La politica continua con i pit-stop mentre alla città serve una guida e allora o voto o governo

Il PD viaggia sotto traccia tranne il picco per comunicare che il gruppo consiliare ha presentato una mozione per chiedere che il sindaco si attivi per ricorrere al TAR contro la decisione della Regione Umbria di dare il via libera all’ampliamento della discarica.  Naturalmente l’acuto in funzione anti-sindaco visto che Germani poche ore prima aveva definito improbabile il ricorso al TAR.  Nel frattempo l’opposizione di centro-destra ha intenzione di presentare una mozione di sfiducia.  Il testo è noto a tutti perché presentato in una conferenza stampa ad hoc, ma per portarla in consiglio manca una firma, una sola firma che tutti pensavano arrivasse da Lucia Vergaglia.  Invece Vergaglia, capo-gruppo del M5S, ha scelto la strada del dialogo istituzionale chiedendo l’intervento del TAR per bloccare la discarica e il suo ampliamento.

Insomma la giunta regionale a guida PD ha fatto definitivamente deflagrare la crisi interna del PD orvietano e ridestato i gruppi di opposizione che chiedono a gran voce le dimissioni di Germani.  Ma i boatos ci raccontano una storia diversa e complessa.  Prima di tutto bisogna registrare che il gruppo socialista si è arricchito di un secondo consigliere proveniente sempre da “Per Andare Avanti”, la lista civica di appoggio al sindaco.  E’ un classico caso che conferma la debolezza delle liste civiche che rischiano di essere ostaggio di partiti che mascherati entrano per poi distaccarsi nel momento della convenienza.  Poi abbiamo lo strano caso di PD1 e PD2.  Il partito ufficiale, quello che fa riferimento al segretario Andrea Scopetti ha dalla sua 3 consiglieri mentre i ribelli sono in 4, sindaco compreso.   E allora eccoci ad una situazione ancora una volta di Pd1 e PD2.  Da una parte ci sono i consiglieri che vorrebbero mettere in discussione il capogruppo Taddei, dall’altra quelli a lui favorevoli .  Che succederà? Per ora si continua a discutere almeno fino al prossimo consiglio mentre sempre da indiscrezioni i tre dissidenti sarebbero pronti ad uscire dal partito.

A parte i boatos e le indiscrezioni la realtà è quella di una città divisa, ferma, nervosa con un tutto contro tutti che non fa bene a Orvieto e ai timidi tentativi di ripresa economica che si vedono ma che non riescono ad essere organici anche perché uno degli attori principali, l’amministrazione, manca totalmente e così rischia di essere fino alle prossime elezioni in una lunghissima e snervante campagna elettorale di cui, francamente, la città non ha bisogno, ora.  La città ha bisogno di dialogo, ascolto, discussione, condivisione e attenzione ai problemi e alle esigenze degli operatori economici, dei residenti, degli anziani, dei disabili, dei giovani, dei pendolari, dei disoccupati, insomma di tutti, proprio di tutti, senza esclusioni.  Ma in una città dilaniata dallo scontro politico si riuscirà a governare per altri otto mesi?  Un’altra domanda, serve una crisi a pochi mesi dalla scadenza naturale? Serve l’arrivo di un commissario prefettizio anche se per un tempo limitato?

Se c’è ancora una maggioranza degna di tale nome ragioni sul bene della città e non solo sugli interessi di bottega ma non perdete troppo tempo: o voto o governo fino a fine consiliatura, senza altri pit-stop ogni volta sempre più dannosi.

Comments

comments

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*