Lettera aperta di Barbabella a sindaco e presidente del consiglio comunale, “discutiamo di banca e risparmio”

Lettera aperta del consigliere Franco Raimondo Barbabella al sindaco Roberta Tardani e al presidente del consiglio comunale, Umberto Garbini per discutere del prossimo futuro di CRO

 

Gentile Sindaco e gentile Presidente,

con la presente, sulla base delle motivazioni che seguono, vi chiedo di promuovere una discussione pubblica sulla vicenda del commissariamento a seguito di gravi perdite della BPB che ha avuto pesanti ripercussioni anche sulla nostra comunità e di fatto mette in gioco il destino della stessa CRO. Non ci sono solo pericoli, ci sono anche opportunità. E non dobbiamo cedere alla comoda e deleteria ideologia del nascondimento e della rinuncia.

Ho titolato “Vicenda BPB e CRO. È ora di discuterne pubblicamente”. A dire il vero, l’ora è passata da un pezzo. Tre anni fa, quando esplose l’operazione titoli BPB poi dimostratisi privi di valore con cui si erano drenati un’ottantina di milioni verso Bari, fui l’unico a sostenere, con iniziativa pubblica di CoM, l’associazione Praesidium, assistita dallo studio del dott. Moretti, nel suo tentativo di difendere i risparmiatori possessori di titoli deteriorati facendo chiarezza. Chiamando inoltre forze sociali e istituzioni ad agire in difesa di un territorio già in difficoltà e che con l’iniziativa di BPB tramite CRO stava subendo una botta mortale. Incontrammo ostacoli su ostacoli: non si voleva proprio, non si doveva, discuterne. Fu promossa allora, bypassando il Consiglio comunale, una iniziativa presso il Consiglio regionale (che avrebbe approvato una risoluzione quasi all’unanimità – un noto consigliere uscì dall’aula – con la totale assenza del Consiglio comunale e della Giunta, oltre che delle forze politiche e sociali cittadine) e solo in vista della discussione in quella sede ci si decise a riunire il Consiglio in seduta aperta.

Quella riunione va ricordata per almeno tre ragioni, di cui una anche personale: una discussione morfinizzata, alla fine nessun punto di chiarezza e di iniziativa, negazione del diritto di parola a chi non era stato preventivamente selezionato (appunto io, che pure avevo chiesto di intervenire). Eppure, oltre ai tanti cittadini coinvolti nell’operazione titoli, c’era di mezzo il destino di una banca che ci si ostinava a definire locale, ma che non si sapeva più già allora se si poteva continuare a definire tale. Eppure si sapeva, inoltre, già allora che l’operazione titoli (carta straccia) era spia evidente e parte integrante della crisi della banca barese. Eppure, infine, era ben evidente che c’era un legame stretto tra crisi e destino di BPB e destino di CRO, anche per la funzione di direzione e coordinamento esercitata da Bari sull’Istituto orvietano. Si parlava allora di fusione per incorporazione. Poi si è incominciato a parlare di vendita, con modalità e soggetti diversi non ben identificati.

Oggi tutto è precipitato, com’era ampiamente prevedibile: BPB commissariata, i titoli dell’operazione famosa diventati pura carta straccia, la Cassa più in vendita che mai. Saranno senz’altro fondate le dichiarazioni rassicuranti sullo stato di salute della banca fornite dalla Fondazione, socio però estraneo alle vicende gestionali, e sulle garanzie per risparmiatori e operatori. Ma non sarà per caso giunto il momento di occuparsene come istituzione cittadina con una iniziativa pubblica ben preparata attraverso un lavoro serio della prima commissione? Dico serio nel senso non solo della raccolta di informazioni senza invasioni di campo, ma anche tramite colloqui con i soggetti che si riterrà opportuno invitare al fine di elaborare una posizione che reciti collaborazione allo sviluppo su punti strategici qualificanti. Senza escludere l’opportunità e l’utilità dell’istituzione di una commissione di studio, in questo caso in materia di credito locale, ai sensi dell’ art. 21 del Regolamento comunale, aperta anche ad esperti in materia.

Non solo per avere rassicurazioni sulla solidità della banca da parte dei soggetti competenti (Commissari BPB, CdA CRO) o per riaffermare sul piano almeno formale che CRO è e resta banca locale, parte integrante della comunità e a servizio dello sviluppo del territorio, ma per affermare che la vendita non dovrà essere una pura operazione finanziaria della BPB commissariata, ma un’operazione che rientra in una logica progettuale di sviluppo del nostro territorio. Insomma, avremo o no bisogno e diritto di invocare la conoscenza di un piano industriale? Potremo o no avere il dovere di dire la nostra su come la banca, che si dice e che diciamo locale, intende partecipare al rilancio dell’economia e al miglioramento delle condizioni sociali e culturali della zona?

Per tutte queste ragioni vi chiedo dunque di promuovere una discussione pubblica su una questione delicata si, da trattare con perizia si, ma certo non da riservare ai soli addetti ai lavori. Ripeto, qui sono in ballo gli interessi complessivi della comunità. Qui non si può continuare a vederci passare sopra la testa tutte le decisioni che contano in questo come in altri campi. Qui è ora di tornare a parlare di sviluppo, e la banca locale deve svolgere un ruolo ben più alto e forte che non quello della pura raccolta e gestione del risparmio e tantomeno del suo trasferimento altrove, ma deve partecipare con un importante piano industriale al rilancio dell’economia della nostra area in modo coordinato con un progetto territoriale di cui le istituzioni pubbliche, insieme alle forze sociali, sappiano farsi protagoniste e garanti.

 

Orvieto, 17 dicembre 2019

Franco Raimondo Barbabella

Consigliere comunale

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