percorso di ampliamento delle sue attività e conseguente diversificazione delle fonti di fatturato.

Un particolare impulso alle attività del Centro Studi è stato dato dall’acquisizione dell’accreditamento quale Agenzia Formativa riconosciuta dalla Regione Umbria per la formazione superiore, continua e permanente, che il CSCO ha ottenuto alla fine del 2016 e che ha consentito di sviluppare e presentare idee progettuali su due piani di attività: quello della partecipazione a Bandi Regionali e quello della pubblicazione dei corsi di formazione sul Catalogo Unico Regionale (CURA). Ad oggi sono iscritti al CURA i seguenti corsi: ‘Addetto qualificato alla lavorazione del legno’; ‘Operatore della fattoria didattica’; ‘Tecnico del marketing turistico’.

Presto lo saranno anche i percorsi formativi per i seguenti profili professionali: ‘Addetto qualificato alla sartoria artigianale’; ‘Addetto qualificato all’installazione e alla manutenzione dei sistemi informatici’; ‘Web designer’; ‘Educatore animatore’; ‘Animatore sociale’; ‘Tecnico in accoglienza dei rifugiati richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale’”. 

Nell’ottica dello sviluppo e della realizzazione di progetti formativi sono stati evidenziati gli accordi di rete sottoscritti, rispettivamente, con il Centro Studi Città di Foligno e, poi, con l’Associazione Teatro Mancinelli e l’Associazione musicale “Adriano Casasole” – Scuola Comunale di Musica, oltre agli accordi di cooperazione sottoscritti con Palazzo Spinelli Group per la formazione nel settore del restauro dei beni culturali e con il Centro di Salute Globale della Regione Toscana per le attività scientifiche e formative del CERSAL.

Come primo risultato concreto della collaborazione strutturata con il Centro Studi Città di Foligno, dallo scorso 19 ottobre si è svolta con pieno successo la prima edizione del Corso di alta formazione, l’unico che consenta ad oggi l’acquisizione della qualifica professionale di Tecnico in Accoglienza dei rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, riconosciuta nell’ambito degli standard nazionali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del MIUR.

Organizzato da InMigrazione, Centro Studi Città di Foligno ed il Centro Studi “Città di Orvieto”. Si sono conclusi proprio ieri gli esami finali per i primi 23 “tecnici” del settore.

La collaborazione con la Cooperativa Sociale InMigrazione ha consentito al C.S.C.O. di produrre nuove proposte formative di prossima attivazione: un percorso breve di formazione per Operatore specializzato nell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati ed un percorso formativo per Operatore Legale per l’accoglienza dei rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

La Fondazione C.S.C.O. partecipa, insieme ad altri partner, al progetto “Custodi del Territorio”, finanziato dalla Regione Umbria a valere sull’avviso pubblico riservato ai progetti per la promozione e la valorizzazione dell’invecchiamento attivo. Nello specifico, il progetto si propone di realizzare attività formative rivolte agli anziani per l’acquisizione di competenze per la custodia e la vigilanza di musei, biblioteche e beni culturali ed iniziative volte a far conoscere e perpetuare le tradizioni di artigianato locale sul territorio.

Il Centro Studi si è da tempo attivato per cogliere la grande opportunità offerta dall’Avviso Pubblico della Regione Umbria per la presentazione di Progetti Sperimentali del Terzo Settore – Azioni innovative di welfare territoriale in attuazione delle misure previste dal POR FSE e POR FESR 2014 – 2020 per realizzare un vero e proprio “polo territoriale di sviluppo sociale” in grado di sperimentare soluzioni d’innovazione sociale nella gestione dei servizi territoriali in grado di dimostrare sostenibilità ed integrazione.

In partenariato con l’Associazione TEMA – Teatro Mancinelli e l’Associazione musicale “Adriano Casasole” – Scuola Comunale di Musica, con le quali è stato stipulato un accordo di rete, è stato presentato il Progetto “Orvieto SmART” in risposta all’avviso pubblico della Regione Umbria (POR FESR 2014 – 2020) dedicato alle cosiddette “imprese delle filiere culturali, creative e dello spettacolo”. Il progetto è attualmente in fase di valutazione da parte dell’apposita commissione tecnica regionale.

Con l’obiettivo di rispondere allo specifico fabbisogno formativo ed occupazionale evidenziato dalla locale Biblioteca Comunale e condiviso dalla maggior parte delle biblioteche pubbliche dell’Umbria, il Centro Studi sta lavorando – in sintonia ed in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e l’AIB – Associazione Italiana Biblioteche Sezione Umbria – alla progettazione di corsi finalizzati alla formazione delle varie figure professionali che operano in biblioteca.

Il 25 giugno inizia la seconda edizione dell’International Center Study of Painting (docenti Vincent Desiderio e Bernardo Siciliano), il corso internazionale di pittura al quale parteciperanno ventotto studenti provenienti dagli Stati Uniti e da diversi altri Paesi.

Con Palazzo Spinelli Group, al quale fa capo uno dei più importanti centri privati di restauro e di alta formazione sul restauro di opere d’arte in Italia e nel mondo, con sede centrale a Firenze e succursali in diversi Paesi europei ed extra-europei, lo scorso 29 marzo è stato stipulato un Accordo di cooperazione finalizzato all’attivazione di percorsi formativi nell’ambito della conservazione e del restauro dei reperti archeologici, ceramici, metallici, lignei, vitrei e lapidei: corsi brevi estivi, corsi di specializzazione, corsi orientati al mercato internazionale ed, in particolare, alle università statunitensi, a cominciare da quelle che già svolgono propri programmi residenziali di studio in Orvieto. Il protocollo prevede anche la realizzazione di un laboratorio didattico di restauro da ubicare presso una delle strutture di proprietà pubblica individuate d’intesa con il Comune. In attesa della sede definitiva, per il momento, in vista del primo corso breve (quattro settimane, 80 ore) programmato in settembre, si è convenuto di allestire un laboratorio per il restauro dei materiali ceramici archeologici presso la nostra sede didattica di Palazzo Simoncelli.

È stata stabilita un’importante sinergia con l’Opera del Duomo e la Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, enti che dispongono di un ingente patrimonio di reperti ed opere da restaurare.

Il progetto è destinato a tradursi in un programma di lungo periodo per la crescita e lo sviluppo di percorsi formativi professionali e di alta formazione sempre più strutturati e sempre più rivolti ad una platea internazionale. S’intendono, cioè, creare le condizioni perché il Centro Studi “Città di Orvieto” possa diventare un centro di riferimento internazionale per l’alta formazione in materia di restauro dei reperti archeologici e dei beni culturali in genere.

Un ulteriore elemento d’eccellenza del CSCO e fondamentale strumento per lo sviluppo e la diversificazione delle attività formative è rappresentato dal CERSAL – Centro di Ricerca e Formazione per la Salute unica e l’Alimentazione, del quale il Centro Studi è uno dei fondatori e, oltre ad ospitarne la sede e le attività, ha assunto il ruolo di soggetto di riferimento giuridico per la gestione dell’intero progetto, condiviso con la Regione Umbria, l’Università degli Studi di Perugia, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “Togo Rosati” dell’Umbria e delle Marche, l’Azienda USL Umbria 2 ed il Comune di Orvieto. Grazie alle collaborazioni attivate con i principali organismi nazionali ed internazionali che operano nel campo della “salute unica”, su cui si è molto impegnato al Consiglio Scientifico formato da professionisti e accademici di riconosciuto spessore, il CERSAL ha ottenuto una serie di riconoscimenti che lo collocano in posizione di alto profilo scientifico, a cominciare dalla sua mission di Centro Regionale per la salute unica e l’alimentazione, nell’ambito della ricerca e formazione per la salute globale. Le collaborazioni delle più importanti e prestigiose Istituzioni nazionali e internazionali (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Organizzazione Mondiale della Sanità), ed i riconoscimenti quale “Centro di ricerca e formazione” accreditato dalle stesse Istituzioni, conferiscono al CERSAL, e di riflesso alla Città di Orvieto, un prestigio ed una visibilità di grande rilievo, e le potenzialità perché il CERSAL di   Orvieto sia caratterizzato come centro di ricerca e formazione di eccellenza internazionale in ambito scientifico ed accademico.

Tra i numerosi progetti d’imminente realizzazione il Presidente del C.S.C.O. ha menzionato, in particolare, il Master di II livello “One and Global Health Nutrition – Salute Nutrizionale Unica e Globale” che verrà proposto dall’Università di Perugia in collaborazione con il CERSAL ed il Centro Salute Globale della Regione Toscana – Azienda Ospedaliero – Universitaria Meyer di Firenze. Il Master verrà proposto nelle prossime settimane al Consiglio di Dipartimento dell’Università in modo che le attività didattiche possano iniziare nei primi mesi del 2019.

Infine, a conferma della vocazione del C.S.C.O. ad essere parte attiva dello sviluppo della conoscenza nel territorio lavorando su ricerca e competenze, il Centro Studi ha continuato la pubblicazione del ‘Bollettino sulla situazione economica e sociale dell’Area Orvietana’ con il numero relativo all’anno 2017, contenente maggiori approfondimenti tematici rispetto al precedente volume.

“Solo poco più di tre anni fa – ha concluso Matteo Tonelli – il Centro Studi viveva una situazione di grande sofferenza che ne metteva seriamente in discussione la sua stessa sopravvivenza, era considerato un ente ormai inutile e asfittico e veniva invocata da più parti la sua definitiva chiusura.

Dalla fine del 2014, questo Consiglio di Amministrazione ha compiuto un’opera seria e costante di risanamento, non soltanto sotto il profilo economico e finanziario, ma anche di carattere relazionale e reputazionale, che ha dato nuovo impulso alle sue potenzialità ed oggi possiamo affermare che, grazie a questo lavoro, il Centro Studi ha riacquistato credibilità ed è tornato ad essere punto di riferimento sul territorio per una serie di attività formative e scientifiche di alto livello. Oggi, quindi, quando si parla del Centro Studi, l’argomento non è più la sua situazione finanziaria, ma si osservano con maggiore interesse le sue attività, realizzate o programmate e, non da ultimo, si considera il positivo impatto economico che queste attività producono a vantaggio della Città. Un esempio ovvio sono le presenze delle università americane, ma anche tanto altro. 

L’obiettivo, sin dall’inizio del nostro mandato e sempre ribadito in ogni occasione, è stato quello di promuovere e stimolare il maggiore coinvolgimento della Città per lo sviluppo del Centro Studi, di creare una vera rete collaborativa nella quale, rispettando i ruoli e le missioni istituzionali dei singoli, tutti gli attori fossero compartecipi di progetti ed iniziative in una reale condivisione sistemica degli stessi obiettivi.

Dobbiamo prendere atto che su questo tema c’è ancora molto da lavorare, occorre superare una persistente diffidenza che tuttora purtroppo viene percepita anche a causa di una scarsa conoscenza da parte di buona parte dei cittadini di quella che è la nuova realtà del Centro Studi; occorre inoltre superare la diffusa ma dannosa tendenza a curare gelosamente un proprio ambito particolare, senza considerarlo parte di un insieme che, se messo a sistema e coordinato, produrrebbe risultati molto maggiori della somma dei singoli elementi.

Dobbiamo anche prendere atto e convivere con criticità di carattere logistico e organizzativo: la dislocazione su due sedi comporta un aggravio di costi che non può essere addebitato ai destinatari delle attività; la stessa sede di Palazzo Negroni è in realtà utilizzata solo parzialmente dal Centro Studi perché una parte consistente dell’edificio è destinata ad altri soggetti.

Queste criticità possono limitare di fatto le potenzialità di sviluppo del Centro Studi, in particolare per quanto riguarda i programmi delle università americane, per le quali paradossalmente ci avviciniamo ad ogni stagione con il timore che un ulteriore aumento delle presenze ci impedisca di fatto di poter soddisfare le conseguenti esigenze di spazi e aule per la didattica.

Noi possiamo affermare come CdA di  aver operato in questi quasi quattro anni con il massimo della serietà e dell’impegno ed al meglio delle nostre capacità; pensiamo di aver compiuto un lavoro importante per la crescita del Centro Studi e, di conseguenza, utile per la Città; abbiamo illustrato una serie di attività che complessivamente individuano un progetto ed una visione del futuro del Centro Studi, ma per la risoluzione delle criticità che abbiamo descritto e soprattutto per supportare adeguatamente il progetto complessivo di crescita, il Centro Studi non può essere lasciato solo ed è necessario che la Città sia coinvolta e che l’Amministrazione della Città individui e faccia propria una precisa strategia a supporto del progetto.

Come ogni progetto serio, anche questo del Centro Studi ha bisogno di risorse per essere portato a compimento, e se il progetto che noi proponiamo è condiviso e ritenuto utile per la Città, a questo devono coerentemente seguire azioni concrete di sostegno da parte dell’Amministrazione, ma anche da parte di quei soggetti che direttamente o indirettamente beneficiano concretamente delle attività messe in campo dal Centro Studi.

E’ un obiettivo complesso ed ambizioso, ma siamo convinti che debba essere perseguito con il fine comune della crescita economica, sociale e culturale di questa Città”.

“I risultati conseguiti confermano la bontà della scelta operata a suo tempo, a partire dal mio predecessore Antonio Concina, di non chiudere l’esperienza del Centro Studi Città di Orvieto, in quanto quelle che allora apparivano delle semplici potenzialità, oggi sono non solo delle realtà in alcuni casi ma sono delle autentiche prospettive di sviluppo in altri settori della formazione e della ricerca – ha detto il Sindaco, Giuseppe Germani – il  Consiglio di Amministrazione e l’intero staff hanno saputo fare squadra, aderendo pienamente alle linee di indirizzo espresse dall’Amministrazione Comunale”.

“Per consolidare la crescita e la credibilità che il Centro Studi ha saputo creare in questi anni intorno a sé, sono necessarie risorse importanti che non possono derivare soltanto dalla mano pubblica ma devono provenire dallo sforzo congiunto delle Istituzioni con tutte le energie economiche e sociali della città e del territorio. In questo senso il C.S.C.O. deve divenire uno dei motori dello sviluppo dell’Area interna Sud-Ovest Orvietano. Sulla creazione di tali sinergie stiamo lavorando in tutti i consessi istituzionali, economici e produttivi dell’area. La fase di ulteriore espansione delle attività del Centro Studi dovranno trovare una risposta strutturale adeguata presso la ex Caserma”.

Marco Cristofori, coordinatore del Comitato Scientifico del CERSAL ha approfondito l’ampia rete di collaborazioni a livello nazionale e internazionale e le attività scientifiche e di alta formazione del CERSAL sottolineando che “proprio questa importante rete di relazioni fa del Centro di Ricerca e formazione per la Salute unica e l’Alimentazione uno punto di riferimento e una eccellenza nella formazione delle figure professionali che debbono rapportarsi con i temi della salute globale, riconosciuto ormai a livello nazionale”.

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