Lucio Riccetti, Italia Nostra, “ho avvisato il Mibac perché quando si sposta un’opera importante come quella del Mochi si deve controllare”

In completo silenzio gli operai della ditta incaricata di trasferire l’Annunciazione del Mochi nella giornata del 12 si sono presentati di fronte alla chiesa di Sant’Agostino, obiettivo: il trasferimento.  

Sono partite le operazioni nel più completo silenzio, con poche persone intorno e con un giorno di anticipo.  Già, i cartelli di divieto parlano chiaro, non ci si può fermare il 13 e 14.  Probabilmente hanno iniziato le operazioni propedeutiche ma perché in anticipo?  Alcuni cittadini ci hanno segnalato le operazioni soprattutto per la mancanza totale di rappresentanti della Soprintendenza e dell’Opera del Duomo.  Nel momento in cui siamo arrivati le persone presenti erano veramente poche.  Erano talmente soli che quando il camion è partito prendendo in senso vietato via Malabranca (ndr foto allegata) è stato costretto a fermarsi per l’arrivo di auto e a fare inversione.  Bastava una staffetta della Polizia Locale, ma se non vengono avvertiti…

Per maggiore scrupolo abbiamo interpellato il presidente di Italia Nostra-Orvieto, Lucio Riccetti, che ha segnalato la presenza degli operai a Sant’Agostino. Riccetti ha avvisato il Mibac e ha voluto sottolineare come lo spostamento stia avvenendo con un permesso ormai vecchio di almeno 6 anni.  Ma il presidente di Italia Nostra ha voluto porre l’accento “sulla mancanza di partecipazione della popolazione.  L’opera del Mochi è di grande importanza per la città e il coinvolgimento degli orvietano sarebbe stato auspicabile e invece, niente. Tutto è stato deciso senza alcuna discussione  e senza confronto con i cittadini”.

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